Nell’antica TERRAVECCHIA, dal cuore di “PIETRA” per la notevole presenza di PIETRE VIVE calcaree di TRANI, notiamo un ricco patrimonio litico composto da PIETRE organizzate, riciclate ed erratiche. PIETRE “TORMENTATE” su cui il tempo ha diffuso, in tutta la sua bellezza, una insostituibile “PATINA” di antichità plurisecolare, dal FASCINO sempre nuovo.Sono PIETRE mostranti SCHEGGIATURE, SPACCATURE, SMUSSATURE, LEVIGATURE e SOLCATURE e che,pertanto, parlano di STORIE VISSUTE che nessuno conosce perché avvolte nel MISTERO, ancora oggi insondabile.
Abbiamo la fortuna di possedere la testimonianza fotografica di due di queste PIETRE. Una di queste, purtroppo, è andata distrutta. Va detto che le PIETRE della TERRAVECCHIA, dopo secoli, sono arrivate a noi con delle connotazioni ben precise, riuscendo a RACCONTARE, ancora oggi, delle cose che nella ricerca ARCHIVISTICA risultano per lo più ignorate. PIETRE che stanno lì, nei posti originari, e che possiamo AMMIRARE e su cui MEDITARE,tenuto conto della loro affascinante STORIA.
Miniera CULTURALE è la TERRAVECCHIA, antico BORGO MEDIEVALE di CERIGNOLA, a cui da sempre le nostre Istituzioni Culturali hanno mostrato amore e dedizione.
Nel lontano 1973 davo origine, su mia esclusiva iniziativa, perché spinto da una profonda ed irrefrenabile motivazione propulsiva mirante alla conoscenza della storia locale, alla costituzione di un gruppo di amici, in origine non proprio interessati alla storia locale, che si interessassero delle nostre origini partendo dal BORGO MEDIEVALE – “RIONE TERRAVECCHIA. Avevo inteso che non era solo con il “dire”, ma soprattutto con il “fare” che avrei potuto ottenere da loro e con loro buoni risultati. Ad onore del vero il primo nucleo dei GIOVANI fu da me istituito già nel lontano 1971, poi confluito ed accresciutosi di altri giovanissimi nel suddetto anno 1973, come “IL GRUPPO GIOVANI RICERCATORI” (1). Un GRUPPO che già nel 1970 esprimeva il VOLONTARIATO nella città.
Grazie alla mia caparbietà e all’amore innato, presente sin da bambino, per la storia della CITTA’ attraverso lo studio, l’osservazione e l’elaborazione riflessiva, giunse a maturazione l’idea che fosse giunto il tempo di effettuare una ricerca capillare su “LA TERRAVECCHIA”, lì dove sono le nostre radici storiche.
Il gruppo contava ben 25 RAGAZZI, mi piaceva definirli “ALFIERI” all’insegna della cultura. I GIOVANI provenivano da diversi ordini e gradi scolastici: Scuola Media, Ginnasio, Liceo, Istituto Agrario, Universitari e Laureati. La disparità dei titoli di studio in possesso e la differenza di età non inficiavano l’ampio spirito di collaborazione. Una squadra ben solida e collaborativa! Dopo aver compreso il loro personale interesse culturale nei vari ambiti della storia (ARCHEOLOGIA, le TRADIZIONI POPOLARI, il MEDIOEVO, la STORIA), affidai ad ognuno il ruolo più confacente. Giovani alle prime armi ma che, instradati da me, mostravano entusiasmo e voglia di conoscere.
Ufficiosamente si era partiti nel 1969. Nell’anno scolastico 1969/1970, l’amico Prof. Roberto Cipriani, mio dirimpettaio di via San Martino e amico di infanzia, insegnava Lingua – Lettere italiane e Storia nelle classi terze, quarte e quinte dell’Istituto Tecnico Agrario Statale “Giuseppe Pavoncelli”: “[…] dove sperimenta, per l’intero anno scolastico, l’utilizzazione del film come strumento didattico-educativo […]” (2). Ritorna nello stesso Istituto “[…] Nell’anno scolastico 1971-1972 insegna lingua e lettere italiane, storia, educazione civica e geografia nelle classi prima e seconda […]” (3); e lo stesso nell’anno scolastico successivo, 1972-1973. Trattavasi del mio amato ISTITUTO TECNICO AGRARIO STATALE “Giuseppe Pavoncelli”, orgoglio per me e per la CITTA’, nel quale mi ero diplomato.
Roberto mi invitò nelle sue classi ad illustrare, con foto e commento, alcuni argomenti su Cerignola. Fui onorato dell’invito ed accettai senza riserve. Per la proiezione delle foto mi avvalsi dell’episcopio, in dotazione dell’Istituto. Gli Alunni mostrarono un notevole interesse nell’ammirare la parte iconografica e il mio commento. L’interesse, nei giovani, crebbe a dismisura, in quanto stavano vedendo e sentendo quelle cose per la prima volta. E fu la prima volta che feci esperienza del mondo scolastico, come educatore. Feci espressamente presente che avevo bisogno di giovani interessati all’ARCHEOLOGIA, alla STORIA e alle TRADIZIONI POPOLARI, con la dichiarata volontà di costituire un “GRUPPO GIOVANI RICERCATORI” come “VOLONTARI”; ciò sarebbe stato a Cerignola il primo gruppo di siffatto genere. Gli alunni si fecero promotori, presso il Prof. Cipriani, nel voler effettuare una visita didattica presso la TERRAVECCHIA ed in particolare dell’antica CHIESA MADRE. Il caro amico Roberto mi riferì in merito al suddetto desiderio degli Alunni e in due giorni diversi e con classi differenti ci accingemmo ad avere con loro un concreto approccio urbanistico. Fu una Visita guidata con una esposizione chiara circa le notizie storico-scientifiche dei Palazzi, della Toponomastica, dell’Architettura, di tanto altro e dell’antica CHIESA MADRE. Autorizzati dal Parroco Don Tommaso Dente, lo stesso rimase meravigliato ed esterrefatto nell’ascoltare il mio commento arricchito da notizie a lui non note, visitammo e sostammo presso la Chiesa Madre. Un commento capillare “pietra” dopo “pietra”. Anche lui aggiunse altre notizie sulla Chiesa.
Fondamentale fu la MOSTRA foto-documentale “Cerignola Antichissima” che allestii in Corso Roma n. 89 (oggi Corso Aldo Moro, n. 45) nel locale messo a mia disposizione dal proprietario e mio parente, il Sig. ITALO GRILLO, dal 7 al 10 Settembre 1972. Fu la PRIMA MOSTRA FOTOGRAFICA sulla Città, poi, nel tempo, mutuata da altri. Presentava un notevole “corpus” fotografico d’epoca (inizi ‘900) con l’esposizione di molti materiali inerenti oggetti e attrezzi sulla Civiltà Contadina. Costituivano il PRIMO nucleo del Museo Etnografico Cerignolano. La mostra era inserita nel Programma dei Festeggiamenti in onore della Protettrice della Città, Maria SS.ma di Ripalta. Notevole fu l’interesse dei GIOVANI, soprattutto studenti, i quali si avvicinavano numerosi a chiedere ed informarsi sulle finalità della Mostra.
Numerosi furono i miei primi sopralluoghi presso il Rione, anche con l’amico Roberto, per poter stilare un “diario” di azione successiva. La PRIMA visita-indagine ufficiale nella TERRAVECCHIA ebbe luogo il 10 Giugno 1973.
Sin da subito attivai una collaborazione con gli abitanti della TERRAVECCHIA, che mi accettarono cordialmente, dimostrandomi piena disponibilità nonché dandomi aiuti informativi necessari. E a tal riguardo che voglio ricordare i loro nomi e contestualmente porgergli i miei ringraziamenti e sensi di profonda gratitudine, anche se purtroppo, dopo tanto tempo, alcuni nomi mi sfuggono. A pieno titolo hanno collaborato, con me e con i ragazzi, i Signori e le Signore: Lucia BARBAROSSA, Ripalta BEVILACQUA, Michele BELLOMO, Luigi CACCIAPAGLIA, Giovanni CAGGIANELLI, Savino CARTAGENA, Grazia CIANCI, Giuseppe FIORINO, Genoveffa GIANNETTA, Maria GIULIANO, Savino MICUCCI, Grazia MANDUCO, Grazia MASTROPIETRO, Leonardina MASTRIPIETRO, Maria MASTROPIETRO, Matteo MASTROPIETRO, Lucia PALIERI, Luigi PALIERI, Francesco PALMIOTTA, Chiara PIETROCOLA, Giuditta PISANO, Francesco RUSSO, Carlo SARDONE, Maria SARDONE, Rocco SARDONE, Filomena SELANO. Mi soffermo proprio su questo ultimo nome, senza fare torto ad altri.
La Sig.ra FILOMENA SELANO in Mastropietro, abitante in Via Piazza Vecchia, aveva, non so perché, una predilezione nei miei confronti; probabilmente aveva compreso molto bene il mio spirito di intraprendenza teso alla ricerca, all’indagine storica e all’amore che mi animava in tutto ciò. Questa simpatica signora anziana aveva messo a disposizione per me e per i ragazzi la sua abitazione, come punto di riferimento. Quante volte dopo i nostri interventi nel rimuovere gli scialbi dalle pietre che lasciavano intravedere segni tangibili traducibili in date ed iscrizioni, Filomena, al termine delle operazioni, ci invitava a casa per poterci lavare le mani dalla polvere e dai calcinacci. La nostra attenzione volge, in questo articolo, verso la “firma” apposta in alcune abitazioni della TERRAVECCHIA da un LAPICIDA del XVII secolo, del quale ignoriamo il nome. A tal riguardo, non abbiamo il conforto delle fonti ARCHIVISTICHE e BIBLIOGRAFICHE del lontano passato.
Trattasi di DATE magistralmente incise, profondamente, sulla pietra e fatte precedere e seguire da una raffigurazione molto particolare, quale un TRIANGOLO equilatero recante ai tre spigoli dei RICCIOLI pressappoco di identica grandezza. Rappresenta la INOPPUGNABILE “FIRMA” del LAPICIDA, ci piace supporre sia un CERIGNOLANO.
Don Tommaso Dente, in uno dei miei numerosi sopralluoghi presso la CHIESA MADRE, finalizzati alla ricerca di dati per una rilettura scientifica della storia della TERRAVECCHIA e della stessa CHIESA MADRE, alla mia richiesta se fosse a conoscenza di ISCRIZIONI e DATE esistenti nell’antico BORGO medievale, mi segnalava una abitazione, conosciuta per via della BENEDIZIONE delle CASE, nella quale aveva notato una “SCRITTA” su di uno scalino posto all’interno dell’ingresso. Mi indicava l’abitazione ubicata a pochi metri di distanza dalla CHIESA.
Il 24 giugno 1973 mi recai in Via PIAZZA VECCHIA al n. 51 (4).Vi è un ingresso, con portoncino ligneo, con arco in pietra viva a tutto sesto. Non vi abitava nessuno. A tal riguardo, Don Tommaso già mi informava il nome della proprietaria che fittava il locale, la Sig.ra GIUDITTA PISANO. Raggiunsi l’abitazione della signora, al primo piano di una palazzina, posta di fronte all’ingresso della Chiesa Madre. Alla spiegazione circa l’intento della mia visita, la stessa fu molto gentile nel mettersi a completa disposizione nell’aprire l’ingresso al civico sopra citato. La meraviglia fu enorme. Superato l’ingresso, infatti, nell’interno vi erano cinque scalini in pietra viva che servivano per accedere alla palazzina, il secondo scalino recava la ISCRIZIONE che risultava ben incisa a partire dalla zona di mezzeria dello scalino portandosi dal limite dello stesso fino ad arrivare al limite dove iniziava il muro sulla destra. La zona di calpestio dello scalino recava evidenti segni di usura, anche se la ISCRIZIONE era in buone condizioni. La Signora GIUDITTA mi riferì che l’abitazione in questione, comprese le altre fino all’angolo, dove termina VIA PIAZZA VECCHIA, erano state fatte demolire dal padre per costruirne delle nuove nel 1915, lasciando integra la piccola SCALINATA con i suoi originari SCALINI. Mi riferì, altresì, che la casa posta di fronte all’ingresso della Chiesa Madre era stata costruita nel 1920, data scolpita sull’architrave centinato in pietra viva, dal padre sui ruderi di un’abitazione molto più antica che presentava un LOGGIONE con un bel DAVANZALE in PIETRA che serviva per affacciarsi.
Questa è la ISCRIZIONE:
“ A(NNO) D(OMINI) I6XII”(5)
“(ANNO DEL SIGNORE 1612)”
Come possiamo notare la ISCRIZIONE è incastonata da due SIMBOLI DECORATIVI concernenti due TRIANGOLI.Il triangolo iniziale presenta ad ogni spigolo due RICCIOLI, pressappoco di identica grandezza, mentre l’altro, più piccolo, con agli spigoli un solo RICCIOLO. L’incisione della data presenta la particolarità, pur mantenendo l’aspetto decorativo, di affermare la sua visibilità rispetto a chi, posando il piede, è intento a salire. I caratteri numerali sono di rilevante grandezza: il “6” (sei), la “X”, e le tre “I” con un insolito cappello, a forma di triangolo, quasi a riprendere il motivo triangolare posto all’inizio e alla fine dell’iscrizione. Una ISCRIZIONE, ben studiata e calibrata, con l’intento di essere OSSERVATA. Le DECORAZIONI sono la FIRMA del LAPICIDA,che è possibile riscontrare in una ulteriore ISCRIZIONE, che ivi proponiamo.
Era il 29 ottobre 1974, quando alle 12:30, mia madre Lucia riceve a casa una telefonata dalla Sig.ra Leonarda Mastropietro, abitante nel RIONE TERRAVECCHIA, in Via PIAZZA VECCHIA al civico 38, la quale gentilmente mi invitava ad effettuare un sopralluogo, a seguito del rinvenimento di una ISCRIZIONE. Non ero in città, ma a Bari, per motivi universitari. Mia madre telefonò al giovane collaboratore Giuseppe Ordine, da poco tornato da scuola, invitandolo ad effettuare un sopralluogo per mio conto.
Ma veniamo agli antefatti legati al come si è arrivati a scoprire l’ISCRIZIONE. I coniugi GIUSEPPE FIORINO e MARIA GIULIANO, entrambi di Cerignola, abitanti in Via Piazza Vecchia al n. 34, avevano deciso di rifare il prospetto della propria abitazione posta a piano terra per renderla armonica con il resto del palazzo sovrastante, con l’ingresso posto sul fianco destro della medesima abitazione. Il 29 ottobre, il muratore Sig. GIOVANNI CAGGIANELLI si mise all’opera iniziando a rimuovere il vecchio intonaco, rovinato dall’umidità, compreso anche quello che copriva gli STIPITI e l’ARCHITRAVE d’ingresso. E con enorme sorpresa e gioia che emergeva, picconata dopo picconata, la ISCRIZIONE. Erano esattamente le ore 8.45. In quel momento passava la Sig.na LUCIA PALIERI, abitante nella stessa via al civico 42, per recarsi in Via Osteria Ducale con l’intento di acquistare ortaggi presso il banco della Sig.ra Maria Giuliano-Fiorino, la quale fu avvisata, dalla stessa sua cliente, del rinvenimento della “SCRITTA” sull’ingresso della sua casa, infondendole enorme gioia. Le due si affrettarono a tornare in Via Piazza Vecchia con l’intento di rendersi conto del rinvenimento. Pensarono subito di potermi avvisare e farmi partecipe del rinvenimento. Era presente anche la Sig.ra Leonarda Mastropietro, la quale tranquillizzò le due signore informandole che aveva il mio numero di telefono e che mi avrebbe contattato. Cosa che subito fece!
Il giovane amico Giuseppe Ordine arrivò sul posto alle ore 13:00, quando, purtroppo, sulla parete scrostata, sugli stipiti e anche sull’architrave ove campeggiava l’iscrizione, il muratore aveva già dato uno strato di malta. Giuseppe gentilmente chiese al muratore di rimuovere la malta, quella che copriva l’iscrizione. Il Sig. Caggianelli accettò di buon grado l’invito dando la possibilità al ragazzo di poter trascrivere la ISCRIZIONE. Chiese, altresì, la grande cortesia di aspettare, al massimo un paio di giorni, a ricoprirla, tanto per darmi la possibilità di poterla vedere e fotografare. Giovanni accettò, dimostrando così una grande disponibilità nei miei confronti. Al rientro da Bari, alle ore 22.00, mia madre mi informò di tutto l’accaduto. Il giorno successivo ripartii per Bari e non ebbi modo di incontrarmi con Giuseppe.
Il 31 ottobre, prima di ripartire per Bari, alle ore 6:15 mi recai sul posto per effettuare delle fotografie. Durante gli scatti incontrai la Sig.ra Maria che mi aggiornava su tutto, informandomi che in mattinata avrebbero portato i marmi (TRAVERTINO tipo di roccia che non appartiene geologicamente ai nostri territori, ma alla zona laziale)con l’intento di coprire gli stipiti e l’architrave. Aggiunsi che nel pomeriggio sarei tornato da Bari per effettuare altre fotografie. Alle ore 16:00 di quel pomeriggio, mi recai sul posto con mio fratello Antonio, presi una scala, gentilmente messami a disposizione dalla Sig.ra Leonardina, pulii la scritta con uno strofinaccio bagnato per poi effettuare delle foto e il rilievo delle misure. Questi i dati rilevati: l’ARCHITRAVE costituito da un enorme monolite in pietra viva calcare misurava m. 2,15 di lunghezza e cm. 53 di altezza. La forma è molto particolare in quanto risulta tagliato obliquamente verso destra, per chi guarda, partendo dalla parte superiore. È un architrave grande e questo ci porta a pensare che sopra di esso potrebbe esserci stato un PALAZZO molto più grande. La iscrizione risultava, già nel passato, essere stata passata con vernice nera. Quindi era a vista e in tempi successivi ricoperta. Chiesi una gentilezza alla Sig.ra Maria, se vi fosse stata la possibilità di lasciare la scritta a vista. Mi rispose che dispiaceva anche a lei vederla coperta dal marmo. Questo comportava una ulteriore spesa e tempo. Ebbi modo di parlare del problema con Don Tommaso Dente, il quale mi assicurava che ne avrebbe parlato con il muratore con l’intento di convincerlo a non coprire la iscrizione. Risultato della mia sollecitazione: la ISCRIZIONE è stata lasciata a vista.
Il 10 novembre, unitamente al giovane Giuseppe Ordine, mi recai sul posto con il barattolo di vernice nera e pennello e invitato dal muratore Giovanni, salii sul ponteggio per ricalcare la scritta. Propizia fu l’occasione per lo scatto di alcune foto. Osservai che la punteggiatura si presentava con maggiore solennità. Le forme TRIANGOLARI, anche qui, presentano ai vertici e in miniatura un RICCIOLO, molto esiguo e appena accennato nel girarsi. Questo prospetto e il PALAZZO sovrastante doveva appartenere ad una delle FAMIGLIE più in vista del BORGO medievale. La VIA PIAZZA VECCHIA, infatti, era l’arteria principale della TERRAVECCHIA, sulla quale si affacciavano molti PALAZZI e abitazioni, a primo piano, di FAMIGLIE ragguardevoli dal punto di vista economico e politico. Questa ISCRIZIONE era stata concepita e commissionata al LAPICIDA per lasciare un “segno” indelebile ai posteri, ma che allo stesso tempo affermasse uno stato di POTERE del committente da ostentare verso chi transitasse per quella STRADA.
La ISCRIZIONE è la seguente:
“A(NNO). D(OMINI). I609”
“(ANNO DEL SIGNORE 1609)”
Come si può vedere l’incisione e le due decorazioni (iniziale e terminale) sono molto simili alla prima iscrizione proposta nel corso di questo articolo. È doverosa una considerazione rispetto alla seconda iscrizione proposta: il TRIANGOLO iniziale reca il vertice orientato verso l’ALTO, mentre quello finale orienta il vertice verso il BASSO. Ha un significato tutto ciò?
Tante sono le esplicitazioni da perseguire sul simbolo del triangolo sovraesposti. La raffigurazione del TRIANGOLO, scelto dal LAPICIDA, oltre ad esprimere il MESTIERE dell’esecutore, vuole esprimere qualche altra cosa? È un SEGNO ESOTERICO? Sta ad indicare l’appartenenza a un GRUPPO OCCULTO? Nel CATTOLICESIMO indica la SANTISSIMA TRINITA’. Nell’ESOTERISMO il significato del TRIANGOLO risulta essere strettamente legato al numero TRE. Conosciamo che il TRIANGOLO con il vertice orientato verso il BASSO sta ad indicare il sesso femminile e l’ACQUA; mentre il TRIANGOLO con il vertice orientato verso l’ALTO sta ad indicare il sesso maschile e il FUOCO (6). Tanto ci sarebbe ancora da esperire a proposito di un SEGNO tutto da DECRIPTARE.
Cerignola, 6 Marzo 2021 Matteo Stuppiello
Bibliografia e Note
(1) – MICHELE CIANCI, Una fotomostra su Cerignola agli inizi del secolo – L’iniziativa potrebbe aprire il discorso su un museo delle tradrizioni popolari, in “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO” – 19 Settembre 1972; MICHELE CIANCI, La storia della Daunia sud nel convegno di Cerignola – La manifestazione avrà il valore di un vero e proprio colloquio con i cittadini, in “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO”, 3 settembre 1974; ROBERTO CIPRIANI, Fermenti culturali, in “LA CICOGNA” – Quindicinale di vita cerignolana – Anno 4° – n. 2 – 20 ottobre 1981, p. 3. Si veda: MATTEO STUPPIELLO, Don Antonio Palladino e il suo tempo, San Ferdinando di Puglia, 1996, p. 8 ; GIUSTINA SPECCHIO, Il Museo Etnografico Cerignolano, in AA.VV. Processi lavorativi e vita sociale nel Basso Tavoliere – Introduzione al Museo Etnografico Cerignolano, Cerignola Centro Regionale di Servizi Educativi e Culturali – 1989, Foggia 1993, p. 31-32; MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, San Ferdinando di Puglia, 1999, p. 18; SALVATORE DELVECCHIO, Trent’anni di impegno culturale a Cerignola, San Ferdinando di Puglia, 2002. Si tratta della SCHEDA a tergo della LITOGRAFIA prodotta dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, dall’Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola e dal Museo Etnografico Cerignolano (1979) e realizzata per “1972-2002 – Trent’anni di impegno culturale per la Città” – “Maria SS. di Ripalta – Segni e Memorie” mostra documentale “Raccolta di Quadri con Immagini (secc. XIX-XX) della nostra Protettrice su carta, seta e tela” – Sala Mostre “Servo di Dio Mons. Antonio Palladino” – Corso Aldo Moro 87 – Cerignola, 2-22 Settembre 2002. L’artistica Litografia, realizzata nella composizione grafica e nell’ acquerellatura a mano dal Prof. Salvatore Delvecchio, a tiratura limitata, in numero di n.200; MATTEO STUPPIELLO, L’amicizia di fr. Daniele Natale, San Ferdinando di Puglia, 2004. Si tratta della SCHEDA a tergo della LITOGRAFIA prodotta dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, dall’Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola e dal Museo Etnografico Cerignolano (1979) e realizzata per “L’Amicizia di Fr. Daniele Natale” – Decennale della Morte (1994-2004)” – Mostra Documentale Sala Mostra “Servo di Dio Mons. Antonio Palladino” Corso Aldo Moro 89 – Cerignola, 1-18 luglio 2004: l’artistica litografia realizzata nella composizione grafica e nell’acquerellatura a mano dal Prof. Salvatore Delvecchio, a tiratura limitata, in numero di 200.
(2)-(3) – Le notizie sono tratte dal “CURRICULUM DEL DOTTOR ROBERTO CIPRIANI”, pp. 8-9. Sono fotocopie, avute dall’amico Roberto nel 1975, spillate e numerate, che conservo nel mio Archivio.
(4) – ARCHIVIO CENTRO STUDI E RICERCHE “TORRE ALEMANNA” – Posta in uscita – fs. 1979 . Della ISCRIZIONE ne effettuo la segnalazione, in data 12.12.1979, prot. 28 bis, Raccomandata con Ricevuta di ritorno, al Soprintendente per i Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici della Puglia – BARI, e p. c. al Prof. ANTONIO GAMBACORTA, Soprintendente per i Beni Ambientali architettonici artistici e Storici della Puglia – Sezione per la Daunia – FOGGIA, inserita in un ricco “dossier” di n° 11 fogli dattiloscritti, di rinvenimenti da me effettuati sin dal 1969. Al foglio n.8 del suddetto “dossier” riporto quanto segue: “[…] – 24/6/1973 scoperta – Rione Terra Vecchia, via Piazza Vecchia, nella abitazione corrispondente al numero civico 51, il secondo scalino dell’interno porta incisa la seguente data […]”. Segue il mio disegno.
(5) – Le prime notizie, su questa ISCRIZIONE, le ho scritte e pubblicate in: “4 – Uno scalino inciso” in ”RICERCHE di UN GRUPPO: un borgo antico: la terra vecchia, a cura di Antonio Galli, Beniamino Mastroserio e Matteo Stuppiello, in AA.VV. “CERIGNOLA ANTICA” – atti del 1° Convegno della società di studi storici ed archeologici della Daunia Sud (Cerignola – Piazza Matteotti, 6. 7 settembre 1974), ciclostilato in proprio,[ s.l. ma Cerignola], [s.d. ma 1975], p. 20 . La foto pubblicata a p. 21 indicata al n. 4 è di Matteo Stuppiello 1.7.1973. Si veda lo stesso testo a stampa in AA.VV. “CERIGNOLA ANTICA” – Tre convegni storici in piazza, Edizioni della società studi storici “Daunia Sud” – Cerignola 1979, San Ferdinando di Puglia, p. 49.
(6) – systemgvp.altervista.org