Nei giorni 4 e 11 novembre 2023, gli alunni della classe 1^M della Scuola Secondaria di 1° grado “Padre Pio”, accompagnati dal loro docente di lettere, Prof. Pietro Paciello, sono andati alla scoperta dei tesori esposti nel Museo Etnografico Cerignolano, fondato nel 1979 dal Prof. Matteo Stuppiello.
L’uso della parola “tesori” non è casuale e tanto meno dettato da propositi incensatori: in un’epoca in cui i giovani hanno perso la curiosità e la facoltà di meravigliarsi verso ciò che li circonda, la conoscenza della storia e della cultura locali – testimoniati dai materiali relativi alle antiche tradizioni religiose, contadine e artigiane della città di Cerignola – costituisce il più efficace antidoto contro una deriva che non è solo intellettuale, ma anche morale.
Ma torniamo alla visita, svoltasi in due giorni, vista la necessità di suddividere la classe in altrettanti gruppi per ragioni di spazio. Dopo che il prof. Stuppiello e chi scrive hanno spiegato agli studenti come si svolgesse la vita quotidiana dei contadini – costretti a vivere in angusti seminterrati detti jusi -tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, è stato sorprendente notare la viva curiosità dei ragazzi nell’apprendere che i braccianti, poveri e analfabeti, fossero comunque capaci di aguzzare l’ingegno servendosi di strumenti tanto semplici quanto ingegnosi per far di conto, come la tagghj(e) (1), o per realizzare un rudimentale calendario, come una zucca contenente al suo interno 365 fave (una per ogni giorno dell’anno) (2).
Ma ciò che più ha dato un senso a questa visita (e all’attività svolta da chi, tra mille difficoltà, cerca di promuovere la cultura), nonché riacceso un minimo di speranza verso le future generazioni, è stata l’interminabile sequela di domande poste da questi giovanissimi alunni alla vista dei reliquiari, delle ceramiche medievali, degli strumenti usati dai calzolai e dagli “sfossatori” delle fosse granarie, del vasellame che un tempo veniva prodotto nelle fornaci locali… insomma, dei “tesori” su citati: ogni “A cosa serviva quest’oggetto?”, ogni “Come mai i contadini usavano un solo piatto per mangiare?”, ogni “Perché?”, era fonte di gioia in quanto tutti gli interrogativi che ci poniamo sono fondamentali non solo sotto il profilo della conoscenza, ma anche sotto quello della comprensione di ciò che ci circonda (e di noi stessi).
A questi splendidi ragazzi (in ordine alfabetico: Alessandro Cafazzo, Aurora Cappellari, Melissa Cinquepalmi, Giulia Crudele, Francesco Dibisceglia, Giovanni Fucci, Martina Gadaleta, Cecilia Lupo, Antonio Maggio, Hassan Mahmoud, Carlotta Matrella, Aurora Papeo, Alfredo Rutigliano, Carmine Andrea Traversi), che sono il nostro futuro, va il nostro più sincero “grazie”, con l’augurio di proseguire su questa “retta via”.
Cerignola, 13 novembre 2023 Prof. Pietro Paciello
Bibliografia
(1) – MATTEO STUPPIELLO, “Per chi non sapeva leggere scrivere e fare di conto la saggezza contadina suppliva con uno strumento semplice, efficace e immediato per chi faceva la spesa in un negozio di genere alimentari: la “tagghij(e)” ovvero la “tacca” in uso nel 800-900” – Cerignola 1 Marzo 2022 www.archeoclubcerignola.com
(2) – MATTEO STUPPIELLO, “La Zucca e la storia delle sue 365 fave ospitate nel suo ampio “ventre”, custodita presso la stanza del bracciante del Museo Etnografico Cerignolano (1979), desta tanta curiosità ed attrazione nei bambini delle scuole elementari” – Cerignola 3 Maggio 2022 www.archeoclubcerignola.com