Il saccone. Il letto del bracciante nel settore detto “Casa del Bracciante“. E’ la prima sosta per chi fa visita al Museo Etnografico Cerignolano (1979). Anziani e adolescenti, sono le età estreme con reazioni molto differenti. Gli adulti, con volti seri e accorati, rivivono ricordi passati, conosciuti o sperimentati mentre i giovani rimangono stupefatti e increduli: “non può essere un letto; e quell’insieme di oggetti (suppellettili) che gli stanno intorno non possono essere l’arredo per una stanza ove viverci”; eppure lo è. La “guida” parla, narra, spiega e gli uni e gli altri memorizzano quanto viene detto oppure sondano nel loro passato e partecipano spesso alla narrazione con proprie impressioni e ricordi.
Dal letto si passa a considerare quella cosa “strana” per i giovani e che provoca esclamazioni di sapienza negli adulti: “oh! Già! Anche noi lo usavamo a casa” . L’attrezzo, trasparente, leggero pur essendo fatto di sottili strisce di ferro è “l’asciugapanni” gabbia cilindrica posta sul braciere, punto di incontro con la famiglia o con i nonni che intanto si scaldavano e raccontavano, tenendo unita la famiglia.
Si svuota così la memoria o la si ricostruisce, guardando, osservando, ascoltando quanto viene detto dal responsabile diretto del Museo o da parte dei suoi collaboratori. La voce, commenta, prospetta una serie di rapporti fra passato e presente e dice dell’utilità della conversazione delle “cose” o come si dice più propriamente, dei “materiali” che, nel loro insieme, costituiscono i così detti beni culturali e patrimonio locale.
Questo primo settore contiene, conserva e custodisce oltre cinquecento “pezzi” per ciascuno dei quali si può narrare la storia, ovvero la sua cronaca quotidiana, quella cronaca di quando ancora questi oggetti espletavano i loro servizi.
Cerignola, 2 dicembre 2012 Salvatore Delvecchio