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UN PREGEVOLISSIMO CAPOLAVORO ARTISTICO DI FATTURA ARTIGIANALE PER USO DEVOZIONALE RAFFIGURANTE IL SACRO CUORE DI GESU’ APPARTENUTO ALLA MIA BISNONNA ANTONIA BORRELLI DIBISCEGLIA (1863-1917)

Sappiamo molto bene, noi cerignolani, quanto sia diffusa e radicata la devozione al SACRO CUORE di GESU’ in CITTA’. Non c’è casa dove non vi sia una SUA venerata IMMAGINE.

La CHIESA di Maria SS.ma del Monte Carmelo è il punto di riferimento devozionale per la solenne Festa che culmina con la partecipatissima processione del Simulacro del Cuore di GESU’ e di Santa Maria Margherita Alacoque.

Voglio soffermarmi, questa volta, sul pregevolissimo capolavoro artistico artigianale raffigurante l’immagine del Sacro Cuore di Gesù, posta al centro dell’intero e immenso universo di schiere di ANGELI, custodito nell’Archivio del Museo Etnografico Cerignolano (1979).

Questo RARO, se non unico DOCUMENTO ARTISICO DEVOZIONALE di FEDE, viene considerato dal sottoscritto una vera RELIQUIA di FAMIGLIA. Appartenuto alla mia bisnonna ANTONIA BORRELLI DIBISCEGLIA  (1), veniva ereditato dapprima dalla figlia,  mia nonna RIPALTA DIBISCEGLIA (2)  e, a sua volta, alla figlia, mia madre LUCIA RUSSO (3) fino a giungere nelle mie mani.

È un minuzioso e certosino lavoro di arte minore rientrante tra i lavori artigiani devozionali. La descrizione sembrerebbe molto semplice, ma semplice non lo è certamente. Credo, se non vado errato, sia stato realizzato con la tecnica mista, molto antica, sia dei “leporelli” – “fisarmonica” (4) che del “découpage” (5), realizzati nel ritagliare le figurine ed incollarle su di un supporto, nel nostro caso, un cartoncino bianco sottile ma consistente.  

Un PREGEVOLISSIMO e RAFFINATO nonché ELEGANTE lavoro ARTISTICO di altri tempi. Infatti, la sua realizzazione potrebbe oscillare tra la fine del sec. XIX e gli inizi del sec. XX.

L’ho sempre visto riposto e adagiato sul fondo di un tiretto di un mobile perché non si sciupasse. E mi piace, ora, aggiungere che sin da bambino, più volte, andavo, all’insaputa di mia madre, ad osservarlo e a gustarne la bellezza cromatica e figurale. Essendo piccolo d’età, a malapena riuscivo ad arrivare all’altezza del primo tiretto del comò della stanza da letto dei miei genitori dove era custodito e conservato, coperto da più strati di carta velina bianca per proteggerlo dal contatto con la biancheria. A tal riguardo, mettevo in atto tutte le mie modestissime forze per aprire il tiretto e vederlo appena. A volte, mi bastava solo sfiorare, con le mie piccole dita, una porzione minima del bordo così da lasciarmi abbandonare alla visione mentale dei colori, della brillantezza, dalla sagoma delle figure riccamente illustrate dell’IMMENSO, per me bambino, CAPOLAVORO. Mi sollevavo sulle punte delle piccole scarpe fino all’inverosimile per vedere il grande capolavoro. Mia madre ne era GELOSA CUSTODE. Chiaramente mia madre lasciava correre, anzi, non mi rimproverava, ma dai suoi sguardi e dal viso coglievo un velato accenno di sorriso, così da riuscire a captare la sua soddisfazione per la mia attenzione che mostravo nel considerare tale “RELIQUIA”.

La sorella di mia nonna nonché la mia prozia, ANTONIA DIBISCEGLIA (6), donna di chiesa, nubile, spesso mi parlava di questo capolavoro artistico.

Probabilmente, questo CAPOLAVORO, commissionato da Antonia Borrelli, per la sua articolata realizzazione, è uscito dalle mani di sapienti donne di chiesa che erano dedite alla confezione di paramenti sacri ricamati, di quadri, di statue di Santi e Madonne sotto le campane di vetro, corredi matrimoniali e tanto altro. Aggiungo che tali lavori venivano realizzati anche presso i vari Istituti di suore operanti a Cerignola. Un lavoro che richiedeva tempo, impegno, pazienza, intuito, creatività e artisticità. Il lavoro veniva scandito, durante la giornata, con la preghiera e animato da tanta fede e devozione. Ricordo che da bambino  (anni ’50), la mia prozia ANTONIA DIBISCEGLIA, poc’anzi citata, la quale viveva con noi in famiglia, era solita farsi accompagnare da me, bambino, nel far visita alle sorelle CLAUDIO, anziane e nubili, donne di chiesa che abitavano in un monolocale in “VIA / DOTT. TEODATO ALBANESE / CADUTO PER LA LIBERTA’ / FOSSE ARDEATINE 24.3.1945”, n. 63. La più anziana era Giuseppina rispetto ad Antonietta, le quali ricamavano corredi e paramenti sacri

Ma torniamo al RARO DOCUMENTO. Balza subito all’attenzione, con una disarmante immediatezza, la bellezza CROMATICA. Trattasi di una TAVOLOZZA CROMATICA tendente al ROSSO, colore vibrante del CUORE, come centro di gravità, fulcro principale di tutto l’apparato figurativo, del SACRATISSIMO CUORE di GESU’.

Le vistose e numerosissime ROSE ROSSE ad ampi petali con boccioli ampiamente aperti, ma non cadenti, si compongono a formare ampi fasci fioriti e, soprattutto, vistose GHIRLANDE tenute da ANGELI. La presenza in ordine sparso, ma ben calibrati, di numerosissimi altre varietà di FIORI, più piccoli, creano una variopinta e ricca  tavolozza producendo l’effetto di un rigoglioso GIARDINO FLOREALE CROMATICO. Tutto è in festa a voler onorare il SACRO CUORE. Gli ANGELI, i PUTTI, i CHERUBINI accennano un timido sorriso. È una EPIFANIA, un INNO alla BELLEZZA che rasenta l’inverosimile.     

Il lavoro, molto raffinato, sapiente e di buon gusto è, soprattutto, basato sull’assemblaggio di varie porzioni cromatiche di raffigurazioni ritagliate da cartoncino tenero, appartenuti a elementi decorativi pubblicitari. Sono ricavati da piccole scatole di prodotti pubblicitari, da applicazioni su carta per lettere, da calendari, da etichette e altro, ma anche da fogli prestampati che, al momento, venivano ritagliati a seconda dell’uso. I “personaggi” di estrazione SACRA, ANGELI, PUTTI e CHERUBINI, praticamente, erano raffigurazioni di estrazione PROFANA, riutilizzati e adattati nel sacro. Conosciamo bene le belle VILLE di epoca romana, a POMPEI e a ERCOLANO dove vi sono stupendi AFFRESCHI decorati con putti, angeli, cherubini e AMORINI con ghirlande e festoni floreali a decorare enormi ambienti di rappresentanza con affreschi di fondo con il caratteristico ROSSO POMPEIANO. Questo rifarsi, nella tecnica decorativa della seconda metà dell’OTTOCENTO – Inizio NOVECENTO è il voler valorizzare la bellezza del colore riscoprendo la classicità e l’archeologia.   

AFFASCINA, senz’altro, lo splendore dei COLORI VIVACI delle FIGURE stampate con la tecnica della CROMOLITOGRAFIA, la stessa dei “santini”. Tecnica usata dalla seconda metà dell’Ottocento protrattasi sino agli inizi dell’900.

Il CAPOLAVORO è un INNO alla LUCE che viene veicolata verso il CENTRO verso la bella IMMAGINE del SACRO CUORE di GESU’. La LUCE è riveniente da una MOLTITUDINE di ANGELI, PUTTI, CHERUBINI, FIORI multicolori.

Questo bel lavoro di ASSEMBLAGGIO si presenta in tre “quinte”: la prima a dimensione molto piccola posta sulla base, la seconda molto più ampia e la terza molto più grande, andando ad occupare i due laterali e la parte superiore. Infine, segue la “quinta” finale dove si staglia la bellissima elaborazione grafica-cromatica del SACRO CUORE di GESU’, attorniato da tantissime teste di  PUTTINI alati.

L’intero CAPOLAVORO vuole rimandare ad un palcoscenico “TEATRALE” che si mostra, dopo l’apertura dell’immaginario SIPARIO, con le varie “QUINTE, evidenziando le parti laterali in modo che venga a rimanere la “QUINTA” finale, la parte CENTRALE tanto da rimanere ESTEREFATTI per “l’esplosione” dei colori e di LUMINOSITA’ emanato per il color ORO scintillante dell’ampia AUREOLA del SACRATISSIMO CUORE di GESU’, delle NUMEROSE STELLE minute che costellano il candido MANTO BIANCO bordato di con lo stesso colore oro, a coprire la veste e le maniche di color rosso di tono minore.   

Ma ora lasciamo la parola alla stupenda VISIONE fotografica e al silenzio per dare spazio alla OSSERVAZIONE, alla CONTEMPLAZIONE e alla MEDITAZIONE del CAPOLAVORO di RARA BELLEZZA ARTISTICA E DEVOZIONALE.

Cerignola, 19 giugno 2024                                           Matteo Stuppiello   

Note

(1) – ANTONIA BORRELLI (*Cerignola (FG) 3.8.1863 †Cerignola (FG) 6.7.1917) figlia di Gennaro Raffaele e di Ripalta Perchinunno.

(2) – RIPALTA DIBISCEGLIA (*Cerignola (FG) 12.1.1888 †Cerignola (FG) 16.3.1953) figlia di Giuseppe e di Antonia Borrelli.

(3) – LUCIA RUSSO (*Cerignola (FG) 8.9.1915 †Cerignola 10.8.1987) figlia di Matteo e di Ripalta Dibisceglia.

(4) – Tecnica Leporello -www.grafichecelori.com.

(5) – Tecnica del Découpage – www.wikipedia.org

(6) – ANTONIA DIBISCEGLIA *Cerignola (FG) 18.6.1892 †Cerignola (FG) 11.4.1970) figlia di Giuseppe e di Antonia Borrelli.

1 – Cerignola – DOCUMENTO ARTISICO DEVOZIONALE di FEDE fine sec. XIX e gli inizi del sec. XX – ARCHIVIO MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO (1979) – Foto Matteo Stuppiello 07.06.2024.

2 – Cerignola – DOCUMENTO ARTISICO DEVOZIONALE di FEDE fine sec. XIX e gli inizi del sec. XX – ARCHIVIO MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO (1979) – Particolare – Foto Matteo Stuppiello 07.06.2024.

3 – Cerignola – DOCUMENTO ARTISICO DEVOZIONALE di FEDE fine sec. XIX e gli inizi del sec. XX – ARCHIVIO MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO (1979) – Particolare – Foto Matteo Stuppiello 07.06.2024.

4 – Cerignola – DOCUMENTO ARTISICO DEVOZIONALE di FEDE fine sec. XIX e gli inizi del sec. XX – ARCHIVIO MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO (1979) – Particolare – Foto Matteo Stuppiello 07.06.2024.

5 –
ANTONIA BORRELLI
(*Cerignola (FG) 3.8.1863 †Cerignola (FG) 6.7.1917)
figlia di Gennaro Raffaele e di Ripalta Perchinunno.