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LA CAPPELLA DELLA SANTA CROCE O DELLA CROCE O DEL SS.MO CROCIFISSO NELLA CHIESA MADRE – PRIMA PARTE

Continuiamo il percorso storico-culturale nell’interno della vetusta CHIESA MADRE. Questa volta portiamo alla luce un’altra “PERLA” che risulta veramente nascosta, analizzata nei particolari più reconditi, riferito a quanto è riuscito a SALVARSI fino ad oggi, con il conforto dei documenti indispensabili, in tal modo riusciamo a tracciare una significativa pagina STORICA ed a restituire DIGNITA’ alla Cappella del SS.MO  CROCIFISSO.

Posizionandoci nella Navata laterale di sinistra, superata la prima e la seconda campata, arriviamo all’ingresso che immette nella CAPPELLA in oggetto, la quale origina sempre sulla parte di sinistra. L’ingresso si presenta con un Arco a tutto sesto, che va ad interessare tutta la campata, composto da un solo filo di conci in tufo i quali denotano grande perizia nella messa in opera. L’arco poggia su due capitelli in tufo con la parte superiore aggettante sull’intradosso dei due pilastri in muratura. Sovrasta il suddetto arco nella parte centrale e sommitale una “finestra” o “nicchia”, sempre in tufi, un filare con strombatura avente una forma, che richiama lo stile gotico ma molto inconsueta in questo caso, tanto da lasciarci perplessi sul vero significato di questo elemento architettonico. Pensiamo più ad una soluzione decorativa. Si diceva: la strombatura finisce con una esigua apertura a forma  trilobata con piccola cornice di contorno; al suddetto Arco a tutto sesto segue un’ampia muratura di riempimento fino ad arrivare al primo Arco gotico che fa da contrafforte al secondo Arco dello stesso di stile a reggere la porzione di volta a crociera.

La visione della CAPPELLA è molto gradevole per il susseguirsi delle varie strutture presenti e per l’utilizzo di vari materiali che la compongono. Varcato l’ingresso, molto ampio, lo sguardo del fedele, una volta, si concentrava sulla parte centrale e più profonda, l’ALTARE, ma soprattutto sul CROCIFISSO; la volta si presentava a padiglione. Sulle pareti due ampie NICCHIE, affrontantesi, seguite da due FINESTRE a forma ovoidale poste in verticale e quasi al termine delle pareti che danno luce all’Altare. Altre due FINESTRE similari sono collocate alla stessa altezza delle prime  ma ai lati dell’Altare. La luce che filtra è notevole. L’ALTARE,  realizzato in “MARMO”, essenzialmente, è in pregevolissima breccia, reca alla base del paliotto, incisa  su marmo grigio venato, la seguente iscrizione: “ERETTO A DIVOZIONE  DEL CAN(ONICO) D(ON) SAVERIO D’EUGENIO  NEL 1865” (1). Le misure della ISCRIZIONE sono: lunghezza cm. 116,5; altezza delle lettere e della data cm. 2.

 DESCRIZIONE DEL PREGEVOLE ED ARTISTICO ALTARE MARMOREO

La PREDELLA  è composta  da due scalini con alzata e pedata in pregiato marmo. L’alzata, sia del primo che del secondo scalino, comode per la salita del celebrante, è realizzata in marmo scuro venato-brecciato; la pedata per il primo scalino, molto ampia di marmo grigio venato con bordo modanato ed aggettante percorre tutto lo scalino, oltre la parte anteriore che i laterali terminando sotto i cantonali addossandosi alle pareti. La pedata del secondo scalino è composta da un’unica lastra marmorea grigio venato che, come l’altra, arriva a perimetrare oltre la parte anteriore anche i laterali e va ad interessare la metà, naturalmente più in alto, i cantonali. La MENSA è realizzata da una lastra marmorea grigio-venato recante al centro l’incavo dove risultano murate le Reliquie di Santi che stanno a testimoniare l’avvenuta consacrazione dell’Altare per la celebrazione della Santa Messa. La lastra della mensa poggia su due PILASTRINI realizzati in marmo grigio-venato con basi polimodanate, sia superiori che inferiori a voler dare movimento e artisticità al manufatto. Inoltre il centro dei pilastrini reca una fascia di marmo scuro venato-brecciato. Va ad impreziosire artisticamente, ai lati dei pilastrini, una lastra di marmo grigio venato  finemente lavorata a realizzare un motivo floreale stilizzato molto esteso da produrre l’effetto di un FIORE che SBOCCIA, ma nel contempo, in questo fiore quadrilobato con enorme bottone centrale, a presentare la tipica forma dei fiori composti del girasole che per l’appunto fa parte delle composite.

Ci viene da pensare alla CORONA di SPINE del SS.MO CROCIFISSO molto stilizzata, che dal DOLORE si è trasformato in profondo AMORE. Ancora quattro bordi interni dei rispettivi lobi (grossi petali) finemente lavorati ad imitare QUATTRO GROSSE SPINE lunghe molto aculeate.

Credo che questa rappresentazione sia stata riprodotta volutamente sui piastrini laterali difficilmente visibili e molto di impatto emozionale poiché in parte venivano coperte dalle tovaglie cadenti lateralmente e si ponevano in modo molto discreto. Ultima nota per questa rappresentazione floreale la colorazione molto sapiente e raffinata in nero di tutte le parti anatomiche del fiore.

I CANTONALI anche questi artisticamente decorati in un grosso rettangolo posto in verticale con intarsio recante una larga fascia  perimetrale in marmo color nocciola, al centro una UNICA pregevolissima lastra di marmo scuro venato-brecciato speculare alla decorazione dell’altro cantonale.

Ma veniamo al PALIOTTO marmoreo; questo si presenta con una fascia perimetrale di marmo color nocciola, più ampia nella parte superiore, di uguale spessore sia ai lati che nella parte inferiore. Una UNICA lastra di fondo in marmo scuro venato-brecciato presenta ad intarsio al centro una figura geometrica a ROMBO dove i due vertici dell’asse maggiore si arrestano a pochi centimetri dal bordo di marmo color nocciola mentre gli altri due vertici sono in asse mediano dell’Altare. Ancora al centro, sempre ad intarsio, una CROCE stilizzata con raggi originantisi dal punto centrale, in marmo color nocciola, vanno ad impreziosire la lastra di fondo in un bel marmo verde venato che ben si armonizza con tutto il resto del paliotto. Alla base del Paliotto, superata la cornice polimodanata in marmo grigio venato, vi è la lastra marmorea, dello stesso marmo, sulla quale vi è incisa la iscrizione del BENEFATTORE.

Ma continuiamo la descrizione dell’ALTARE. Due ampi REGISTRI vanno a completare il manufatto. Il primo poggia su una minima base in marmo grigio venato; l’alzata in marmo chiaro venato-brecciato; il secondo registro sempre poggiante sulla base in marmo grigio venato risulta nel complesso molto più elaborato, riprende la decorazione dei CANTONALI. Due fasce orizzontali, interrotte dal TABERNACOLO, sono in marmo scuro venato-brecciato perimetrate dalla fascia di marmo color nocciola. Artistici sono i due CAPIALTARI realizzati in due espressive VOLUTE con base superiore piatta. Il TABERNACOLO, un TEMPIETTO CLASSICO, con timpano in marmo verde racchiuso da una cornice polimodanata in marmo grigio venato compreso i laterali. Il suddetto timpano poggia sul piccolo architrave sempre in marmo grigio venato. I laterali recano nella parte interna una fascia in marmo scuro venato-brecciato. La parte centrale dove si apre il TABERNACOLO presenta una lastra molto pregiata di marmo color rosa-crema venato e brecciato a piccoli clasti  con tonalità dei colori molto tenui. La PORTICINA della CUSTODIA, in metallo,  reca a sbalzo l’OSTENSORIO del SS.mo SACRAMENTO con al centro il monogramma IHS. Fa da contorno all’Ostensorio, a rilievo, una polimodanatura con arco centinato tutto in ottone, mentre la lamina di fondo con l’OSTENSORIO molto a rilievo credo siano in argento, due putti a destra e due altri a sinistra con nuvola vegliano e glorificano il SANTISSIMO.

Chiudiamo la descrizione con l’artistica NICCHIA che sovrasta l’ALTARE. Più in alto dell’ultimo registro, per risultare più slanciata, l’ampia NICCHIA, abbastanza profonda, è perimetrata da un’artistica CORNICE polimodanata in marmo grigio venato, al centro, di bell’effetto cromatico, una fascia di marmo scuro venato-brecciato percorre tutta la CORNICE compreso l’arco a tutto sesto ribassato interrompendosi alla sommità, nel punto di chiave dell’arco, per la presenza di un altro elemento caratterizzante il pregio artistico, un PUTTO molto curato nei vari elementi anatomici: fronte, occhi, naso, guance e mento; capelli composti e poco riccioluti, con ali aperte e ribassate. Sembra con il suo sguardo attento e severo svolgere la delicata funzione di “guardiano” in un luogo sacro che pone alla venerazione dei fedeli tutto il dramma vissuto da Gesù Cristo culminato con la CROCIFISSIONE.

La varietà dei MARMI, l’accostamento dei colori che sono diversi nelle sfumature, e soprattutto il taglio sapiente e la composizione dei “pezzi” posti simmetricamente, esperienza degli artefici, penso marmorari locali, danno a questo Altare PREGEVOLEZZA ed ARTISTICITA’. Tutto a merito di due Sacerdoti, INSIGNI BENEFATTORI:  CAN. VINCENZO MACCHIARULO e il CAN. SAVERIO D’EUGENIO. La iscrizione riporta solo un nome l’altro lo abbiamo ricavato da una meticolosa ricerca della quale diamo subito l’esito dove ricaviamo che D. VINCENZO MACCHIARULO: “[…] Fè costruire nella cappella del Crocifisso un marmoreo altare, di cui sostenne per due terzi la spesa[…]” (2).    Completa la CAPPELLA  una interessante iscrizione murata sul lato sinistro per chi guarda l’Altare. E’ una iscrizione incisa su marmo grigio venato e reca inciso, in alto nella zona mediana, lo STEMMA  DI  SAN PIETRO (le CHIAVI), che corrisponde a quello del CAPITOLO CATTEDRALE e lo riscontriamo su parecchie iscrizioni del XVI secolo murate in parti diverse nella stessa Chiesa Madre.

Ma torniamo all’ISCRIZIONE; questo il testo latino con la trascrizione e la traduzione (3): “ALTARE. HOC. PRIVILEGIATUM. / ANTEHAC. PRO. UNO. DEFUNCTO. / DONANTE. GREGORIO XIII. KAL(ENDIS). MAII. / ANNO. MDLXXXIV. / NUNC. ET. PRO. PLURIBUS. IN. PERPETUUM. / HABENDUM. / EX. GRATIA. GREG(ORII). P(ONTIFICIS). M(AXIMI). QUAM. CAPITULUM. HOC. / BENIGNE. OBTINUIT. / TERTIO. KALENDAS. DECEMBRIS.  / ANNO. MDCCCXXXIX.”

Traduzione: “DONANDO GREGORIO XIII QUESTO ALTARE PRIVILEGIATO PRIMA D’OGGI PER UN SOLO DEFUNTO IL PRIMO MAGGIO  1584 CHE SI TENGA ORA E PER PIU’ (DEFUNTI) IN PERPETUO PER GRAZIA DI GREGORIO PONTEFICE MASSIMO QUESTO  CAPITOLO BENIGNAMENTE OTTENNE IL 4 DICEMBRE NELL’ANNO 1839”. Le misure: b x h: cm. 59 x 44; h delle lettere: ll. 1-10 cm. 1,7 / 8.

Cerignola, 12 settembre 2016                                                                           Matteo Stuppiello

1 – Cerignola – CHIESA MADRE – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Rione TERRA VECCHIACAPPELLA del SS.mo CROCIFISSO (sec. XV) – Foto Matteo Stuppiello 15.12.1982.

2 – Cerignola – CHIESA MADRE – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Rione TERRA VECCHIA  CAPPELLA del SS.mo CROCIFISSO (sec. XV) – Particolare dell’ALTARE – Foto Matteo Stuppiello 27.4.1991.

5 – Cerignola – CHIESA MADRE – Parrocchia “San Francesco d’Assisi” – Rione TERRA VECCHIA  CAPPELLA del SS.mo CROCIFISSO (sec. XV) – ISCRIZIONE litica – Foto Matteo Stuppiello 23.2.1977.

Si veda anche:

LA STORIA DELLA CAPPELLA DEL SS.MO CROCIFISSO NELLA CHIESA MADRE – SECONDA PARTE

L’ARTISTICO CROCIFISSO LIGNEO POLICROMO DEL ‘400 ORA NEL DUOMO – TERZA PARTE