Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

INTERESSE E GIOIA DEI 20 “LUPETTI” SCOUT DI CERIGNOLA IN VISITA AL MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO

Una esperienza affascinante per il GRUPPO  “Il Branco dei Lupetti” SCOUT “San Michele” – Cerignola 2 risiedente presso la Parrocchia “San Trifone m.” Sotto la vigile guida del Sig. GIUSEPPE GAMMINO, “CAPO BRANCO” e dal Sig. NICO BUCHICCHIO “AIUTO CAPO BRANCO”, 20LUPETTI” sono venuti in Visita Guidata sul Museo Etnografico Cerignolano, sabato 5 maggio 2018; era assente il Sig. PIERLUIGI PAOLILLO anch’egli “AIUTO CAPO BRANCO”. EDUCATORI senz’altro esemplari per i RAGAZZI e SICURI PUNTI di RIFERIMENTO, che tanta GIOIA riescono a trasmettere infondendo loro l’amore per la propria CITTA’.

La VISITA CULTURALE era motivata e finalizzata  alla CONOSCENZA del “passatostorico-tradizionale della CITTA. E’ stata una ESPERIENZA CULTURALE di notevole ARRICCHIMENTO visivo-percettivo e annotativo sul “mondo contadino” vissuto dai Giovanissimi Scout attraverso le approfondite spiegazioni ricevute durante la visita al Museo Etnografico dallo scrivente.

I “LUPETTI” nelle loro impeccabili divise e con il loro Totem che li precedeva seguivano il “narratore” sostando nelle varie SALE del Museo. La sosta più appassionante , la “CASA DEL BRACCIANTE”. La sosta è stata ricca di informazioni enunciate dalla guida narrante alla quale è seguita la intensa reazione suscitata dai RAGAZZI, al pari di una ondata benefica e salutare;  hanno posto una miriade di domande mirate e ben articolate.

Si è verificato un EVENTO ECCEZIONALE suscitato per la prima volta, che consideriamo eccellente. Si è manifestato con grande ORIGINALITA’ e SPONTANEITA’ partito dagli stessi RAGAZZI proponendosi nel dare le RISPOSTE per alzata di mano. Loro stessi “ciceroni”, loro stessi “mini-guida”. Praticamente trascinati dalla gioia ed entusiasmo una decina di ragazzini mi sostituivano precedendomi nella narrazione.

Avevo NOTATO e già INDIVIDUATO nel GRUPPO circa una decina di questi RAGAZZINI dal volto che non mi era nuovo e alla mia esplicita domanda complimentandomi con loro, la risposta è stata molto semplice e quasi scontata: erano stati giorni prima con la Scuola ElementareG. Marconi”.

A mio avviso possiamo essere pienamente soddisfatti. Abbiamo colpito nel segno. E’ questo che si vuole dalle visite guidate: a dirla in modo molto semplice, un “innamoramento” in giovanissima età della CULTURA, del Museo Etnografico visto dai RAGAZZI come “CONTENITORECULTURALE ma, soprattutto, per il “CONTENUTO”. E’ un FASCINO irresistibile e straordinario che i RAGAZZI non riescono a contenere appena varcata la soglia d’ingresso al MUSEO. Si stagliano nella loro traiettoria visiva, sia in primo piano che  in profondità una ricca serie di OGGETTI che li portano a esclamazioni di gioia incontenibile.

L’operazione culturale visita guidata delle classi scolastiche è perfettamente riuscita. E’ la finalità alla quale si tende per infondere nelle nuove generazioni l’AMORE e l’ORGOGLIO per la propria Città e con la Sua ricca STORIA  di TRADIZIONI soprattutto CONTADINE.

E’ stata una sorpresa nella sorpresa. Il percorso nella “Casa del Bracciante” o del “Cafone” ha portato nei giovani ragazzi alla riflessione silenziosa, subito, al momento, a dare delle risposte sul CONTRASTO SOCIALE di “IERI” e di “OGGI”.

Gli OGGETTI stessi erano narranti: il “Saccone” di tela grezza, pieno di paglia di grano e se aggiungiamo intrisi di insetti che tormentavano di notte chi cercava di avere un meritato riposo dopo una lunga giornata di lavoro rispetto ai “signori” che dormivano su materassi puliti e imbottiti di lana dopo una giornata di poco meritato lavoro a far niente. I RAGAZZI lo hanno percepito eccome! L’acqua che scarseggiava e l’approvvigionamento costava, per la povera gene “cafoni”, “terrazzani” che abitavano nei “jusi” ambienti in seminterrati umidi, dove vivevano tutti i componenti della famiglia, con la presenza di galline, conigli (nelle gabbie) e cavallo o mulo; certamente l’acqua non veniva sprecata per lavare a terra e nemmeno per lavarsi: l’igiene, in questi ambienti umidi e malsani, lasciava molto a desiderare o meglio era assente. Lo squallore era al massimo. Il tormento d’estate aumentava quando la sera si chiudevano i battenti della porta, unico ingresso per l’aria ristoratrice che veniva a mancare: il caldo e, soprattutto, il cattivo odore che si accumulavano nell’interno, si creava un’aria irrespirabile, insopportabile. Tutto questo i ragazzi lo percepivano di volta in volta traendo la considerazione di come vivono oggi nelle loro camerette con tutte le agiatezze, balconi e finestre.

Interessante per loro, anche, il grande, enorme PIATTO dove tutti mangiavano e che non sempre si riempiva. Infatti nei 365 giorni capitava molto spesso che il piatto rimaneva vuoto e bisognava accontentarsi del “tozzo” di pane. L’inverno non sempre si riusciva a lavorare, per il cattivo tempo, per il freddo, la neve, il gelo, quindi niente spiccioli: era una tragedia nella misera famiglia.

Si passa nella Sala dell’Agricoltura dove i ragazzi hanno guardato e scrutato con attenzione il gruppo degli ARATRI di ferro: ad esempio il maestoso  POLIVOMERE, una massa ferrosa massiccia, articolata in una miriade di parti che hanno un nome e una funzione ben precisa. Sono partite le domande ed hanno  seguito le dovute risposte da me e dai ragazzi presenti. Gli alunni spiegano che amano la campagna, che hanno gli aratri e i loro genitori; i nonni hanno già riferito tutto. Quanta bravura e saggezza in questi ragazzini, una tenerezza immensa.

Altra sosta per le DIVISE dei Vigili Urbani risalenti dagli anni ’30 agli anni ’60 con tutti gli elementi di complemento: i cordoni dorati intrecciati, la spada nel fodero metallico, fregi sui cappelli, sulle mostrine. Elementi usati nelle parate di rappresentanza;  poi le DIVISE ordinarie, quelle bianche estive, quelle nere invernali; gli STIVALI, i GAMBALI, le SCARPE e tanto altro.

Ogni oggetto ha affascinato i ragazzi esploratori del MUSEO ETNOGRAFICO. Lasciati soli hanno scoperto i  mille e mille oggetti, attrezzi. Notavo alcuni dei ragazzi sostare da soli, in una forma “privata meditativa”, staccati dal contesto di quel momento, quasi attaccati alle vetrine ad osservare gli oggetti che sicuramente li avevano attratti e in silenzio, li ammiravano, felici di poterli toccare.

Un’ora intensa fatta di EMOZIONI , di SOLLECITAZIONI MENTALI, di RIFLESSIONI, di CONSTATAZIONI POSITIVE; noi aggiungiamo volendo essere, oggi, pieni di speranze future per questi GIOVANI SCOUT, che quello che hanno visto e sentito possa dare loro CERTEZZE CULTURALI nel tempo con la loro MATURITA’.

Cerignola, 12 maggio 2018                                     Matteo Stuppiello

 

Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Visita guidata del GRUPPO  “Il Branco dei Lupetti” SCOUT “San Michele” – Cerignola 2 risiedente presso la Parrocchia “San Trifone m.” Sotto la vigile guida del Sig. GIUSEPPE GAMMINO, “CAPO BRANCO” il GRUPPO  “Il Branco dei Lupetti” SCOUT “San Michele” – Cerignola 2 risiedente presso la Parrocchia “San Trifone m.” Sotto la vigile guida del Sig. GIUSEPPE GAMMINO, “CAPO BRANCO” – Foto Matteo Stuppiello 5.5.2018.

 

Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Visita guidata del GRUPPO  “Il Branco dei Lupetti” SCOUT “San Michele” – Cerignola 2 risiedente presso la Parrocchia “San Trifone m.” Sotto la vigile guida del Sig. GIUSEPPE GAMMINO, “CAPO BRANCO” e dal Sig. NICO BUCHICCHIO “AIUTO CAPO BRANCO” Foto Matteo Stuppiello 5.5.2018.

 

Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Visita guidata del GRUPPO  “Il Branco dei Lupetti” SCOUT “San Michele” – Cerignola 2 risiedente presso la Parrocchia “San Trifone m.” – Foto Matteo Stuppiello 5.5.2018.

 

Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Esterno – Fine della visita guidata del GRUPPO  “Il Branco dei Lupetti” SCOUT “San Michele” – Cerignola 2 risiedente presso la Parrocchia “San Trifone m.” Foto Matteo Stuppiello 5.5.2018.