Lo studio della TOPONOMASTICA cittadina meriterebbe un’accurata e ragguardevole attenzione da parte di tutti. E’ la SCUOLA ad essere, per ovvie ragioni, la depositaria di una attenta e scientifica ricognizione di tale SCIENZA. Rione per rione, le loro strade, i loro vicoli andrebbero censiti, fotografati e catalogati con SCHEDE dagli alunni/e sotto l’attenta direzione di insegnanti di materie specifiche. Lo studio dovrà procedere, in tal senso, con rigorosa SCIENTIFICITA’.
E’ senz’altro un modo tangibile per avvicinare le nuove generazioni ad amare la propria Città, infondere in loro un amore “sano” che non sia “strumentalizzato” ed “inquinato”, ricostruendola culturalmente “pietra dopo pietra”.
E’ un patrimonio storico-documentale che non deve e non può essere perduto o distrutto. Così non devono essere perdute le originarie TARGHE marmoree semplici, realizzate dai nostri esperti SCALPELLINI di un tempo, realizzate in marmo bianco venato o grigio venato bianco e scuro, dove il tempo ha lasciato i segni dovuti all’esposizione agli agenti esogeni atmosferici. Oltre a queste ci sono anche TARGHE litiche ricavate dalla lavorazione di ARDESIE (grigio scure) con la dipintura dell’iscrizione in vernice rossa e altre ancor più pregiate del tipo MARMOREE NIELLATE con lettere di piombo incassate nella incisione.
Purtroppo, quasi quotidianamente assistiamo alla demolizione di case, di secoli passati, ubicate all’inizio o al termine di una strada e con esse la distruzione violenta della TARGA TOPONOMASTICA. La non preservazione di queste ANTICHE TESTIMONIANZE litiche dimostrano indifferenza e assenza di attenzione verso le nostre radici, soffocandole con targhe nuove dal marmo tirato a “lucido” e con incisioni certamente non realizzate artigianalmente a mano. Peggio ancora apponendo sulle nuove targhe lettere in bronzo di cattivo gusto.
Il macabro rito della sovrapposizione delle nuove TARGHE sulle originarie è stato perpetrato nel 2008, nella TERRAVECCHIA, il CENTRO STORICO MEDIEVALE, a danno della TOPONOMASTICA: “[…] Tanta festa però e tanta bellezza per chi sta attento ai SEGNI qualificanti il TUTTO sono state turbate dall’amara constatazione di interventi maldestri, dozzinali, di manomissione sugli specchi epigrafici veicoli della TIPONOMASTICA, malamente coperti da lastre in ceramica, pretese come più belle. Una vera e propria superfetazione, invece! Ovviamente da rimuovere e fare “piazza pulita”. Quagli specchi epigrafici, in pietra liscia e semplici, per far posto alle “sovrapposizioni” sono stati violentati con quattro fori e altrettanti chiodi per reggere il materiale estraneo. Tutto questo non va. Quinte, strade e via rimangono quali ci sono stati dati. Si tolga quel disturbo voluto dalle Amministrazioni precedenti o da queste lasciate correre,. Il passato va accettato, custodito, esaltato nella sua anima e sostanza, mai manomesso […]” (1).
Ma torniamo ad affrontare il TEMA in oggetto. In nostro aiuto giunge la TOPONOMASTICA. Infatti il toponimo superstite ci ha permesso di risalire alla esatta ubicazione de “L’industria del SALNETRO” individuata nel RIONE “San Matteo”. Vi sono quattro strade così intitolate: “VIA / SALNITRO”, VICO I° / SALNITRO, VICO II° / SALNITRO, “VICO III° / SALNITRO”, “VICO IV° / SALNITRO”(questi ultimi due purtroppo privi di TARGHE).
La ricerca e l’individuazione sul “campo” si ricollega alla ricerca e studio dei DOCUMENTI CARTACEI. La ricerca effettuata presso il GRANDE ARCHIVIO di STATO di NAPOLI, mi portarono, il 18 luglio 1984, alla scoperta del “CATASTO ONCIARIO” compilato per Cerignola, in loco, nel 1742, nel quale scoprivo l’esistenza di una zona vocata alla preparazione del SALNITRO. Inoltre le notizie che venivano registrate mi davano la possibilità di risalire alle famiglie e ai componenti con nomi e cognomi delle persone impegnate in questa attività che era ad appannaggio del Feudatario di Cerignola, il Duca PIGNATELLI. Oltre ad una serie di dati che si possono evincere dalla trascrizione dei documenti che riportano le singole SCHEDE dei nuclei famigliari.
Il SALNITRO non è altro che il NITRATO di POTASSIO corrispondente alla formula chimica KNO3. Serviva per la preparazione della polvere da sparo, per i fuochi pirotecnici… Veniva recuperato dalle pareti delle grotte e dalle pareti delle case. Zone con sottosuolo molto umido dove l’acqua (falde acquifere) poco profonda per risalita dal terreno permeava per capillarità nelle pareti creando all’esterno un caratteristica EFFLORESCENZA che a contatto dell’aria cristallizzava come piccoli fiocchi. Una volta ricavato veniva trattato con minime quantità di carbone e di zolfo. Su questo argomento vi è un’ampia letteratura dove poter attingere notizie più specifiche.
Ma ora veniamo ai DOCUMENTI CARTACEI rinvenuti nell’ARCHIVIO di STATO di NAPOLI :
- il 20 luglio 1991 la ricerca mi porta all’individuazione dell’ APPREZZO della Città di Cerignola del 1672 (2). Riporto il titolo integrale del documento: “Copia informe dell’apprezzo della Terra di Bisaccia, e Cirignola posseduta da D. Carlo Pignatelli Duca di Bisaccia, formato dal Tavolario Dom(eni)co Ant(oni)o Sabatino coll’intervento del Consig(lie)re D. Sances Lossuda, lo Scrivano Giuseppe Ceraso […]”. In questo documento la Città e gli abitanti vengono posti sotto la lente d’ingrandimento per quanto riguarda le tasse e fra le tantissime notizie leggiamo quanto segue: “[…]L’orto di S. Stefano situato da sotto il Castello, con(finan)te c(on) la strada che va à Foggia, nel Principio vi è una Cappella quasi diruta sotto il tit(ol)o di S. Stefano, et in mezzo d(ett)o Terr(en)o vi è una stanza coverta à tetto, quale serve p(er) comodità dell’affittatore, che vi fa il salnitro e da fuora vi è un pozzo: et havendo d(ett)o terr(en)o misurato l’hò ritrovato di una vers(ura) e due terze; che da Noi considerato tiramo la rendita d’esso p(er) d(oca)ti trenta quattro l’anno[…]” (3).
Quindi veniamo a conoscenza che già nel 1672 nell“orto di S. Stefano” vi era chi era dedito alla produzione e lavorazione del SALNITRO.
- il 18 luglio 1984, si diceva prima, la ricerca mi portava all’individuazione del “CATASTO ONCIARIO”(4) di Cerignola nel quale vengono riportate le SCHEDE dei nuclei famigliari.
Pubblichiamo, per la prima volta, le SCHEDE che riportano i seguenti nuclei FAMIGLIARI:
“LXII – c. 302
– Christofaro Cannone Salnitraro d’anni 31, Lucia Specchio Moglie d’anni 26, Nicola figlio d’anni 10, Eurelia figlia d’anni 4, Vittoria figlia d’anni 2. Testa- d(ocat)i 1; Industria – onc(ia) 2. Abita in Casa di Francesca Gargara, sita nella Strada di S. Sofia, attaccata à quella d(el)’ Abadia di S. Gaetano pagandone p(er) fitto d(ocat)i sette”.
“CLIV – c. 329.
Francesco Cannone Salnitraro d’anni 24, Caterina Quinta Moglie d’anni 19, Vincenzo figlio d’anni 1 – Testa duc(ati) 1 – Industria onc(ia) 12 – Abita in Casa d(e)l V(enerabi)le Conv(ent)o di S. Domenico, pagandone di fitto annui d(ocat)i quattro.
Possiede due terzi di versure di Territorio, Seminatorio con poco pastano di viti, sito nel Luogo detto Paolo Rinaldi confinante con quello di Giovanni Mancino, stimato di rendita carlini otto, e mezzo, soffrendone il peso al V(enerabi)le Conv(ent)o di S. Domenico annui d(ocat)i uno, e grana trenta”
“CLXVIII – c. 333.
Giuseppe Domenico Leonetti Salnitraro d’anni 22, Rocco Leonetti F(rate)llo d’anni 70, Donata Cannone Madre ved(ov)a d’anni 50 – Testa duc(ati)1 – Industria onc(ia) 12. Abita nella Casa d(e)l Rev(erend)o Capitolo pagandone di fitto p(er) sua rata d(ocat)i due.
Possiede una Vigna nel Luogo detto La Mezzanella di Capacità di vigne quattro, in circa, attaccata a quella di Michele Mancino, stimata di rendita p(er) doc(ati) uno, e gr(ana) venti sono onc(ia) 4, Sono in tutto onc(ia) 16.
Pesi da dedurasi
Paga di peso p(er) annuo Canone all’Abadia di S. Gaetano grana ottanta sei, ed un terzo sono onc(ia) 2: 26 1/3 – Restano onc(ia) 13: 03 2/3.
“CCVIII – c. 341.
Giuseppe Bar(tolome)o Cannone salnetraro d’anni 40, Angela di Leo d’anni 35, Michele figlio d’anni 4, Pascale figlio d’anni 2, Preziosa figlia d’anni 13, Marta figlia d’anni 11, Rosa figlia d’anni 7 – Testa duc(ati) 1 – Industria onc(ia) 12 – Abita nella Casa del Rev(eren)do Capitolo pagandone in fitto d(ocat)i sei.”
“CCXXXI – cc. 346-347
– Giovanni Mancino Salnitr(ar)o e Massaro di Campo d’anni 40, Lorita Cannone Moglie d’anni 36, Nicola figlio d’anni 12, Domenic’Antonio figlio d’anni 1, Diodata figlia d’anni 5. Testa doc(at)i 1 – onc(ia) 14. Abita in una Casa propria, consistente in due Membri inferiori, de quali, uno serve p(er) abitazione, e l’altro affittato a Sebastiano penza p(er) docati sei, che dedottone il quarto, p(er) le riparazioni , restano d(ocat)i quattro e mezzo, sono onc(cia) 15.
Possiede un comp(rensori)o di Case in più, à diversi membri con Cantina di sotto, sita avanti la Colleg(ia)ta Chiesa, attaccata con quella di Donato Novella che si può affittare ogn’anno d(oca)ti venti, che dedottone il quarto restano d(ocat)i quendeci, sono onc(ia) 50.
Possiede una vigna vitata, ed alborata con Casa, pozzo, Conzo, ed altro , sito nel Luogo detto La Mezzanella di capacità di vigne diciotto, cioè nove piene, e nove di pastino stimato di rendita p(er) d(ocat)i dieci, e gr(rana) ottanta restano onc(ia) 56.
Possiede un Territorio di capacità circa vers(ure) due, tutte piantate di viti ad uso di vigne al num(er)o di vite undeci piene, stimate di rendita d(ucat)i sei, e grana sessanta che sono onc(ia) 22.
Possiede num(er)o sei Bovi Aratorij, stimati di rendita d(ocat)i quindeci, che sono onc(ia) 22.
Fa Industria d(el) Salnetro d(e)lla R(egi)a Corte con due Caldare, una nell’Ortale , ed’acconcio d(el) Mag(nifi)co Primerio de Martinis p(er) cui ne paga annui d(ocat)i venti quattro, e l’altro nell’acconcio dell’Ill(ustr)e Barone , p(er) cui ne paga annui d(ocat)i quattordeci, quale Industria lo può fruttare ogn’anno da fertile ad infertile-
Pesi da dedursi
-Paga di peso sopra detti beni al R(everendissim)o Capitolo annui d(ocat)i otto p(er) Capitale di d(ocat)i cento – sono onc(ia) 26: 20.
Al d(ett)o R(everedissim)o Capitolo p(er) il fondo d(el) compenzo annui carlini quattro, sono onc(cia) 1: 20.
Al Ve(nerabi)le Conv(ent)o di S. Domenico annuii do(cat)i quattordeci, e gr(ana) sessant’otto p(er) Capitale p(er) d(ocat)i centottantetrè, che sono onc(ia) 48: 28.
All’Abadia di S. Gaetano per il fondo d(e)lla Vigna annui d(ocat)i sei, e gr(ana) settant’otto, e mezzo, che sono onc(ia) 22: 18 e ½.
Al sud(ddett)o Convento di S. Domenico p(er) il fondo d(e)l Territorio annui d(ocat)i trè, e gr(ana)settanta che sono onc(ia) 12: 10.”
Alla suddetta Scheda aggiungiamo un dato importante che ci permette l’individuazione del sito della “industria del Salnitro”. Lo ricaviamo, sempre dallo stesso documento, il CATASTO ONCIARIO ed in particolare dalla SCHEDA “CCCLXXVIII”cc.391-392 in cui si narra del ricchissimo proprietario PRIMERIO de MARTINIS che “vive d(e)l suo” d’anni 43 con moglie e cinque figli con nutrito elenco di proprietà tra le quali: “Possiede un’Ortale, in cui vi tiene l’acconci p(er) far salnetro nel Luogo detto il Salnetro affittato à Giovanni Mancino p(er) d(ocat)i venti quattro, sono onc(ia) 80: “.
“CCCLXXXIX – c. 395
-Pietro Lionetti Salnitraro d’anni 42, Vit’Antonia Mancino Moglie d’anni 32. – Testa d(ocat)i -1. Ind(ustri)a – onc(e) 12. Abita nella Casa del Mag(nifi)co Antonio Maratia, pagandone di fitto d(ocat)i cinque, e mezzo”.
“Forastieri abitanti Laici”- c. 428.
59 – Michele Mancino d(e)lla Città di Barletta salnitraro d’anni 34, Christina Cannone Moglie d’anni 24, Maria Giuseppe fig(li)a d’anni 5, Grazia figlia d’anni 2 – Jus abitationij 1.60 – Abita in Casa Palaziata d(e)l Ma(agnific)o Antonio Gala ne paga annui d(ocat)i 7:50.
Possiede un Casaleno diruto sito nella Strada d(e)l Forno Vecchio confina con quello d’Antonio Durante con il peso d’annui carlini dieci, dovuti à questo Rev(erend)o Capitolo p(er) il capitale di d(ocat)i .26.
Possiede una mezza vers(ur)a di Territorio, sito nel Luogo detto La Mezzanella, in cui vi tiene piantate vigne di vite num(er)o trè, stimata la rendita carlini 18., da quale dedottone il peso di carlini nove p(er) il fondo dovuto all’Abadia di S. Gaetano restano carlini nove sono onc(ia) 3. – Sono in tutto onc(ia) 3.”
Sempre restando nel “CATASTO ONCIARIO” consultiamo la parte che riguarda “Libro d’apprezzo / de Stabili di q(u)esta Terra / di Cirignola” – “Squarcio di Campagna / del libro d’Apprezzo di / Cirignola”. In questo documento vengono elencate le CONTRADE del Territorio e le proprietà dei terreni e le diverse colture ed attività che vengono praticate. L’elenco viene compilato a partire dalla contrada “Santa Maria li: 22 ottobre 1742”; si arriva al mese successivo ancora con la medesima contrada “S. Maria li 15:9(vem)bre1742” e comprende altre contrade compresa quella del SALNITRO. Nel nostro caso poniamo l’attenzione per il “Luogo detto di sotto il Salnetro”:
-“Il Vene(rab(i)le Monistero del Carmine di questa Terra in detto luogo possiede. Due pezzi di territorio seminatorij li cregni, di Capacità di Catene. 30., confinante col Salnetro del m(agnifi)co Primero de Martinis, e Strada, che puo rendere ogn’anno tra fertile, e infertile d(ocat)i 88; c. 187 r.
-Mag(nifi)co Gasparo Carola della Città di Termoli nel Luogo detto S. Maria degli Angeli, possiede un territorio, seu Ortale Seminatorio di capacità di versura mezza, confinante colla Cappella di S. Maria degli Angeli, e Strada di puzzo maggiore, che puo rendere ogn’anno da fertile, ad infertile d(ocat)i 50;c. 187 r.
-Il R(everen)do D. Ottavio Gala sopra le grotte. Di pozzo maggiore possiede un territorio, seu Ortale di capacità di v(ersur)e due. ad uso di Seminatorio, confinante con quello di Donato Novella, e quarto dell’[…], che puo rendere da fertile ad infertile d(ocat)i 2; c. 187 r.
-Il sudetto R(evere)do D. Ottavio nel luogo detto pozzo magg(ior)e possiede un territorio, seu ortale di capacità di v(ersur)e due, e due terzi confinante con quello del R(everen)do D. Francesco Ricciardi, e Strada della Palude, che p(er) uso di seminatorio puo rendere da fertile ad infertile ogn’anno d(ocat)i 2 .66 2/3; c. 187 r.
-Il R(everen)do D. Francesco Ricciardi nel luogo detto pozzo maggiore possiede un territorio, seu Ortale di ver(su)re seminatorie, di capacità di v(ersur)a una, e Cat(en)e 32:, confinante con quelle di D. Ottavio Gala, e Strada, che puo rendere ogn’anno da fertile, ad infertile d(ocat)i 1: 88; c. 187 v.
-Il R(everen)do D. Ottavio Gala nel luogo detto il Salnetro vecchio possiede un territorio di capacità di v(ersur)e , cinque, e 25/36 cioè versure due l’orto con piante d’alberi fruttiferi, e pozzo d’acqua sorgiva, e dinteramente ad uso seminatorio , che confina colla Strada di Foggia, e via di pozzo magg(ior)e, che può rendere da fertile, ad infertile così detto orzo, come la terra seminat(orial)e d(ocat)i 8; c. 187 v.
-Lonardo Traverso nel luogo detto pozzo Carrozzo si possiede un’ortale di capacitò di v(ersur)e due, e mezza di territorio seminatorio, confinante con terra dell’I(llus)tre Sig(nor)e Duca di Bisaccia, e Strada di Napoli, che puo rendere ogn’anno da fertile ad infertile d(ocat)i 2: 50; c. 187 v.
L’I(llust(re) Sig(nor)e Duca di Bisaccia nel Luogo detto il Salnetro possiede un’ortale seminatorio di v(ersur)a una, e c(aten)e cinque con casa di fabrica p(er) uso dell’accongio del Salnetro, che al presente non si esercita con Lonardo Traverso, e Strada di Napoli, che puo rendere ogn’anno col d(ett)o accongio di Salnetro d(ocat)i 8.” C. 187 v.
Ci fermiamo nell’elenco poc’anzi riportato perché hanno riferimento al nostro tema.
I dati riportati e le notizie sono tantissime e andrebbero ben elaborate. I rimandi storici, sociali, anagrafici sono veramente tanti, ma purtroppo non possiamo dilungarci ulteriormente per non appesantire il testo.
Certamente chi legge può porsi in modo critico e trarre le opportune conclusioni su uno spaccato sociale di Cerignola nella prima metà del XVIII secolo.
In questa vasta zona dove veniva, nel SETTECENTO, lavorato il SALNITRO, era anche una zona vocata ad ORTI e VIGNE (5).
Si diceva poc’anzi che il Salnitro si manifestava in zone molto umide sulle pareti delle case, delle grotte, delle cantine e infatti la zona in oggetto “[…]Tutto il “RIONE SAN MATTEO” è conosciuto anche per la presenza di numerose falde acquifere che producono, per risalita dell’acqua eccessiva umidità ai fabbricati sovrastanti[…]” (6). E’ una risalita per capillarità molto fastidiosa tanto da rendere necessaria una ripetuta e costante manutenzione di risanamento dei fabbricati posti a piano terra.
Abbiamo precisi dati sulla zona del SALNITRO e la TOPONOMASTICA ci ha aiutato molto ed abbiamo la consapevolezza che questo è un punto fermo.
Ancora, altro dato inoppugnabile è quello che abbiamo già riportato, trascrivendo la SCHEDA del ricco possidente PRIMERIO DE MARTINIS: “[…]Possiede un’Ortale, in cui vi tiene l’acconci p(er) far salnitro nel Luogo detto il Salnetro affittato à Giovanni Mancino p(er)venti quattro, sono onc(ia) 80:[…]”.
Un ultimo riferimento documentale, all’insegna della scientificità, è la seguente: nell’elenco dei DEFUNTI inumati nella Cappella o Chiesa di Santa Maria degli Angeli, che riportiamo appresso, registriamo dall’atto di morte del 3 dicembre del 1762 di un ragazzo “chiamato Vito Vitale” rinvenuto “nel Salnitro di Cerignola”. E’ una ulteriore conferma della zona conosciuta appunto come zona artigianale per la produzione del SALNITRO a Cerignola nel XVIII secolo.
Cerignola, 28 gennaio 2020 Matteo Stuppiello
Bibliografia e Note
(1) – SALVATORE DELVECCHIO, Terra Vecchia: Toponomastica violentata! – Cerignola, 12 Luglio 2015 – www.archeoclubcerignola.com.
(2) – ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI – SACRO REGIO CONSIGLIO – Ordinamento Zeni, fas. 84, fascicolo 2 – Costantino Manni (Tavolario) – Apprezzo della Terra di Cerignola. Si veda MATTEO STUPPIELLO, Apprezzo della Città di Cerignola 1672, San Ferdinando di Puglia, 2005, p. 15.
(3) – MATTEO STUPPIELLO, Apprezzo…, op. cit., p.15.
(4) – ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI – Regia Camera Sommaria – Catasto Onciario – vol. 7035 – Anno 1742 – CERIGNOLA, ff. 472 v. – 474. Il 21 luglio 1984 ne feci richiesta dell’intero corposo DOCUMENTO riprodotto in MICROFILM (che conservo nel mio ARCHIVIO) e che stampai su carta fotografica nel mio piccolo laboratorio fotografico predisposto nel Museo Etnografico Cerignolano (1979).
(5) – In merito a questa nota voglia precisare che all’epoca UNA SINGOLA VIGNA contava n° 1.600 VITI fruttifere (SAVERIO LA SORSA, La città di Cerignola dai tempi antichi ai primi anni del secolo XIX, Molfetta, 1915, p. 147. Per una approfondita conoscenza della presenza della VITE nel nostro Territorio, la coltivazione, le numerose Contrade vocate alla VITE e la produzione del VINO a partire dal XIII secolo, si veda MATTEO STUPPIELLO, La Vitivinicoltura ieri, San Ferdinando di Puglia, 1998; inoltre per conoscere la diffusa presenza delle Cantine, Grotte, Grottoncelli, Cellari, Magazzini, Fondaci utilizzati per conservare le BOTTI piene di una enorme quantità di OTTIMO VINO sia in CITTA’ che in prossimità del centro abitato, soprattutto nei secoli XVII e XVIII, si veda VALARIO CALVIO, La Cantina della “Ducal Camera” in Piazza Vecchia, San Ferdinando di Puglia, 2016.
(6) – MATTEO STUPPIELLO, L’antica Chiesa campestre di Santa Maria degli Angeli (sec. XVII) poi dedicata a San Matteo Apostolo ed Evangelista (sec. XX) – Cerignola, 6 Novembre 2019 – www.archeoclubcerignola.com.
Consulta anche: