Due scolaresche della Scuola Media Statale “G. Pavoncelli”, 2C e 2L, accompagnate dalle docenti Angela Novia e Luisa Spicciariello, il 1° dicembre 2012, hanno effettuato una visita guidata e preventivamente preparata dalla sensibilità e competenza dei docenti, presso il Museo Etnografico Cerignolano (1979). I ragazzi, forniti di fogli e di penna, hanno osservato con attenzione “materiali murali” e registrato con cura quanto loro interessava.
L’itinerario murale prende inizio dalla “Casa del Bracciante” e viene subito che questo settore è un punto focale per fare luce sulle modalità di vita della “Civiltà Contadina“, di cui Cerignola è stata da sempre centro pulsante del Tavoliere Dauno.
Il letto. E’ un saccone ripieno di paglia di grano. E la voce che parla e spiega, quello del prof. Matteo Stuppiello, aggiunge subito che la paglia di mais è già differente e più costosa di quella di grano.
I ragazzi ascoltano e prendono appunti. Come in un filmato verbale prendono consistenza le considerazioni sulla suppellettile che completa la stanza, ovvero l’arredamento e vengono indicati l’asciugapanni, i “piatti grandi” ove si mangiava a gruppi, il braciere, i ferri da stiro e così via. Sono, presi tutti assieme i materiali impastati di memoria fisica, oggettuale, a cui seguono considerazioni igieniche, sociali, morali ed economiche.
Gli alunni fanno domande: “che cos’è questo?” “che cos’è quella cosa lì?” e la voce narrante spiega e convince. Questi oggetti che vedete lassù (e intanto orienta l’attenzione verso di loro) sono canestri, piccoli e grandi per usi diversi. Sono fatti di vimini e strisce di canne e venivano confezionati dai “Canestrari”, e cita dei nomi. E poi, aggiunge, guardate là: sono valigie di cartone, di quelle usate dai nostri concittadini, negli anni ’50-’60 del secolo scorso, durante la forte e dolorosa emigrazione verso nord, Piemonte e Lombardia.
Il Museo con le sue diverse migliaia di oggetti intrattiene il visitatore attento per ore, sempre tenendo desta l’attenzione di chi osserva e ascolta quanto viene detto per ciascuno oggetto.
Le “fornaci”, l’industria degli orci, dei mattoni, dei figuli, una volta attiva a Cerignola. Attive da secoli, dislocandosi nei vari punti della città, raggiungendo l’ultima tappa nel ‘900 sino al 1975, quando, per far posto a un rione abitativo, furono distrutte. Il rione è appunto quello detto “Rione Fornaci”.
Per tutto il tempo della visita le docenti hanno opportunamente e ammirevolmente sollecitato i loro alunni a rivolgere domande al prof. Matteo Stuppiello. Quindi, a termine della proficua “passeggiata” nei territori della memoria le docenti hanno lasciato il loro saluto accompagnato da quello corale dei trentotto ragazzi delle Classi 2 C e 2 L.
Cerignola, 17 dicembre 2012 Salvatore Delvecchio
