Andando indietro nel tempo e con l’immaginazione ci mettiamo nei panni di coloro che, col rientrare dalla Città di Foggia, apprestandosi a rientrare a Cerignola, in lontananza vedevano, inconfondibilmente, stagliarsi il CAMPANILE della CHIESA MADRE in tutta la sua bellezza.
Lo vedevano libero da “ingombri”, maestoso e inconsueto nella sua forma. A notarlo da lontano erano i viandanti, venditori, mercanti, religiosi, pellegrini e quanti arrivavano da lontano per sostare sull’ampia PIAZZA posta davanti all’antica residenza feudale del CASTELLO e alla PORTA della TERRA che immetteva nel BORGO MEDIEVALE cinto da solide MURA.
Oggi uno scorcio del BEL CAMPANILE è possibile ammirarlo, se non siamo distratti da altro, sempre tornando da Foggia, imboccando sulla sinistra la circonvallazione. Lo sguardo viene subito appagato e soddisfatto dalla visione suggestiva, sia dal CAMPANILE con le sue CAMPANE che dalle ARTISTICHE CUPOLETTE della CHIESA MADRE.
L’arrivo al BORGO, per i fortunati, poteva coincidere col “momento” solenne, armonioso, del suono delle CAMPANE, riecheggiando in ogni dove.
Ma lasciamo la descrizione del CAMPANILE alla penna del Prof. Salvatore Delvecchio, invitato da me a scrivere, nel 1983, un suo contributo culturale (1): “Fra le tante parti che costituiscono l’articolatissimo corpo dell’attuale Chiesa di S. Francesco d’Assisi, sostiamo ora sul campanile. Più imponente di uno precedente, più robusto e capace di reggere campane di alto peso e calibro. Una massa di tufo ordinata, sobria, listellata da esigue modanature che ne animavano la facciata nord, con le sue due celle sottili e perciò slanciate. Una forma inconsueta, anomala, a due vele contigue disposte ad L, in tufo a vista, Convesso rispetto a chi lo guarda dal centro dell’antico rione: concavo dalla parte opposta. Voluto esattamente con questa caratteristica costruttiva, fu eretto poco dopo la riedificazione delle cupole, sopra un ripiano del precedente campanile. Una vela, aperta ad est, è ad una cella e conteneva la campana più grande; l’altra vela, aperta a nord, è a due celle e conteneva due campane (descritte egregiamente da Matteo Stuppiello). Tre campane in tutto, ma enormi e perciò anche pregevoli. Una, la più grande, fu tolta nel ’34 per offrirla, rifatta, al Duomo Tonti. Le altre due restano ancora, e non si toccheranno, perché quando la Chiesa, prima o poi, sarà riaperta al culto, saranno annunciatrici di quella grandiosa presenza nell’antica Cerignola; diranno che la storia continua; che l’intera Terra Vecchia può oggi, più che mai, stabilizzarsi integra come centro storico del nostro Comune. L’epigrafe sulla vela Est è la seguente (in latino): A CURA DI BERARDINO E ANDREA GIORDANO QUESTO CONSUMATO DALL’ANTICHITA’ IN UNA MIGLIORE FORMA FU RIPORTATO ANNO DEL SIGNORE 1599. Un’altra data e ancora una firma a dire quanto “facile” sia erigere quando chi governa e opera è Uomo di buona volontà e sensibile alla cultura”.
Riportiamo l’ISCRIZIONE:
+ P(RAEPOSITIS) CURAN(TIBUS) D(OM) BER(ARDI)NO ET ANDREA IORDANIS
HOC VETUSTATE CONSUMPTUM AD ME
[LI]OREM FORMAM REDACTUM EST
ANNO DOMINI 1599
(+ A CURA DI DON BERARDINO E ANDREA GIORDANO QUESTO CONSUMATO DALL’ANTICHITA’ IN UNA MIGLIORE FORMA FU RIPORTATO ANNO DEL SIGNORE 1599) (2).
L’iscrizione, presente sulla vela Est del campanile, è incisa su 11 conci in tufo “carparo”. La poc’anzi citata termina con un “segno”, sempre inciso nel tufo, a forma di corolla floreale a cinque petali (gamopetala). Quest’ultimo segno potrebbe essere un elemento decorativo o anche la firma dello scalpellino.
Lo STORICO concittadino, Can. Don Luigi Conte, a proposito dell’Aspetto del paese nel 1853, riporta quanto segue: “[…]Ma chi poi soffermarsi a guardarla verso Settentrione, da là gode una delle più meravigliose vedute; poiché la città che elevasi sopra una rocca, regolarmente allarga le sue braccia sulla vasta pianura e quivi si allieta lo spirito alla vista dell’antica torre campanaria della Cattedrale annerita dalla gromma de’ secoli, e guasta dalle mani dei restauratori (1), la quale fa sì che la mente si slanci ardita nel passato, e ne consideri la vetustà[…]”. “[…](1)Il Campanile della nostra Cattedrale fu nel 1599 riparato, come si rileva dalla seguente iscrizione sullo stesso … […]” (3).
Ora ci soffermiamo su alcuni documenti cartacei che testimoniano la presenza di Don BERARDINO GIORDANO, sacerdote Capitolare della Chiesa Nullius di Cerignola:
- Nel 1580 viene riportato il suo nome nella relazione della Visita Apostolica del Vescovo di Melfi e Rapolla, Mons. Gaspare Cenci, effettuata presso la Chiesa NULLIUS della Terra di “Cirignola” il 12 luglio e il 17 novembre, voluta dal Papa Gregario XIII. Vengono elencati otto ACCOLITI, tra questi vi è: “[…] clericus Berardinus Jordanus[…]” (4).
- Nel “Libro nel Quale se a(n)notano tuttj / quelli che sposano nella n(ost)ra Mag / giore chiesa della Cirig(no)la ordina / to p(er) il R(everendissi)mo S(igno)r Arcip(re)te D(onno) Leonardo / de Leo U(triuque) J(ure) D(octor) nel p(rese)nte Anno del S(ignor)e / 1569 / et seguita a(n)no p(er) anno” – I DOCUMENTI qui di seguito riportati vengono pubblicati per la prima volta(5). Nel 1590 registriamo N° 6 ATTI di MATRIMONIO: – “Adì 20 d(e)tto (Novembre) – Tomasiello calcisciano et Aletetia de buccia sono stati sposati p(er) d(onno) ber(srdi)no gior(da)no”; – “Adì 21 d(e)tto (novembre) – oratio pamponio et laura luparello sono stati sposati p(er) d(onno) ber(ardi)no gior(dano)”; – “eadie d(e)tto – gio(vanni) Ant(oni)o de ninfa c(on) lucretia Juserio sono stati sposati p(er) d(onno) ber(ardi)no gior(da)no”; – “Adì 23 d(e)tto (Novembre) – Monaco porcello c(on) Angelilla di andria sono stati sposati p(er) d(onno) ber(ardi)no gior(da)no”; – “Adì 24 d(e)tto (Novembre) – Jac(ob)o d’andretta et Vitt(ori)a de rocilo sono stati sposati p(er) d(onno) ber(ardi)no gior(da)no”; – “Adì 28 d(e)tto (Novembre) – Marino marciano et Laura Caccabo sono stati sposati p(er) d(onno) ber(ardi)no gior(da)no”;
Nel 1591 vengono registrati solo due atti di matrimonio amministrati da Don Berardino Giordano:
– Cesar(e) Calcagno c(on) Temperantia de Cola lordo sono stati sposati p(er) d(onno) ber(ardi)no gior(da)no”;
– “eadie detto – Gio(vanni) Vi(n)cenzo de turillo c(on) Vittoria de vuccio sono stati sposati p(er) d(onno) ber(ardi)no gior(da)no”;
Nel 1593 un solo atto:
– “eadie detto – Mastro Ant(onio) muschella de ascoli et Laura de ber(ard)ino ma(n)fridonia sono stati sposati p(er) D(onno) ber(ardi)no gior(da)no”;
- Nel “Libro nel quale senotano l’affidaglie di l’an(n)o 1593 or(dina)to p(er) il R(everendissi)mo S(ignor) Arcip(re)te Gio(vanni) Jac(ob)o de Martinis U(triuque) I(uris) D(octor)” :
– “Adì 20 marzo 93 – D(onno) Andrea cibello fa fede haver(e) Affidato Giulio de opita c(on) finitia de Sciorscio p(rese)nte N(otare) ant(oni)o fontana, hett(orr)e Car(accio)lo, d(onno) fabritio costanza d(onno) ber(ardi)no giordano”.
- Abbiamo due ATTI registrati tra le “SPOSAGLIE” del 1594:
– “eadie ( 7 Febraro) – ger(oni)mo chiavarino co(n) Lucretia galinello al(ia)s cento pezzo sono stati sposati p(er) d(onno) ber(ardi)no giordano”.
-“Adì 22 d(e)tto (Febraro) Ger(oni)mo de Paulo de Carvunara co(n) penta sono stati sposati p(er) d(onno) ber(ardi)no giord(a)no;
- Il nome di Don BERARDINO GIORDANO lo troviamo in un documento a firma dell’Arciprete NULLIUS della Chiesa di Cerignola, Don Giovanni Giacomo de Martinis, datato in Cerignola il 13 Settembre 1608. A tal proposito, il suddetto ARCIPRETE NULLIUS scrive. “Si ordina alli infrascritti Sacerdoti, al p(resen)te Notari Apostolici et attuari di questa Corte Archi(presbiterale) […].
Al termine del DOCUMENTO vengono riportati i seguenti nomi:
“D. Gioseppo farruso Not(ar)o Apostolico et m(astr)o d’atti”.
“D. Ber(ardi)no Giordano Not(ar)o Apostolico et m(astr)o d’atti”.
“D. Gio: Camillo Alessio Not(ar)o Apostolico ed m(astr)o d’atti”.
“D. Gio: Camillo Fusco Not(ar)o Aposolico et m(astr)o d’atti” (6).
Quindi Don BERARDINO GIORDANO da accolito, nel 1580, ne aveva fatta di strada nel Clero della Chiesa Nullius per arrivare nel 1608 alla prestigiosissima carica di NOTAIO APOSTOLICO e MASTRO D’ATTI, a rappresentare la CHIESA NULLIUS della “CIRIGNOLA”. Tale carica, senz’altro avuta per MERITI personali, gli fu elargita dal rigorosissimo ARCIPRETE NULLIUS DON GIOVANNI GIACOMO DE MARTINIS.
Mi piace chiudere l’argomento con un avvenimento di carattere STORICO locale, ma inquadrato nei moti rivoluzionari del 1799, verificatosi durante la REPUBBLICA PARTENOPEA che investì tutto il Regno di Napoli. Il nostro CAMPANILE fu mutuo testimone di uno dei “momenti” drammatici della nostra CITTA’- Lo scrittore, giornalista, insegnante Giuseppe Tortora, nei “Cenni biografici” (7) sul nonno GIUSEPPE TORTORA, liberale, repubblicano, patriota, scrive quanto segue: “[…] borboniani e plebe, mossero ad assaltare il palazzo Gala, ove erano riuniti pel comune pericolo vari liberali; ma questi, ben forniti di armi e munizioni, li accolsero parimenti con fuoco ben nutrito di moschetteria; sicchè spaventai fuggirono. Tornarono poi pieni di sdegno e di rossore, e saliti sul campanile della cattedrale, posto di rincontro al palazzo Gala, scambiarono co’ patrioti fucilate per quasi tutto il rimanente del giorno. Da ambo le parti vi fu poco danno, essendo i tiratori riparati dalle mura; pur tuttavia, un uomo che sul campanile si mostrò più allo scoperto, pagò colla vita la sua imprudenza. E dopo ciò, frementi di rabbia, ed anelanti vendetta, i borbonici abbandonarono l’impresa temeraria e si ritirarono. Ma la giornata non era ancora finita, e lo spettacolo doveva ancora terminare, e più tragicamente ![…]”.
Cerignola, 11 Marzo 2020 Matteo Stuppiello
Bibliografia e Note
(1) – SALVATORE DELVECCHIO, I segreti tesori artistici della nostra Chiesa Madre, in “LA CICOGNA”- Quindicinale di vita cerignolana – Anno V – n. 10 – 30 Gennaio 1983, p. 5.
(2) – Si ringrazia la compianta Prof.ssa GIUSTINA SPECCHIO per la trascrizione e la traduzione del testo in latino.
(3) –LUIGI CONTE (Sac.),Cerignola, in “Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato, Napoli, 1853, a cura di CIRELLI, VIII, fs. 1° (Capitanata), p. 65, per la prima volta riporta nella nota 1 nella stessa pagina 65, l’ISCRIZIONE del CAMPANILE del 1599.
(4) – ARCHIVIO SEGRETO VATICANO – “Visitatio facta per Ill(ustrissimum) et R(everendissi)mum D.D. / Gasparem Cincium Romanum U(triusque) I(uris) D(octorem) / Ep(iscop)um Melphien(sem) et Rapollen(sem)…” – Coll. Congr. Conc. Cerignola. Il documento rintracciato dal Prof. Roberto Cipriani nel 1974, è conservato in fotocopia nell’Archivio Privato Matteo Stuppiello.
(5) – ARCHIVIO PARROCCHIALE “SAN PIETRO APOSTOLO” – CATTEDRALE DUOMO “TONTI”- CERIGNOLA –“ARCHIVIO PARROCCHIALE 1569” – Sul dorso è scritto in originale: “Nati / 1569 / I”. Più giù vi è una targhetta cartacea incollata scritta con la biro nera: “BATTESIMI / E / MATRIMONI / DAL / 1565”. Colgo l’occasione per ingraziare Don PIO CIALDELLA, PARROCO della CATTEDRALE “SAN PIETRO APOSTOLO” – DUOMO “TONTI” per avermi dato la possibilità di consultare, trascrivere e pubblicare, tali documenti, sin dagli inizi degli anni ’80. La ricerca la effettuai presso la “CANONICA”, ubicata in Piazza Duomo 22/A, della PARROCCHIA, sopra indicati, dove, allora erano custoditi in un unico ARMADIO tutti i volumi di NASCITA-BATTESIMI-MATRIMONI-CRESIMA-MORTE.
(6) – ARCHIVIO SEGRETO VATICANO – “Libro delli Benifattori, Constitutioni, et / riforme fatte p(er) la Chiesa di San Pietro, et Capitolo della Cirignola nello / Arcipretato del R(everendissi)mo S(ign)o(r) D. Gio(vanni) Jacomo / de Martinis Prelato, et Ordinario di / q(u)ella dall’anno della Salute…” cc. 21; 57. – Coll. “ORDINE D. N.°4 del Capitolo CIRIGNOLA”. Il documento rintracciato dal Prof. Roberto Cipriani nel 1974, è conservato in fotocopia nell’Archivio Privato Matteo Stuppiello; si veda MATTEO STUPPIELLO, Un furto nel Monastero di Santa Caterina a Cerignola nel 1606 – Cerignola, 3 Ottobre 2016 – www.archeoclubcerignola.com.
(7) – GIUSEPPE TORTORA, Cenni biografici, Faenza – dalla Tipografia di F. Conti – MDCCCLXXXI, p. 18. Lo stesso Autore a p. 19 scrive: “[…]L’ultimo fatto di cronaca risale al 18 febbraio del 1799 durante i violenti moti rivoluzionari tra i borbonici e repubblicani che travolsero anche Cerignola: tre giovani cerignolani, Francesco Battaglino marito di Angela Chiara Izzi, di anni 36, Carlo Battaglini, marito di Lucia Mincarone, di anni 25 e Gennaro Carbone, figlio di Sabino, di anni 23 furono uccisi con colpi di arma da fuoco. Abbiamo la cronaca di questo triste avvenimento: “[…] con gli uomioni inferociti, fecero fuoco su quanti borboniani incontrarono sul loro cammino, sicchè lo spavento fu grande, e parecchi ne caddero morti, molti feriti, non pochi fuggirono. Né la vendetta ebbe qui termine, chè nei giorni appresso, molti altri scoperti e raggiunti in campagna, presso la chiesetta della Madonna delle Grazie trovarono miseramente la morte […]”; si veda SAVERIO LA SORSA, La Città di Cerignola dai tempi antichi ai primi anni del secolo XIX, Molfetta – Premiato Stabilimento Tipografico Stefano De Bari e Figli, 1915, pp.210- 211; MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, San Ferdinando di Puglia, 1999, p. 14.