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FOTO IRRIPETIBILI E UNICHE RIPRODUCONO L’ALLESTIMENTO DEL MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO DEL 1° MAGGIO 1979 CON LA ESPOSIZIONE ORGANICA DEI 350 OGGETTI ED ATTREZZI

In occasione dei FESTEGGIAMENTI dei 40 anni dall’INAUGURAZIONE del MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO, 1° MAGGIO 1979, pubblichiamo, per la prima volta, le UNICHE e IRRIPETIBILI 36 IMMAGINI che immortalano l’allestimento dei 350 OGGETTI e ATTREZZI organicamente e sapientemente esposti nei due AMBIENTI del rustico SEMINTERRATO, corrispondente allo “JUSO”, ubicato in Via S. Martino, 41.

Come si può vedere dalle FOTO, nel primo ambiente, si ripropone la zona abitativa del BRACCIANTE, una condizione sociale ed umana, forse più appropriato dire INUMANA, di categoria più bassa, che inquadra la più disperata povertà e miseria. Viene riproposto uno spaccato di fine ‘800 inizi ‘900 nel quale vivevano i BRACCIANTI, i cosiddetti “CAFONI”, la classe subalterna e analfabeta. 

Gli oggetti, semplici e “provati”, vogliono riproporre l’utilizzazione degli stessi per più generazioni della stessa famiglia. Si notano gli “ANGOLI” abitativi della cucina per la consumazione del misero pranzo, della notte con il ruvido e scomodissimo “SACCONE” e della zona di espletamento dei bisogni fisiologici. Mi sono avvalso della consulenza del carissimo AMICO GIUSEPPE DIPLOMA per i suggerimenti indirizzati nella disposizione dei vari oggetti e attrezzi.

Lo “Juso” arrivava ad ospitare mediamente fino a 15 unità. Il nucleo abitativo era formato dai genitori, da oltre 10 figli, dai nonni e quasi sempre dalla convivenza del CAVALLO che era l’unico sostentamento perché utilizzato come “macchina” da lavoro. Il materiale costruttivo, quasi a vista, denota un senso di squallore tanto da incutere paura nell’osservatore odierno. Eppure in questi TUGURI, saturi di umidità e infestati costantemente da INSETTI e da TOPI, vi abitavano PERSONE.

Il secondo AMBIENTE, nel quale si passava tramite uno stretto corridoio posto alla sinistra per formare uno slargo sotterraneo, ospita l’allestimento dello SPACCATO artigianale del FORNACIAIO. Una ricca serie di MANUFATTI ed ATTREZZI vengono distribuiti su alcuni grossi BLOCCHI di TUFO consunti dal tempo. Questi enormi elementi litici vengono utilizzati come supporto degli OGGETTI-MANUFATTI prodotti dalle FORNACI FERRARO di Cerignola.

Il ricco COMPLESSO di FORNACI fu distrutto dalle ruspe nel 1976 per fare spazio all’incombente Progetto Urbanistico, denominato QUARTIERE RESIDENZIALE “FORNACI”. Fu la morte definitiva di questa attività artigianale plurisecolare. Le UNICHE testimonianze superstiti sono gli ATTREZZI e MANUFATTI che furono DONATE al MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO dall’ARTIGIANO Sig. POTITO FERRARO, ultimo FORNACIAIO, nostro caro AMICO, COLLABORATORE e CONSULENTE, perché non solo operatore del SETTORE, ma attento nel registrare la MEMORIA STORICA nei più minimi dettagli del MESTIERE, da vero professionista e ricco di esperienza, da FORNACIAO.

Cerignola, 25 Giugno 2019                               Matteo Stuppiello

1 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Via San Martino, 41 – Foto Matteo Stuppiello 28.8.1979.

2 – La Foto è tratta dalla “Pagellina” del Trigesimo, donata dalla Sig. na AURORA DIPLOMA, pronipote di Peppino, il 29.11.2014 allora mia Alunna (Ia C) Liceo Artistico “Sacro Cuore” di Cerignola.

GIUSEPPE DIPLOMA (*Cerignola 19.3.1906 †Cerignola 29.6.1991)

AMICO, COLLABORATORE – DONATORE e CONSULENTE

22 – Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Via San Martino, 41 – Il Primo Ambiente (abitativo) – Foto Matteo Stuppiello 28.8.1979.

23

POTITO FERRARO (* Cerignola 12.5.1923 †Cerignola 24.1.2001)

AMICO, COLLABORATORE – DONATORE e CONSULENTE

La Foto è tratta dalla “Pagellina” del Trigesimo donata, il 23.2.2001, dalla Sig. ra LUCREZIA CIANCI, vedova Ferraro.

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