La CHIESA MADRE (secc. XI-XII), da tempo immemorabile, dedicata al Principe degli Apostoli, SAN PIETRO APOSTOLO, Protettore Principale della Città di Cerignola (1), rappresenta, da sempre, un sicuro faro luminoso di STORIA ANTICA e di ARTISTICITA’; dal 1934, Parrocchia “San Francesco d’Assisi”, data coincidente con il trasferimento della originaria Parrocchia nella nuova CATTEDRALE DUOMO “TONTI” (2).
Ubicata nel cuore del BORGO MEDIEVALE – CENTRO STORICO – RIONE “TERRAVECCHIA”, ancora oggi, la CHIESA MADRE AFFASCINA per la sua bellezza ARTISTICA esterna con le SEI superstiti CUPOLETTE cinquecentesche; una settima cupoletta fu demolita nel 1599 (3) per edificare il CAMPANILE. Le CUPOLETTE furono fatte realizzate, in stile bizantino, dall’Arciprete Nullius, Don Leonardo De Leo. Quattro di queste CUPOLETTE riportano le seguenti datazioni: 1571 – 1572 – 1573 – 1575 (4). Su di una quinta cupoletta, durante i restauri degli anni ’70-80 che interessarono tutta la CHIESA, la Soprintendenza competente ritenne opportuno non eliminarne l’intonaco e gli stucchi del XVI-XVII (Cappella di Santa Maria delle Grazie 1619, già del Corpo di Cristo – sec. XVI) che ricoprono la struttura in conci litici a vista; riteniamo che la data possa essere, presumibilmente, il 1574. Nel punto di chiave, incise su un disco litico, vi sono le iscrizioni che riportano le date di costruzione, l’edificatore (già menzionato) e, a bassorilievo, lo Stemma di SAN PIETRO.
L’interno dell’artistica CHIESA si presenta con una serie spettacolari di ARCHI in stile GOTICO. Agli occhi del visitatore, la Chiesa si presenta con una navata MAGGIORE e una laterale di sinistra, mentre la navata di destra, chiamata dallo storico, Can. LUIGI CONTE, la “nave oscura” (5), presenta tre pregevoli CAPPELLE,mirabilmente incastonate come GIOIELLI.
L’oggetto della trattazione del presente articolo è una delle tre CAPPELLE. Stiamo facendo riferimento all’ARTISTICA CAPPELLA del “PRESEPE”. È da considerarsi uno dei tanti RAGGI di LUCE, da un punto di vista artistico, che si propaga nella CHIESA MADRE.
Ubicata nella NAVATA principale, sulla destra, superato il TRANSETTO, dopo la CAPPELLA (XVI secolo) “Santa Rita da Cascia”, già SAN TRIFONE MARTIRE (6), Protettore minore di Cerignola nel XVI secolo, incontriamo, a seguire, la seconda CAPPELLA, quella del “PRESEPE”, già presente nel 1534, più conosciuta come della “SACRA FAMIGLIA” dal 1794.
DESCRIZIONE
Mi preme precisare che gran parte della descrizione che andrò ad effettuare viene attinta dalle mie visite del luogo, avute sin dagli anni ‘60, dai miei appunti e, soprattutto, dalle fotografie in bianco-nero da me scattate il 24 dicembre del lontano 1971 e che in questo contributo culturale pubblico per la prima volta, unitamente alle diapositive a colori scattate il 21.12.1987 e il 27.4.1991, alla descrizione delle due iscrizioni litiche, alle misure rilevate da me effettuate il 26 novembre 1982 (7), alle iscrizioni incise nello stucco e ai fregi (in parte ora non più presenti). A questo materiale documentario si aggiungono le foto scattate, il 20.11.2021, dal Socio Antonio Forina e le più recenti scattate, il 26.11.2021, dallo scrivente.
Ponendoci in posizione frontale rispetto alla CAPPELLA del PRESEPE e dilatando lo sguardo oltre la DECORAZIONE, vedremmo la parte iniziale della stessa limitata da due pilastri compositi, realizzati in conci litici in pietra viva di Trani, a vista, ben squadrati. Gli stessi si affacciano protesi nella navata maggiore. Sulla parte sommitale due FORMELLE litiche, in pietra tenera del Gargano, recano altrettanti STEMMI: su quello di destra il SOLE RAGGIATO, in riferimento allo stemma della Famiglia CARACCIOLO, Feudataria di Cerignola dal 1417 al 1633 (8), mentre su quello di sinistra è raffigurata la CICOGNA, stemma della CITTA’ di CERIGNOLA. Al disopra dei due pilastri e delle formelle chiude una cornice a più modanature e, quindi, si sviluppano gli ARCHI GOTICI per i quattro lati a formare i loro PENNACCHI al disopra dei quali, vi è il tamburo in muratura, realizzato con conci in tufo a vista, sul quale poggia la Cupoletta centrale, datata 1573. Arretrati lateralmente dai due pilastri principali si affiancano altri due pilastri, per ognuno principale, protesi aggettanti verso l’ingresso, in conci di pietra viva di Trani, continuando al disopra sino a sviluppare un ampio ARCO OGIVALE GOTICO, realizzato in conci di tufo a vista, nel quale è racchiusa la CAPPELLA in oggetto. È possibile vedere lo stesso ARCO GOTICO all’interno della Cappella, ponendoci di spalle all’ALTARE. Inoltre, un’ampia muratura costituisce la tompagnatura che racchiude un ARCO TRIONFALE A TUTTO SESTO, completamente DECORATO A STUCCO, così come l’intradosso dello stesso, i RISPETTIVI PILASTRI LATERALI DI INGRESSO, ricoperti dalle due LESENE. A tal punto, andremo a descrivere proprio questo ARTISTICO e PREGEVOLE lavoro. È un TRIONFO di DECORAZIONE a STUCCO di epoca RINASCIMENTALE.
ARCO TRIONFALE A TUTTO SESTO
L’ARCO TRIONFALE d’INGRESSO alla CAPPELLA del PRESEPE è GRANDIOSO e MAESTOSO per la sua MONUMENTALITA’ e ARTISTICITA’ rispetto alle DECORAZIONI realizzate in STUCCO, ben calibrate e non ridondanti. La parte che sovrasta l’ARCO A TUTTO SESTO presenta una scenografia più sobria, ma nello stesso tempo ricca di particolari, mutuando una delle PORTE di INGRESSO di una CITTA’ con decorazione tipica di fine ‘400-metà ‘500. Tanti sono gli esempi che presentano questo tipo di decorazione RINASCIMENTALE. A Napoli, a mo’ di esempio, abbiamo PORTA CAPUANA (1488), fatta costruire dal Re FERRANTE PRIMO d’ARAGONA (9), dove le lesene, in splendido marmo bianco, recano scolpite a rilievo una ricca serie di decorazioni che raffigurano TROFEI d’ARMI, costituiti da ELMI, SCUDI, CORAZZE e SPADE. Nel nostro caso, sia le lesene che i TROFEI d’ARMl, poste all’INGRESSO della CAPPELLA del PRESEPE, sono realizzati in stucco, creando così, per chi si appresta a varcare la soglia della CAPPELLA, un chiaro richiamo al TRIONFO della NATIVITA’, rappresentato dal RE UNIVERSALE NOSTRO SIGNORE. Negli ultimi restauri effettuati per conto della Soprintendenza competente di Bari, viene messo in luce, scavando fino all’origine del PILASTRO della LESENA di destra, il BASAMENTO sul quale poggia. Trattasi di una BASE LITICA recante sul frontespizio una decorazione a FOGLIE d’ACANTO. Questa stessa BASE è perimetrata, verso l’interno della NAVATA, da un antico PAVIMENTO composto da MATTONI in cotto a forma rettangolare. La stessa Soprintendenza ha ritenuto conveniente lasciare scoperto un breve LACERTO di pavimento ponendo un VETRO a livello dell’attuale pavimento con la possibilità di illuminare il tutto. Alla scoperta effettuata, mi sento di affermare come l’AUTORE dell’artistico ARCO TRIONFALE abbia preso spunto proprio dalla DECORAZIONE succitata, per riproporla nella TRABEAZIONE e CAPITELLI decorati a stucco nella parte sommitale.
Tutta la DECORAZIONE propone lo stile RINASCIMENTALE che viene fatto risalire, dagli esperti, alla seconda metà del XV secolo fino alla prima metà del XVI secolo (10). L’OPERA decorativa non risulta datata ma va anche detto, e potrebbe darci un riferimento più preciso, che “Mastro (Altobello) Persio da Montescaglioso e a Mastro Sannazzaro d’Alessano, scultori, fosse accommesso di fare un Presepe, a simiglianza di quello di Cerignola” (11); conosciamo l’anno di nascita di Altobello Persio che risulta essere il 1507 (12), dunque, nel 1534, l’autore aveva 27 anni e, quindi, il nostro Presepe non poteva essere antecedente al 1507.
Torniamo ad occuparci della DESCRIZIONE. La parte sommitale, che corrisponde alla TRABEAZIONE massiccia, nelle dimensioni e nella DECORAZIONE, si presenta con tutta la sua IMPONENZA ARTISTICA e RAFFINATEZZA. La stessa propone un apparato decorativo lineare, molto spinto, aggettante e rastremato verso l’interno, formato da ben quattro ORDINI DECORATIVI, uno diverso dall’altro:
– il PRIMO, a fascia ampia, a forma convessa sino a creare una profonda GOLA, arricchita da AMPIE e DILATATE foglie ornamentali classiche di ACANTO a lamina molto espansa, poste in modo serrato. Presenta, inoltre, un elemento che va ad arricchire ulteriormente lo spazio intermedio tra una foglia e l’altra, ovvero il FIORE stilizzato proprio dell’ACANTO, composto, in questo caso, da TRE BOCCIOLI AFFUSOLATI, stilizzati;
– il SECONDO ordine viene preceduto da un listello molto stretto e aggettante, atto a separare la parte sottostante che si presenta con una decorazione a quasi FERRO di CAVALLO con la curva centinata, non molto chiusa. La decorazione risulta essere molto a rilievo;
– il TERZO ordinedecorativo, a rilievo, risulta essere molto aggettante. La decorazione propone l’OVULO di origine classica. Segue sotto un listello che poggia sul sottostante ultimo ORDINE;
– il QUARTO propone la caratteristica decorazione rinascimentale: la DENTELLATURA, molto sobria, ma raffinata.
Arriviamo così a terminare la descrizione della parte superiore.
La parete sottostante la trabeazione si presenta ugualmente in stucco, completamente liscia, con una decorazione ad effetto “MARMORIZZATO”, come si può notare dalle fotografie scattate dal sottoscritto, il 24 dicembre 1971 (13), presentando VENATURE in ordine sparso e di colore grigio più carico o più spento sino all’evanescente, il tutto a voler creare l’effetto di una parete rivestita di MARMO bianco venato. Inteso, probabilmente, a voler invitare l’occhio dell’osservatore a riposarsi e di conseguenza ad avviare esplicitamente alla meditazione, ancor prima di restare MERAVIGLIATO ed AFFASCINATO con l’accesso alla CAPPELLA, così da AMMIRARNE sia le STATUE DI PIETRA POLICROMA che rappresentavano le ARTISTICHE FIGURE che tutto il complesso APPARATO SCENOGRAFICO della GROTTA ed altro del PRESEPE del ‘500.
Nel tornare alla descrizione del MAESTOSO ’ARCO TRIONFALE d’INGRESSO, per quello che interessa la parte centrale, è possibile notare in alto e al centro uno SCUDO in stucco a rilievo, inteso solo come elemento decorativo privo di elementi araldici. Si presenta con un OVALE molto bombato al centro, riproponendo la stessa tecnica decorativa con l’effetto della “marmorizzazione”. Ai lati dello STEMMA, già citato, due grosse VOLUTE, un’altra più grande e in alto, leggermente accartocciata verso l’interno con le sembianze di una CONCHIGLIA, adattando, invece, una foglia di ACANTO, in continuità tematica con la trabeazione. In basso, sempre nella zona mediana, quasi fuori lo stemma, ma comunque legato e facente parte integrale dello stesso, uno STELO, che dovrebbe corrispondere allo stelo della FOGLIA-CONCHIGLIA superiore, il quale reca due BOCCIOLI CHIUSI fusiformi stilizzati, rivolti verso il basso. Inoltre, una doppia CORNICETTA, molto sobria modanata con TORO centrale a sezione semicircolare, percorre sotto la TRABEAZIONE, scende sia a destra che a sinistra lambendo con delicatezza le parti laterali estreme per andare a confluire con quelle che sovrastano l’intero maestoso ARCO A TUTTO SESTO. Lo stesso, nell’INTRADOSSO, si manifesta DECORATO con ben UNDICI FORMELLE con FIORE (ROSETTA) centrale, costituito da OTTO espansi PETALI parzialmente separati a costituire la COROLLA a OTTO SEPALI, posti tra un petalo e l’altro a costituirne il CALICE. La resa è notevole! Lo SCENARIO si arricchisce di due FIGURE che sembrano BIBLICHE. Le stesse, realizzate in stucco a rilievo e poste in giù all’angolo, emergono in tutta la loro IERATICITA’: due anziani, forse SOMMI SACERDOTI o PROFETI, con lunga barba e lunghi capelli e con copricapi. Rivestiti da lunghe tonache paludate e con ampi mantelli. La FIGURA di destra sembra recare, in una mano, un COFANETTO, probabilmente contenente incenso, mentre l’altra FIGURA di sinistra reca nelle due mani alzate un ROTOLO che viene srotolato, con un probabile riferimento alla dinastia di Gesù.
Ora passiamo alle due LESENE laterali poste in alto che chiudono l’ARCO CENTRALE. Le due LESENE, sempre decorate a STUCCO, vengono divise in tre ORDINI DECORATIVI:
– il PRIMO si presenta con due FORMELLE, simili sia alla lesena di destra che a quella di sinistra. La singola FORMELLA è, nelle dimensioni e forma, simile alle altre due poste in alto dei due pilastri litici, già descritti in precedenza. Una fascia larga perimetra, tutta la parte interna, con altra cornice inscritta, a più modanature, con all’interno uno STEMMA che rimanda, nella forma tipica rinascimentale, ai quattro spigoli concavi. Non ci sono segni araldici ma una enorme –A- posta a rilievo con ai lati due nastri, uno a destra e l’altro a sinistra, svolazzanti con movimenti similari tra loro;
– il SECONDO presenta, nella parte sommitale, un capitello aggettante. La parte superiore risulta modellata in una ampia fascia che la percorre, girando ai lati per circa un terzo; sotto vi è la decorazione successiva, rastremata concava. Una larga fascia abilmente decorata a foglie espanse di ACANTO e a seguire un’altra decorazione classica in una serie di FUSERUOLE, ovvero elementi sferici e fusiformi variamente alternati. Questo tipo di decorazione (14) è riscontrabile, non come stucco ma dipinta, sulla cornicetta che perimetra la Sacra Icona di Maria SS.ma di Ripalta. La cornicetta fu aggiunta, probabilmente nel XVI secolo, quando il Sacro Quadro con la CHIESA, la zona di pertinenza compreso il SANTUARIO furono venduti dall’ARCIPRETE NULLIUS, DON MATTEO DE SARACENIS, unitamente al CAPITOLO “SAN PIETRO APOSTOLO” al Feudatario di Cerignola, DON CARLO CARACCIOLO, nel 1543 (15). La decorazione fa seguire una ulteriore fascia e poi, ancora, un’altra decorazione a elementi sferici che si inseguono;
– il TERZO riporta, in tutta la sua bellezza artistica, una FORMELLA,sviluppantesi in altezza fino a poggiare sul capitello sottostante del pilastro che continua con una LESENA. Allabase della formella e sulla destra origina l’ARCO CENTINATO. La FORMELLA reca, nella parte superiore, una larga fascia che tende alla base a rastremarsi verso l’interno con più modanature. Nell’interno, a bassorilievo, vi è un artistico elaborato TRALCIO di VITE, simmetrico sia a destra che a sinistra, confluendo nella parte mediana e in alto con una FOGLIA di VITE stilizzata. Più giù, un arco centinato delinea la parte sommitale di una elaborata NICCHIA sottostante. La NICCHIA ABSIDATA si presenta, nella zona retrostante ed in alto, con una bella e artistica decorazione a CONCHIGLIA, dove sono ben evidenziati gli incavi delle COSTE che corrisponderebbero, all’esterno e non visibili, in numero di dieci, confluendo nella parte sommitale a costituire l’UMBONE del guscio della conchiglia da dove originano le COSTE, visto dall’interno, molto stilizzate, aprentesi a VENTAGLIO, accartocciandosi e arrotolandosi con i lembi estremi verso l’interno. Anche questo motivo decorativo lo ritroviamo nel RINASCIMENTO. Nella nostra CHIESA di SANTA MARIA delle GRAZIE (sec. XIV), troviamo degli AFFRESCHI del XV sec., sulla parete destra del presbiterio che presenta una nicchia absidata con la parte superiore affrescata con la conchiglia e il Santo /a (16). Segue una fascia con tripla modanatura ampia che percorre in orizzontale tutta l’abside, compreso la larga fascia. L’interno spicca per la bellezza decorativa e la plasticità di una MAESTOSA figura STANTE di probabile SOMMO SACERDOTE o PROFETA in atteggiamento IERATICO, con barba lunga e copricapo. Abito lungo paludati, braccio destro piegato sul petto, mentre quello sinistro è piegato lievemente verso giù; nella mano reca il lembo di una pergamena che risulta snodata dal rotolo. La stessa pergamena srotolandosi passa, elegantemente, al di sopra del braccio, per poi scendere lungo la veste, arrivando sin giù senza toccare la base, mentre l’estremità si avvolge verso l’interno. Credo che si tratti dello stesso personaggio con il ROTOLO-PERGAMENA già esaminato precedentemente. Meriterebbe maggiore attenzione l’ABITO del personaggio, ben drappeggiato, fluente, che lascia intravedere appena in modo discreto le due punte delle calzature. Qui termina la descrizione della FORMELLA rettangolare.
La NICCHIA, simmetricamente e sul lato destro, è caratterizzata dalle stesse connotazioni decorative, ma priva di PERSONAGGIO. A tal riguardo, ci viene in aiuto un documento del 1840 (17) nel quale si fa riferimento alla descrizione della CHIESA MADRE CATTEDRALE “SAN PIETRO APOSTOLO”. Il documento, datato 1° febbraio 1840, firmato dall’Architetto Teodosio di Bisceglia e dal supplente D. Antonellis, riporta quanto segue: “[…] la seconda sottoposta ad un grande arco fregiato all’intorno con varj emplemi, e de’ 4 . Profeti maggiori[…]” . La STATUA in stucco nella nicchia, quindi, era ancora presente sino al 1840.
Ma continuiamo la descrizione del CAPITELLO sottostante e la LESENA di sinistra per poi passare agli stessi elementi decorativi di destra:
– il CAPITELLO, che sovrasta la LESENA di sinistra, ricalca la stessa decorazione del soprastante e della trabeazione, già commentati poc’anzi;
– la LESENA è un trionfo di PROFESSIONALITA’ e della MAESTRIA dell’AUTORE. La LESENA presenta una CORNICE che la perimetra dal basso verso l’alto, senza soluzione di continuità. La stessa si ferma a poca distanza dallo spigolo del pilastro. Nell’interno di questo enorme rettangolo, sviluppantesi in verticale e incorniciato, vi è racchiusa una RICCA serie di TROFEI d’ARMI. Inizia con un LABARO con PIASTRA rettangolare e cornicetta modanata recante la seguente scritta incisa nello stucco:
“THOME /TROIANI / OPUS”
(Opera di Tommaso da Troia) (18)
Misure – b x h: cm. 30 x cm. 15,1/2; h delle lettere: cm. 3,1/2 (misure effettuate dallo scrivente il 26.11.1982).
La ISCRIZIONE indica il nome dell’AUTORE-ARTISTA. Il suddetto labaro reca un’asta a sezione circolare che percorre dietro tutte le raffigurazioni presenti, sino ad arrivare alla base della lesena. La parte sommitale dell’asta reca un grosso occhiello. La stessa targa presenta, sui lati, degli elementi decorativi sino a formare delle esse dai quali pendono cordoni, formati da piccoli noduli concatenati; uno similare agganciato alle due estremità della targa, posto orizzontalmente, assume una posizione concava. Inoltre, nastri similari, sia a destra che a sinistra, creano svolazzi nella parte sommitale retrostante la targa e oltre la stessa, in basso. Segue uno SCUDO a forma rettangolare e a spigoli concavi, lasciando intravedere la chiodatura perimetrale e un GAMBALE, credo, molto decorato e sovrapposto allo scudo ad incrocio. Sul retro, fanno da sfondo i nastri svolazzanti di adornamento. Seguono due FIACCOLE accese, incrociate con evidenti LINGUE di FUOCO; sopra e al centro una TARGA,a forma rettangolare, con ai due lati corti, due altrettanti piastre a triangolo con grosso foro centrale. Sulla TARGA risulta la seguente ISCRIZIONE:
“TRHOFEI / INSIGNIA”
(Trofei e Insegne) (19).
Misure – b. x h.: cm. 30 x cm. 15,1/2; h. delle lettere: cm. 3, ½ (misure effettuate dallo scrivente il 26.11.1982).
I nastri si prolungano sino a legarsi con la parte sommitale dei due SCUDI sovrapposti a croce; quello posteriore a forma ovale e molto decorato, quello anteriore a forma rettangolare e con spigoli concavi, reca incise, poste a croce, le seguenti lettere puntate:
“S. P / Q. R.”
S(enatus) P(opulus) Q(ue) R(omanus) (20)
“Il Senato e il popolo romano”
Misure – h. delle lettere: cm. 5. 8 (misure effettuate dallo scrivente il 26.11.1982).
Seguono altre raffigurazioni. Uno SCUDO a forma circolare con decorazione a rilievo e borchia decorata a rilievo. Nella parte retrostante vi sono due SPADE, sovrapposte a croce. Ancora più sotto, due SCUDI a forma ovale, sovrapposti e incrociati, che lasciano evidenziare una ricca decorazione a rilievo in modo particolare sulla fascia perimetrale oltre che all’interno;
– Il CAPITELLO che sovrasta la LESENA di destra è privo di decorazioni che, invece, sono presenti su quello di sinistra. Già tutto questo, e non è da poco, ci porta a riflettere e ad effettuare delle considerazioni, come la considerazione che salendo in verticale oltre la lesena, vi è la NICCHIA senza un personaggio che doveva esserci per simmetria, come abbiamo già asserito e documentato, con quello presente sul pilastro di sinistra. Comunque, il CAPITELLO nella prima fascia avrebbe dovuto presentare una decorazione con foglie di ACANTO e, invece, è completamente liscio. Al di sotto, fino a toccare la lesena, abbiamo una serie di modanature prive di decorazioni. Ciò è molto strano;
– la LESENA, anche qui, reca una bella ed artistica decorazione di TROFEI d’ARMI. La LESENA ripropone la identica CORNICE della precedente e nell’interno una serie di artistici TROFEI d’ARMI ROMANE. Iniziamo con esaminare due SCUDI sovrapposti e incrociati: sotto, quello a forma circolare ovale con decorazioni, l’altro a forma rettangolare con gli spigoli concavi. Sopra quest’ultimo, una PIASTRA PETTORALE con inciso sopra quanto segue:
“GRADI / AR[MA]”
“LE ARMI DEL VALORE” (21)
Misure – h. delle lettere: cm. 3. (misure effettuate dallo scrivente il 26.11.1982).
Nella parte destra, lo stucco, probabilmente andato distrutto, è stato “risanato” senza riproporre la parte mancante, come si evince dalla mia foto del 24.12.1971. Anche per questa LESENA, la decorazione contempla un’ASTA a sezione circolare che originava dalla parte sommitale con occhiello grande. Purtroppo, anche questa porzione di stucco era già andata perduta. La stessa ASTA continua fino alla base della lesena, passando nelle retrostanti FIGURE. Vediamo l’ASTA che, passando sopra lo scudo ovale e sotto quello rettangolare, già descritti, prosegue mettendo in rilievo un notevole particolare, riguardanti un gruppo di NASTRI ANNODATI, evidenziandone una NOCCA SVOLAZZANTE molto GONFIA. Al centro, sotto il NODO, due belle RUOTE di BIGA, dove la prima si evidenza in primo piano, coprendo per metà la retrostante. Delle RUOTE vengono evidenziati i MOZZI e i raffinati OTTO RAGGI. Inoltre, sono presenti, dietro le ruote e a croce, una SPADA con una grande LAMA riccamente decorata e un BASTONE di COMANDO con l’asse tubolare fuoriuscente oltre la base delle stesse ruote. Segue in posizione mediana un grosso ELMO con ai lati due grandi CORNUCOPIE, molto decorate e colme di BOCCIOLI di FIORI, come si può vedere dagli steli che fuoriescono dalle due cornucopie. Le basi o la punta dei coni si avvicinano sempre nella zona mediana; si legano a loro due robusti TRALCI VEGETALI, arricchiti da due FOGLIE stilizzate, che si inarcano. Inoltre, vanno a decorare le due cornucopie legandosi alla parte sommitale laterale delle stesse, due pendenti allungati, già esaminati in questa ampia descrizione. L’ASTA tubolare, che ha attraversato l’elmo nell’interno, continua il suo percorso passando, sempre nell’interno, questa volta, in una bella LORICA molto ornamentata a SCAGLIE stilizzate nella parte del BUSTO, mentre nella parte del PETTORALE due grossi GIRALI. Seguono due robuste e lunghe ALABARDE che si incrociano sull’asse che continua il suo percorso. Fanno da sfondo dei sottili NASTRI svolazzanti. Seguono, in ultimo, due SCUDI classici, già visti prima, sovrapposti e incrociati; quello sottostante ovale con decorazioni, l’altro rettangolare con gli spigoli concavi. Sullo SCUDO superiore e sul lato destro è incisa la seguente sigla, già esaminata e riportata in precedenza e con le stesse misure:
“S. P. Q. R.”
Terminiamo questa PRIMA PARTE con alcune considerazioni. A partire dal lato destro esterno alla CAPPELLA del PRESEPE, abbiamo riscontrato:
– la mancanza della statua di un personaggio, che pure avrebbe dovuto esserci;
– il CAPITELLO, che sovrasta la LESENA, non reca le decorazioni dell’altro simmetrico;
– la prima raffigurazione in stucco, sulla sommità della lesena, risulta incompleta nella parte destra e malamente “sistemata” per lo stucco andato distrutto.
Tutto questo ci porta ad affermare che, probabilmente, queste parti danneggiate e mancanti potrebbero essere dovuti a probabili “traumi” subiti, come terremoti.
La mancanza della DATA del PREGEVOLISSIMO e RAFFINATISSIMO lavoro in STUCCO a cosa è dovuta? Nei primi anni ’70, le due LESENE recavano tutte le raffigurazioni ben conservate e senza nessuna caduta degli STUCCHI, a parte quella piccola parte già descritta e “sistemata” già prima del ’70. I problemi sono intervenuti subito dopo gli interventi restaurativi degli anni ’80. Alcune parti degli STUCCHI, ricordo molto bene, presenti nella lesena di sinistra da oltre la metà in giù e sulla lesena di destra più o meno alla stessa altezza, incominciavano a gonfiarsi per l’umidità, tanto da richiedere la iniezione di materiale speciale, come si può notare dalle diapositive da me effettuate. Purtroppo, non è servito a nulla, perché gli stucchi sono caduti, sbriciolati e irrimediabilmente irrecuperabili. E assistiamo ancora oggi, nonostante l’ultimo intervento, in vaste parti, a forti distacchi di stucco decorativo sia nelle parti basali delle lesene che nell’intradosso con evidenti tracce di lesioni che preoccupano parecchio.
Cerignola, 21 Dicembre 2021 Matteo Stuppiello
Bibliografia e Note
(1) – LUIGI CONTE (Sac.), Memorie filologiche sull’antichità della Chiesa di Cerignola precedute da un breve cenno storico, topografico, genealogico della stessa Città, Napoli, Tipografia di Gaetano Cardamone, 1857, p. 50; SALVATORE DELVECCHIO, La ex Chiesa Madre di Cerignola – Visita in loco e descrizione, in SALVATORE DELVECCHIO, Storia e Arte in Puglia con riferimenti alla nostra Città – Sette Lezioni tenute nell’Anno Accademico 1986-87, San Ferdinando di Puglia Tipolitografia “F. Miulli”, 1987, p. 8; MATTEO STUPPIELLO, Cinque pregevoli frammenti (colonne secc. XI-XII) all’esterno della Chiesa Madre, Cerignola, 19 Luglio 2016 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, Un raro documento: l’elenco dei benefattori defunti della Maggiore Chiesa di San Pietro Apostolo di Cerignola ai quali venivano celebrate le Messe in tutto l’anno (secc. XVI-XVII) – I, Tipografia “Imprimatur Group srl”, Via Barletta I Traversa C.da S. Tommaso , sn. San Ferdinando di Puglia, (BAT), 2018, Terza di copertina;
(2) – SALVATORE DELVECCHIO, La ex Chiesa Madre…, op. cita, p. 9, nota 1.
(3) – MATTEO STUPPIELLO, Il bel campanile, in tufi di calcarenite di Canosa di Puglia, della Chiesa Madre ricostruito nel 1599, Cerignola, 11 marzo 2020 – www.archeoclubcerignola.com;
(4) – MATTEO STUPPIELLO, 5 dicembre 1982: un’importante scoperta relativa alla Chiesa Madre, Cerignola 8 novembre 2014 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, Un tesoro distrutto (Affresco) nella Chiesa Madre, Cerignola 10 marzo 2016 – www.archeoclubcerignola.com.
(5) – LUIGI CONTE (Sac.), Memorie filologiche…, op. cit., p.30.
(6) – ibid. – APPENDICE.; MATTEO STUPPIELLO, S. Trifone martire, in “SAN TRIFONE MARTIRE Protettore di Cerignola dal 1595” – Artistica Litografia realizzata dal Prof. Salvatore Delvecchio, edita dalla PARROCCHIA S. PIETRO APOSTOLO – DUOMO TONTI, CENTRO STUDI E RICERCHE “TORRE ALEMANNA”, ARCHEOCLUB D’ITALIA SEDE DI CERIGNOLA, MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO (1979), 29 gennaio 1992, Tipolitografia “Miulli Francesco”, Via Nazionale, 68, San Ferdinando di Puglia (Fg).
(7) – Ringrazio don TOMMASO DENTE, Parroco delle Chiesa “San Francesco d’Assisi”, già “SAN PIETRO APOSTOLO”, Mons. NUNZIO GALANTINO, successore nella stessa Parrocchia e l’attuale Parroco don GIUSEPPE GAETA per la sensibilità culturale e la disponibilità ad acconsentimi di effettuare le foto e le diapositive a colori ed alla loro pubblicazione. A Mons. Nunzio Galantino per avermi dato la possibilità, durante gli anni di parrocato, di effettuare le misure delle iscrizioni, dei fregi e altro. Ringrazio, altresì, l’amico e socio delle nostre Istituzioni Culturali, Antonio Forina, per le fotografie da lui effettuate su alcuni particolari della Cappella della Sacra Famiglia.
(8) – LORENZO GIUSTINIANI, Dizionario Geografico – Ragionato del Regno di Napoli, tomo IV, Napoli, 1802, p. 43; Amministrazione Generale dei Beni in Italia del Signor de La Rochefoucauld Duca di Doudeauville e di Bisaccia – Cerignola-Barletta – Direttore Generale GEORGES MILLET – CERIGNOLA, Tip. Edit. Dello “Scienze e Diletto” – Cerignola, 1903, pp. 6-7; SAVERIO LA SORSA, La Città di Cerignola nel Secolo XIX con prefazione di NICOLA ZINGARELLI, Bari-Roma – F. Casini e Figlio – Editori, 1931, p. 8; MATTEO STUPPIELLO, La “Cedigniola” del XV secolo, Tipolitografia “Imprimatur Group srl”, via Barletta, 1 Traversa C. da S. Tommaso. Sn. – San Ferdinando di Puglia (BT), pp. 13-14; [MATTEO STUPPIELLO], La Chiesa del Purgatorio, REGIONE PUGLIA – CENTRO STUDI E RICERCHE “TORRE ALEMANNA” – Cerignola Centro di Servizio e Programmazione Culturale Regionale, Foggia, 1987, pp. 119-120.
(9) – MARINA CAVALIERE, Porte, portali e roste di Napoli, Tascabile Economici Newton, Roma, 1995, p. 12.
(10) – CLARA GELAO, Il presepe pugliese, in CLARA GELAO – BIANCA TRAGNI, Il presepe pugliese arte e folklore – Prefazione di Francesco Sisinni, MARIO ADDA EDITORE Bari, Milano, 1992, p. 17.
(11) – ANTONIO GAMBACORTA, Artisti lucani in Puglia e pugliesi in Lucania, in Giacomo Racioppi e il suo tempo, Galatina, Congedo Editore, 1975, p. 281.
(12) – CLARA GELAO, Il presepe…, op. cit., p. 63.
(13) – È possibile notare la marmorizzazione dello stucco nella mia foto del 1971. È dovuta al restauro effettuato dal Parroco, don Salvatore Moccia, che restaurò la Chiesa negli anni ’40?
(14) – SALVATORE DELVECCHIO – MARIOLINA OCCHIONERO – GIUSTINA SPECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, Schede didattiche su territorio di Cerignola, Edito dal DISTRETTO SCOLASTICO N. 34, CENTRO STUDI E RICERCHE “TORRE ALEMANNA”, ARCHEOCLUB D’ITALIA SEDE DI CERIGNOLA, MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO (M. STUPPIELLO), Tipolitografia “F. Miulli” – Via Nazionale, 68, San Ferdinando di Puglia (Fg) – Scheda N. 5 – “ICONA BIZANTINA DI MARIA SS.MA DI RIPALTA (SEC: XII)” – La SCHEDA è corredata da una elaborazione grafica del Prof. Salvatore Delvecchio, coautore della pubblicazione, che così scrive Autore: “Prima edizione dello schema dettagliato della struttura grafica della nostra Icona “ – Al numero 11 della descrizione della STRUTTURA della ICONA scrive: “fuseruole, elementi decorativi dell’arte greca, dipinte”.
(15) – SERGIO DI GIOIA, Maria de Ripis Altis – Studio storico di Mons SERGIO di GIOIA, in Novena a Maria SS. di Ripalta Protettrice della Città e Diocesi di Cerignola – Preghiere per il Pellegrinaggio – Visita ed Inni Popolari, A CURA DELLA DEPUTAZIONE PER LE FESTE PATRONALI A.D. 1956 – Prima Edizione, Leone, Foggia, pp. 13-15.
(16) – La chiesetta campestre di Santa Maria delle Grazie, Edito dal Centro Studi e ricerche “Torre Alemanna”, ciclostilato in proprio, Cerignola, 25 maggio 1978, p. 11-12; MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa di Santa Maria delle Grazie, tipolitografia “Miulli Francesco”, via Roma, 52, San Ferdinando di Puglia, p. 40, foto n. 11; quinta di copertina, rielaborazione grafica, acquerellata a mano, a cura del Prof. Salvatore Delvecchio che riproduce l’affresco di San Leonardo confessore (sec. XV) e quarta di copertina nella quale si riporta la spiegazione.
(17) – ARCHIVIO CAPITOLO CATTEDRALE – CERIGNOLA – L’Architetto Teodosio di Bisceglia riporta la descrizione della Cattedrale di Cerignola il 1 febbraio 1840, in “STATO DIMOSTRATIVO dell’intera rendita del Capitolo, ed uso di esse trasmesso da Monsig. Vescovo”, Roma, 1840, Stamperia della RC.A., p. 31. La citazione è incompleta, in quanto del documento a stampa mi furono dati in fotocopia solo pochi fogli e senza il titolo completo. Chi mi fece le fotocopie e me ne fece dono fu don Antonio Occhionegrelli, nel 1974, allora Cancelliere Vescovile. È possibile ricavare altri dati, sia dalle fotocopie che dai fogli trascritti da me, ovvero che il titolo della pubblicazione è il seguente: “Sagra Congregazione del Concilio Erogationis Redditum Per il Rmo Capitolo Cattedrale di Cerignola Contro Monsignor Illmo, e Rmo Javarone / Vescovo di Ascoli e Cerignola / Rispettosa Memoria / Con Sommaria annessa / Per la Congregazione del giorno / 11 Luglio 1840: Nella Stamperia della RC.A.”
(18) – Si ringrazia la Prof.ssa GIUSTINA SPECCHIO per la traduzione e la trascrizione.
(19) – ibid.
(20) – ibid.
(21) – ibid.