Il giorno 22 novembre 2012 a Classe 2ª E della Scuola Media Statale “G. Pavoncelli” di Cerignola, accompagnata
dalle docenti Cecilia Borraccino e Maria Teresa Carbone, ha effettuato una visita di studio al Museo Etnografico Cerignolano (1979), visita che ha impegnato alunni docenti e responsabili del Museo a mantenere una viva attenzione sugli oggetti da guardare e sulle parole per commentarli. Un interesse tenuto vivo per più di un’ora, dalle 9,00 alle 10,30. La “Visita guidata” è stata seguita con impegno, come già detto e in religioso silenzio perché, alunni e docenti, sono stati subito calamitati dalla forte voce narrante del responsabile del Museo prof. Matteo Stuppiello, il quale, con un eloquio convincente e affabile, ad un tempo misurato si è fatto “voce” della storia, si è fatto anima delle mille “cose” che popolano fitte le cinque Sale del Museo di Cerignola.
Nella prima Sala, in quella del “Bracciante” l’attenzione dei giovani visitatori è stata tenuta desta dal prof. Stuppiello il quale riesce sempre, nel raccontare e spiegare le “cose” e gli “eventi” e le “piccole o grandi storie” della nostra Città, a isolare gli oggetti, uno per uno e a inquadrarli nel contesto storico di vita e di provenienza.
Si è soffermato sul “Letto del Bracciante“: un materasso in tessuto di sacco ripieno di paglia di grano, disadorno, privo di biancheria e quindi è passato sull’arredo poverissimo composto dalla rasola per contenere l’acqua, la tinozza per il bucato, il braciere per riscaldarsi, mettendo in risalto, oggetto dopo oggetto, la forte differenza qualitativa e quantitativa rispetto alle famiglie di più elevato ceto sociale, mettendo così in risalto il forte contrasto fra la famiglia del bracciante e quella degli artigiani, avvocati, i così detti Signori e così via. E tanto per tutto l’Ottocento e molta parte del Novecento.
Parimente interessante la Sala del lavoro agricolo con tutte le sue differenziazioni, dagli aratri per aprire la terra, ai modi manuali della seminagione e altro ancora, per poi toccare un tasto molto doloroso circa l’utilizzo della scerbatura, ossia la eliminazione delle erbe infestanti in mezzo alle piantine di grano appena nate. Ed ovviamente, come sempre, a questo punto, viene fuori il nome di Giuseppe Di Vittorio, nostro concittadino, bracciante pure lui e poi grande sindacalista locale, nazionale e poi mondiale il quale ha fatto molto per il riscatto sociale dei braccianti e dei lavoratori di ogni categoria poi, e intanto aveva promosso l’istituzione, per quei ragazzi, di una scuola serale, per sollevarli culturalmente.
Quando si è passati nel settore della documentazione della vita religiosa locale, l’oggetto più appariscente, il documento più notevole che è stato commentato è stata l’Icona di Maria SS.ma di Ripalta, consistente in una foto in quadricromia perfettamente uguale alla originale, di cui è stato messo in evidenza l’importanza della qualità artistica che la rende un fatto eccezionale. Pari attenzione è stata tenuta presso gli altri settori: quello delle Fornaci; delle divise dei Vigili Urbani e ancora dell’abbigliamento delle famiglie signorili.
E’ stato risposto appropriatamente alle domande rivolte al relatore da parte degli alunni visitatori e infine è seguito un saluto commosso e motivato da parte delle docenti che hanno affermato sentitamente che “Questo Museo con tutti questi materiali raccolti sono il frutto di un amore; solo attraverso un forte amore per le testimonianze del passato è possibile vedere e sentire tutto quello che avete visto e sentito“.
Cerignola, 3 dicembre 2012 Vito De Meo