La STATUA di SAN ROCCO di Montpellier, la Campana di vetro e la Base lignea circolare sono originarie dello stesso complesso sacro-devozionale.
La CAMPANA (h. cm. 81 – diametro cm. 30) è il risultato della lavorazione artigianale del VETRO SOFFIATO e ciò lascia denotare delle lievi ed impercettibili imperfezioni, quali esigue ONDULAZIONI del vetro che rendono il manufatto unico ed originale.
La STATUA del SANTO PELLEGRINO E TAUMATURGO (h. cm. 61) è stata realizzata, in alcune parti come la TESTA, parte delle BRACCIA, delle MANI, delle GAMBE e dei PIEDI, con ARGILLA cruda, poi dipinte, mentre nelle restanti parti come il BUSTO e gli ARTI, con una imbottitura di paglia di lino avvolti da spago con anima di filo di ferro.
La STATUA è rivestita interamente con della STOFFA. La TONACA e le MANICHE sono di color VERDE. La MANTELLINA-MOZZETTA, di color NERO, copre le spalle a chiudersi quasi del tutto sul petto. Sia la TONACA che le MANICHE recano ai bordi una doppia orlatura realizzata con FRANGIA METALLICA color ORO. La MOZZETTA, invece, risulta bordata da una sola frangia che è identica alle altre.
Il SANTO viene raffigurato con il classico atteggiamento presente nelle IMMAGINI grandi e nei “santini”. La TESTA è protesa appena in avanti e di poco sollevata con lo sguardo verso il CIELO. Sul retro della testa vi è un’AUREOLA metallica color grigio. Entrambe le braccia lasciano trasparire movimenti ben precisi. Il braccio destro, piegato con la mano verso l’alto, è colto nell’atto di stringere il BORDONE, il BASTONE da viaggio del PELLEGRINO, con su in cima la ZUCCA utilizzata come contenitore di acqua. Questi elementi caratterizzanti, mancano, sono andati perduti nel tempo. Il BRACCIO sinistro, è proteso verso il basso con l’indice della MANO indicante la PIAGA posta sulla GAMBA sinistra. L’abito, di fatto, è di poco sollevato nell’intento di lasciar intravedere la PIAGA sanguinante. La statua non riporta la solita rappresentazione del CANE accovacciato, perchè mancante, colto nell’intento di lenirgli il dolore LECCANDOGLI la FERITA DOLORANTE.
La STATUA poggia ed è resa stabile da una base lignea (h. cm. 7) che presenta una DECORAZIONE a STUCCO e dipinta di color ORO. Sia la CAMPANA di VETRO che la BASE di legno poggiano su di un perfetto BASAMENTO ligneo CIRCOLARE (diametro cm. 36) di color nero.
Il complesso manufatto era appartenuto, insieme ad un’altra CAMPANA di VETRO con la STATUA della VERGINE ADDOLORATA, ai coniugi SALVATORE e ANGELA RUSSO. Mi furono DONATI dal loro figlio primogenito, ANTONIO RUSSO.
SALVATORE RUSSO (*Cerignola 28.7.1879 †Cerignola 2.2.1972) figlio di Antonio e di Lucia Grillo, fratello primogenito di mio nonno materno MATTEO RUSSO, padre di mia madre LUCIA. Frequentavo assiduamente mio zio Salvatore nella sua abitazione di Corso ROMA 121, oggi Aldo Moro. MEMORIA storica della mia FAMIGLIA, tutto sapeva sui nostri antenati e sulla storia di Cerignola e sull’agricoltura. Lo frequentavo sin dagli anni ’50 e riuscivo a prendere appunti che conservo. DONATORE di molti OGGETTI presenti sul MUSEO. Svolgeva la professione di AGRICOLTORE. La proprietà della CAMPANA di VETRO di SAN ROCCO e la DEVOZIONE verso il SANTO di Montpellier era dovuta al fatto che La FAMIGLIA RUSSO, nei suoi vari componenti, faceva parte della Confraternita di MARIA SS.MA DEL ROSARIO e SAN ROCCO. Al decesso dei coniugi, oltre novantenni, furono inumati nella seconda Tomba cimiteriale di San Domenico.
Il figlio primogenito ANTONIO RUSSO (*Cerignola 5.1.1910 †Cerignola 17.5.1995) figlio di SALVATORE e ANGELA RUSSO, cugino di mia madre LUCIA, AGRICOLTORE, mi fece omaggio delle due Campane di vetro con le due statue di SAN ROCCO e della VERGINE MARIA ADDOLORATA. A Lui e ai Suoi GENITORI rivolgo i sensi della mia profonda GRATITUDINE e AMORE verso di LORO.
Cerignola, 15 agosto 2019 Matteo Stuppiello