Abbiamo una descrizione della Chiesa Madre – Cattedrale “San Pietro Apostolo” del 1840 (5) che qui di seguito si riporta: “[…] 6. A dritta, ed a sinistra dell’ingresso della navata maggiore, e propriamente nel ridosso del muro di prospetto a Levante, vi sono due Cappelloni di egual dimenzione, della lunghezza di palmi 22. per 26. una dedicata a Santa Maria delle Grazie, con decente altare di marmo, e l’altro consimile con decente altare di pietre del Gargano, ornato di antico stucco, ed intornato dedicato al SS. Salvatore, avente due nicchie laterali in cui sono riposte due belle statue, una rappresentante l’Angelo Raffaele, e l’altra S. Rocco esistendovi alla sinistra il Battistero del diametro di pal(mi) 4 con cupolino di legno dipinto ed intornato […]”.
Ma veniamo ora alla indagine storica. Purtroppo del Sacerdote ANTONIO CORCHIA del XVII secolo, non siamo riusciti a reperire documenti. Sappiamo però della FAMIGLIA CORCHIA ,presente nel Settecento, con altro Sacerdote D. TOMMASO CORCHIA, Sacerdote Capitolare (cioè facente parte del CAPITOLO CATTEDRALE “SAN PIETRO APOSTOLO”, deceduto il 1° Febbraio del 1763 all’età di 50 anni e seppellito nella Tomba dei Sacerdoti (6) con l’ingresso posto proprio nella Cappella del SS.mo Salvatore.
Sicuramente una Famiglia di origini non nobili, come tante altre dell’epoca, però benestanti economicamente che occupavano posti di rilievo nella società civile e religiosa. Come vedremo, nella Famiglia Corchia alcuni rappresentanti esercitavano il mestiere di “Putatore” che era senz’altro un mestiere di tutto rispetto. Nel Settecento erano parecchi i potatori delle vigne, poiché diverse contrade del nostro agro erano vocate al vigneto: Padula, Canneto, San Vito, Acquamela…
Nel XVIII secolo sempre della Famiglia Corchia abbiamo il conforto dei documenti. Ricaviamo dal “CATASTO ONCIARIO” del 1742 (7) la Scheda “CCCIC” relativa al nucleo familiare CORCHIA e riportiamo quanto segue: “XXXI. Andrea Corchia Putatore Sesseginario d’anni sessantatrè—63, Anna di Rocco Moglie d’anni 65. Abita, nella Casa di Tomasso di Filippo suo figliastro, che tiene in affitto dalla Badia di S. Carlo, e non paga cosa alcuna. Possiede una Vigna vitata di capacità di Vigne sette piene con Casa, e Loggia di fabrica nel Luogo detto Acquamela , giusta le vigne di D(omi)no Tomasso Corchia, e D(omi)no Nicola Moavero, stimata di rendita annui docati cinque, e grana venti, che sono— onc(e)17:10. In detta Vigna tiene l’Industrie d’api che rendono ogn’anno franchi di miele , e cera d(ocat)i quindeci, che sono—-onc(e) 50. Sono in tutte —onc(e) 67: 10. Pesi da dedursi – Tiene di debbito annuy D(ocat)i trè, e grana sessant’uno che corrisponde à Leonora Antonelli, e sorella p(er) Capitale d(ocat) Cinquanta sopra dette vigne, che sono –onc(e) 12: 11 – Restano –onc(e) 54:29”;
– CCCIC “Saverio Corchia Putatore d’anni—18, Rev(erend)o D(omin)o Tomasso F(rate)llo d’anni— 34 , Anna Speranza Ved(ov)a d’anni—82 –Testa d(ocat)i 1- Ind(ustri)a onc(e) 12 – Abita in Casa propria sita nel Luogo detto La Portella, attaccata con quella dell’eredi di Ricciardo, Sopra della quale vi sono di peso annuy d(ocat)i 10, divuti, cioè d(ocat)i trè à Giuseppe Morra p(er) la portione spettante ad’Andrea Corchia di d(ocat)i sette à Natale Durante p(er) Capitale di d(ocat)i cento, resta di dote da sua Sorella. Possiede un Sottano attaccato à dette Case affittato à Donato Scolletta p(er) annuy d(ocat)i quattro, quali vencon assorbiti dall’annuo Canone di d(ocat)i quattro, e grani 6 che corrisponde al Rev(eren)do Capitolo p(er) concessione di detta Casa. Possiede una Baracca, attaccata à dette sue Case, affittata ad Oronzio Nicolardo p(er) d(ocat)i trè e gr(ranaa) 56:, che dedottone il quarto restano d(ocat)i due gr(rana) 8. ¾ dedottone al Capitolo p(er) il suolo, resta d(ocat)i due 58 ¾–sono—-onc(ia9 8: 18 3/4-. Possiede, una Giumenta di razza, stimata di rend(it)a carlini 10…Sono in tutto on(ce) 23: 28 ¾”;
– “Rileve de Sacerdoti / Secolari, Diaconi, e Sudiaconi / Cittadini” […] D(omi)no Tommaso Corchia Capi(itola)re Sacerd(ot)e d’anni —34 – Anna Speranza Madre d’anni —-52 – Abita in Casa propria, unitam(ent)e co(n) detta Madre e Saverio Corchia suo F(rete)llo. Possiede ad titulum Patrimony una Vigna nel Luogo detto Acquamela , attaccata con La Vigna d’Andrea Corchia ed altri co(n) Pozzo, ed altri Commodi, sopra della quale vi soffre il peso d’annuy d(ocat)i 4.83 1/3 dovuti à questa Colleg(ia)ta. Possiede due Bovi Aratory, stimata la rend(it)a d(ocat)i 5 che sono onc(ce) 8. 10 […]”;
Il VINO che se ne ricavava era davvero tanto e veniva custodito nelle BOTTI nelle Grotte, Cellari e Cantine. Ancora un ultimo ragguaglio sulla Famiglia Corchia dai documenti rileviamo che Andrea e D. Tommaso Corchia avevano 8 vigne, considerando che una vigna contava 1600 viti il calcolo è facile: sono in tutto 12.800 viti. Precisiamo che conosciamo per il sacerdote Tommaso Corchia la generica indicazione di una vigna e non sappiamo di quante altre vigne era composta.
Il documento già citato del 1840 (8) a p. 14 alla voce “INTROITO” , fra l’altro riporta in un lungo elenco “Per Censi agli Eredi di Caterina Corchia d(ucati) 3.17”: Inoltre alla pagine 20-21 nello “STATO DIMOSTRATIVO – Dell’intera rendita del Capitolo, ed uso di esse trasmesso da Monsig. Vescovo” tra i “Legati d’adempirsi” – “Per due Maritaggi di Corchia e Calicchio D(ucati) 54.50; per “Pesi fiscali, e censi passivi” – “Agli Eredi di Caterina Corchia D(ucati) 3.71”.
Ogni secolo ha avuto i suoi BENEFATTORI che hanno lasciato Legati alle varie Chiese consistenti, in opere sociali, manufatti artistici di varia natura, grazie al loro profondo spirito religioso e civile. Dal già citato documento del 1840 a proposito dei Benefattori leggiamo quanto segue: “Una lista di nomi di Benefattori, che hanno lasciato al Capitolo istesso de’ Legati di messe Senza Precisione di epoche di Loro rispettivi testamenti tranne taluni lasciti fatti da pochi altri benefattori, nella guisa che si rileva dagli Certificati esarati da questo Notaio D. Domenico Tortora attuale Conservatore dell’antica Scheda del fu D. Giuseppe Coccia…I nomi poi de’ Benefattori ascendentia 455 risultano da una tabella affissa in Sagrestia, ricavata dagli antichi libri – Cerignola 15 Giugno 1840” .
Cerignola, 28 maggio 2016 Matteo Stuppiello
Bibliografia e Note
5. [TEODOSIO DIBISCEGLIA], Descrizione del 1.9.1840 nella vertenza tra Mensa Vescovile e Capitolo Cattadrale, p.30. La citazione bibliografica è incompleta in quanto del documento, che è a stampa, mi furono dati in fotocopia solo pochi fogli senza le copertine e senza titolo completo. Chi mi fece le fotocopie e me ne fece omaggio fu d. Antonio Occhionegrelli nel 1974.
6. ARCHIVIO PARROCCHIALE “S. PIETRO APOSTOLO” – CATTEDRALE – DUOMO TONTI – CERIGNOLA – “ARCHIVIO PARROCCHIALE DAL 1569” – Registri dei Morti: “Defunctorum / Liber / 1759”.
7. ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI – Regia Camera Sommaria – Catasto Onciario – vol. 7035 . CIRIGNOLA.
8. [TEODOSIO DIBISCEGLIA]…, op. cit., pp.15, 21.
Cerignola – Chiesa Madre – Chiesa San Francesco d’Assisi – Altare (1702) dedicato al Santissimo Salvatore – Foto Matteo Stuppiello 21.12.1987
Cerignola – Chiesa Madre – Chiesa San Francesco d’Assisi – Altare (1702) dedicato al Santissimo Salvatore – Particolare IL PALIOTTO – Foto Matteo Stuppiello 21.12.1987
Cerignola – Chiesa Madre – Chiesa San Francesco d’Assisi – Altare (1702) dedicato al Santissimo Salvatore – Particolare COLONNA TORTILE – Foto Matteo Stuppiello 27.4.1991.
Cerignola – Chiesa Madre – Chiesa San Francesco d’Assisi – Altare (1702) dedicato al Santissimo Salvatore – Foto Matteo Stuppiello 27.4.1991.