Una recente scoperta del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” e dell’Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola è inerente ad uno Stemma papale in pietra che così viene descritto: il manufatto, in pietra tenera calcarea del Gargano (da ascriversi ad una calcilutite) detta pietra “leccese”, reca i segni araldici papali. Il bassorilievo, notevolmente affettante, ha un modellato plastico ricco di tensione espressiva, dalle forme rigorose barocche e curato nei dettagli e nei particolari.
La corona papale, Tiara o Triregno, è alta e rotonda con tre corone sovrapposte distanziate tra di loro, con due infule pendenti e svolazzanti. Tutto il Triregno è sormontato da una crocetta; due Chiavi a croce di S. Andrea sono poste dietro la Tiara. Il tutto sovrasta lo Stemma che occupa la posizione mediana del manufatto araldico.
Il fondo dello STEMMA è ornato lateralmente e simmetricamente da volute crescenti dal basso verso l’alto, che arricchiscono ed impreziosiscono lo scudo. Lo stesso, incavato, ripartito in fasce orizzontali, reca nel suo campo le seguenti figure araldiche: nella prima fascia, più ampia, un’AQUILA con ali spiegate in atto di attacco, con la testa rivolta verso il fianco destro. Le zampe e gli artigli aperti; segue la fascia mediana con un LEONE passante in profilo, con la coda rivolta sul dorso; quindi una fascia più stretta recante tre COPPE (o pissidi) sormontate da coperchio bottonato.
Lo stemma si completa con altre due fasce con due e una coppa, e che rappresenta la parte mancante. Il reperto che misura cm. 38 x cm. 40 x cm. 5 è da attribuirsi al Beato PAPA INNOCENZO XI (1676-1689) BENEDETTO ODESCALCHI nato a Como nel 1611, da potente e nobile Famiglia italiana.,
Nella Basilica Vaticana di San Pietro, nella seconda Cappella della navata laterale di destra dedicata a S. Sebastiano m., sotto la mensa dell’altare, vi è custodito e venerato il CORPO del Beato; inoltre un imponente monumento marmoreo, voluto da INNOCENZO XII, nella stessa Basilica, ricorda il “Terribile Sant’Uomo”, integerrimo nei costumi, antinepotista, promotore della lotta e conseguente sconfitta dei musulmani nei Balcani, condannò le proposizioni volute ed imposte dal Re Sole ai Vescovi francesi, condannò il cosiddetto “lassismo” dei Gesuiti, prese “le difese degli ebrei Portoghesi colpiti dalla Inquisizione”.
La segnalazione è stata effettuata dal Sig. Luigi Perla che da tempo sensibilizzato alla nostra continua azione di indagine sul territorio, ha collaborato prontamente portandoci a conoscenza del suddetto documento litico, da lui rinvenuto davanti alla sua abitazione, posta sulla Strada Provinciale Cerignola-Manfredonia al Km. 2,500 nella contrada “Pescariello” in parte conosciuta come “Varratella”. Il ritrovamento venne effettuato nella cunetta durante un lavoro di risanamento da erbe e materiale di scarto depositato nella stessa; con tempestività, da noi, venne segnalato alla Soprintendenza di Bari che ne effettuò il relativo sopralluogo. Il reperto è da ritenersi erratico in quanto fuori da ogni contesto e riferimento al luogo del rinvenimento. Pertanto possiamo solo avanzare ipotesi, per ragioni prudenziali ed etica scientifica.
Infatti non abbiamo ravvisato in precedenza, dall’esame di documenti di varia natura a carattere storico e storiografico, relazione alcuna tra PAPA INNOCENZO XI con l’insieme del territorio di Cerignola.
La nostra ipotesi ci porta a prendere in esame la contrada “Parchi del Barone”, non molto distante dalla precedente, ove nel 1981 da noi fu rinvenuta una Iscrizione Settecentesca, testimonianza di una Chiesa di proprietà di DONATO NOVELLA, ricco proprietario terriero, vedi “LA CICOGNA” – Anno IV, n° 14, 20 marzo 1982, p. 4, di cui si forse il nostro reperto arricchiva il sacro edificio per indicare una probabile concessione o indulgenza data da Papa Innocenzo XI alla Famiglia Novella che così volle arricchire ed ornare la sua Cappella privata.
Ricordiamo anche che il suddetto Papa “fu il primo pontefice ad accordare con un suo ‘breve’ le indulgenze a chi faceva l’esercizio delle XIV Stazioni che solo sul finire del XVII secolo furono riconosciute ed adottate”. Purtroppo ci lascia perplessi un altro dato presente sul manufatto, un numero, in vernice nera, dipinto sul margine superiore: 204. Perché questo numero ? Era un frammento catalogato ? Quindi esistono altri 203 ? ‘pezzi’ da ricomporre ? Dubbi ed interrogativi che, per il momento, non hanno una risposta.
In genere, a beneficio del lettore, un reperto, definito erratico, fino a non molto tempo fa veniva dagli addetti ai lavori, raramente e marginalmente analizzato, studiato e, quasi sempre, finiva relegato nei “depositi”, corredato solo da un sibillino numero di inventario se era fortunato.
Quello invece, recuperato a seguito di uno scavo sistematico o comunque in una “area” archeologica, in un contesto ben definito, a differenza del precedente, aveva il pregio di dotarsi, subito, di una “carta di identità”: la schedatura. Se poi reca notevoli connotazioni stilistiche e storiche, la sorte ancora una volta gli sarà benigna, perché può far mostra di sé in “vetrina”.
Ma con la evoluzione degli interessi; oggi numerosi studiosi e ricercatori sono orientati ad un “ripensamento” e alla “rivisitazione” dello studio dei reperti erratici. Infatti, questi reperti, privi di carta di identità, recenti però connotazioni stilistiche fortemente emergenti, vengono recuperati dal dimenticatoio e fatti oggetto di attenzione, studio, analisi, alla ricerca di un probabile filo di collegamento che leghi il reperto stesso a zone ad ampio raggio d’influenza, di spazio e di tempo (1 – 2 – 3).
Il Reperto viene segnalato all’Arch. RICCARDO MOLA, Soprintendente per i Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici della Puglia (BARI) il 26 maggio 1985 prot. n. 575, dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”. Lo stesso Soprintendente invia una lettera di risposta con prot. N. 7980/MF- RACCOMANDATA in data 4 Settembre 1985 al Prof. Matteo Stuppiello / Presidente del Centro Studi / “Torre Alemanna” – CERIGNOLA (FG) avente in oggetto: “CERIGNOLA (FG) – Collocazione frammento lapideo” – Questo il testo che viene scritto dalla dott.ssa Margherita Pasquale dell’Ufficio Catalogo della menzionata Soprintendenza: “La scrivente, in seguito a sopralluogo effettuato da un suo funzionario, visionato il reperto in oggetto, un frammentario stemma lapideo relativo a Papa Innocenzo XI, rara testimonianza riferibile a suddetto pontefice in terra Bitontina, e rilevatone il notevole interesse storico, come da accordi verbalmente intercorsi con l’egregio presidente del Centro in indirizzo, riconosce quale idonea l’attuale ubicazione del rilievo nelle sale del Museo Etnografico Cerignolano sito in via Oberdan, 26 – firmato IL SOPRINTENDENTE (Arch. Riccardo Mola)” (3).
Cerignola, 14 marzo 2017 Matteo Stuppiello
Bibliografia e note
(1) – MEMMO CAPORILLI, I Papi – 264 biografie illustrate – Storia –Arte – Cronaca, Roma, 1982, pp. 181-182.
(2) – MATTEO STUPPIELLO, Le ricerche del Centro Studi “Torre Alemanna”, in “LA CICOGNA” – Quindicinale di vita cerignolana, Anno VIII – n. 2, 5 Ottobre 1985, p. 5.
(3) – MATTEO STUPPIELLO, Le ricerche del Centro Studi “Torre Alemanna”, in “LA CICOGNA” – Quindicinale di vita cerignolana, Anno VIII – n. 3 , 20 ottobre 1985, p. 5.
(4) – GIUSTINA SPECCHIO, I meriti del Centro “Torre Alemanna”, in “LA CICOGNA” – Anno VIII – n. 5, 25 Novembre 1985, p. 5.