Inesorabilmente tutto va dimenticato, purtroppo! Ma non dovrebbe essere così. Il tempo copre o cancella quasi tutto. Ed è grazie a quel “QUASI” che il tempo ci dona l’opportunità di poterci riappropriare della nostra microstoria.
La RACCOLTA e la GELOSA CUSTODIA di piccoli “FRAMMENTI” superstiti di tipo cartaceo, iconografico e di testimonianze vocali registrate sono, a volte, le UNICHE TESTIMONIANZE NARRANTI di un lontano passato che, con tanta generosità, regalano ai pochi superstiti ed irriducibili ricercatori la possibilità di ricomporre la piccola storia, quella fatta soprattutto dalla generosità devozionale di pochissime persone anziane che con uno sforzo mentale si trasformano nelle “VOCI NARRANTI” della sommessa micro-storia.
La DEVOZIONE e il CULTO a SANTA RITA da Cascia, molto venerata nella Città di Cerignola, ha origine nella CHIESA MADRE (secc. XI-XII) (1), da tempo immemorabile intitolata al nostro Santo PROTETTORE PRINCIPALE “SAN PIETRO APOSTOLO” (2), ubicata nella Cerignola MEDIEVALE – CENTRO STORICO – Rione “TERRAVECCHIA”, oggi Parrocchia “San Francesco d’Assisi”, fino al 1934 (3), quando l’antica PARROCCHIA fu trasferita nella nuova MONUMENTALE CATTEDRALE – Duomo “TONTI”. Oggi, la festività di SANTA RITA viene CELEBRATA nella CHIESA Parrocchiale di CRISTO RE, guidata dai Reverendi Padri SALESIANI.
Nei secoli scorsi, la devozione a Santa RITA da Cascia, con molta probabilità, veniva praticata nel cuore della TERRAVECCHIA – BORGO MEDIEVALE, a pochissimi passi dall’antica CHIESA MADRE, la CHIESA di Sant’AGOSTINO, fondataunitamente al CONVENTO, nel 1476 (4), dai Padri AGOSTINIANI. Trattavasi, soprattutto nel XVIII secolo (5), di una Comunità monastica abbastanza ricca di beni immobili (case, terreni ed altro). A seguito della SOPPRESSIONE napoleonica del suddetto CONVENTO, iniziate il 9 agosto e terminate il 14 settembre del 1809 (6), nello stilato INVENTARIO a riguardo degli arredi e oggetti sacri, leggiamo che fra le STATUE e QUADRI vi era “Un Quadro di S. Rita”(7).
IL CULTO E LA DEVOZIONE NELLA CHIESA MADRE
Una prima notizia risalente al 1911, ben 112 anni fa, riferisce che nell’antica CHIESA MADRE si venerava la SANTA di ROCCAPORENA, RITA DA CASCIA, appartenente all’Ordine AGOSTINIANO, spesso invocata per i CASI IMPOSSIBILI. Culto e Devozione furono voluti e introdotti dal Can. MONS. PASQUALE FORTAREZZA, giovane SACERDOTE deceduto all’età di 48 anni, nel 1912 (8).
Di quanto sopra enunciato ne dà testimonianza un articolo tratto da “L’APE” (Foglietto quindicinale – ANNO III, NUM. 11., Cerignola, 8 giugno 1911) (9) fondato dal nostro concittadino, il Venerabile Mons. ANTONIO PALLADINO (10).
Il CULTO e la DEVOZIONE a Santa RITA da CASCIA vengono citati, per la prima volta, nel seguente testo: “CRONACA SACRA – S. Rita – Preceduta da un triduo solenne quest’anno nella mattina del 26 u.s. si è celebrata nella Chiesa Cattedrale la Festa di S. Rita, riuscita oltremodo soddisfacente. Alla Messa solenne ha assistito il Rev.mo Capitolo, gentilmente invitato dal Rev. Canonico D. Pasquale Fortarezza. Tenne il pergamo il Rev. Prof. Menzolini, il quale con una verve oratoria tratteggiò, sebbene assai rapidamente, la bella figura di Rita, da Cascia in tutti gli stati della sua vita. Ci rallegriamo di cuore con lo zelante Canonico D. Pasquale Fortarezza, che niente trascura, perché ogni anno la festa alla Santa degli impossibili riesca sempre più decorosa da pieno gradimento a quanti con amore coltivano la bella divozione alla Santa da Cascia”.
Le notizie che ricaviamo sono di notevole interesse. La festa si svolgeva presso la Chiesa Madre e da più anni. Alla suddetta Festa vi partecipava tutto il Reverendissimo CAPITOLO CATTEDRALE di “SAN PIETRO APOSTOLO”, invitato dal PRIMICERIO, CAN. DON PASQUALE FORTAREZZA, che ne faceva parte, il quale,esplicitamente indicato, “…niente trascura, perché ogni anno la Festa alla Santa degli impossibili riesca sempre più decorosa da pieno gradimento…” ai devoti della Santa. Sono portato a credere che, sin da giovane, Mons. PASQUALE FORTAREZZA abbia avuto una forte devozione verso Santa Rita, concretizzatasi con la DEVOZIONE e il CULTO nella CHIESA MADRE a seguito della canonizzazione della stessa, per volere di PAPA LEONE XIII (11), nel 1900, che la elevò agli onori degli altari.
Nell’articolo, purtroppo, non si fa nessun riferimento alla presenza di una STATUA o di una TELA o di un QUADRO di SANTA RITA e, inoltre, non si fa cenno ad una PROCESSIONE.
Il Can. DON PASQUALE FORTAREZZA passò a miglior vita il 10 settembre 1912 presso la sua abitazione sita in “Largo San Rocco, n. 32, due giorni dopo la Festa Patronale di Maria SS.ma di RIPALTA (8 settembre – festa della Natività di Maria Vergine). La FAMIGLIA FORTAREZZA unitamente all’anziano zio Sacerdote, il Can. MICHELE FORTAREZZA, perpetuarono, con PROFONDA FEDE, nel tempo e presso la vetusta CHIESA MADRE la DEVOZIONE e il CULTO a SANTA RITA DA CASCIA.
Un ulteriore articolo, tratto da “VITA NOSTRA” del giugno 1933, dà TESTIMONIANZA alla Festa che veniva solennizzata nella CHIESA MADRE, antica CATTEDRALE, così come viene riportato nel succitato testo:
“Diario Sacro di Cerignola – Cattedrale – Triduo e festa di S. Rita – a devozione della famiglia Fortarezza si è celebrata come tutti gli anni la festa di S. Rita. Dopo il triduo di messe cantate con lettura e benedizione, nel giorno a Lei dedicato, si son celebrate tre messe basse e una cantata solenne. La sera si sono cantati i Vespri, il Canonico Parroco ha ricordato l’eroiche virtù della Santa e la benedizione col SS.mo ha coronato anche questa commemorazione”(12). Anche in questa cronaca non si fa cenno ad una ipotetica PROCESSIONE.
A questo punto dobbiamo desumere che i vari PARROCI della CHIESA “SAN PIETRO APOSTOLO” abbiano collaborato attivamente con la FAMIGLIA FORTAREZZA per la buona riuscita della Festa di S. RITA da Cascia.
La FAMIGLIA FORTAREZZA, benestante, era costituita da un nucleo familiare abbastanza numeroso: il Can. MICHELE FORTAREZZA (13), il nipote Can. PASQUALE FORTAREZZA, le sorelle di quest’ultimo LUCREZIA (14) con il marito LUIGI PAGNELLI, nativo di Noicattaro; TOBIA (15), proprietario della TAVERNA, con la moglie ANNA MARIA PETROLLA (16); GRAZIA (17) nubile; SAVINA (18) nubile, ANNA (19) nubile, che abitavano in Piazza Libertà. Un’altra sorella ROSARIA (20), nubile, ha abitato prima in Via Assunta 32 con lo zio Can. VINCENZO MACCHIARULO (21) e poi in Vico II° Fornaci Sgarro. L’unito e numeroso nucleo familiare era assai credente nei più alti VALORI CRISTIANI che si manifesteranno, col tempo, non solo per la DEVOZIONE verso la CHIESA intesa come istituzione, ma, soprattutto, per la loro GENEROSITA’ in quanto esimi BENEFATTORI. Infatti, TOBIA FORTAREZZA, nel 1941, fece dono della TERZA CAMPANA, la più grande, dedicata a SANTA RITA, che fu collocata, insieme alle precedenti due, nel Campanile della CHIESA PARROCCHIALE di CRISTO RE e Maria SS.ma del SABATO nel “RIONE / SENZA CRISTO”(22); non furono da meno, le sue sorelle, LUCREZIA e GRAZIA che fecero dono di una parte dei suoli sui quali sorgerà la nuova Chiesa di CRISTO RE con la IMPONENTE e BENEMERITA OPERA DEI PADRI SALESIANI (23).
L’ALTARE DI SANTA RITA DA CASCIA NELLA CHIESA MADRE
L’ALTARE, costituente la CAPPELLA dedicata a SANTA RITA da CASCIA, collocata nel TRANSETTO (24),èsovrastata da un ARCO centinato a destra della parete all’inizio della navata maggiore. Due sono i PILASTRI costruiti con CONCI LITICI SQUADRATI, in PIETRA VIVA CALCAREA di TRANI a vista, a partire dal pavimento fino a circa metà dell’altezza per poi passare alla muratura. Anche l’INTRADOSSO dei due pilastri recano gli stessi CONCI LITICI. Notiamo che sul lato destro, rispetto a chi osserva, il penultimo CONCIO, nella parte alta prima di passare alla sovrastante muratura, reca INCISA una ISCRIZIONE. Lo stesso CONCIO si allunga nella muratura rimanendo sempre a vista. Probabilmente è la effettiva data della fondazione della CAPPELLA, originariamente dedicata a SAN TRIFONE MARTIRE (25), PROTETTORE MINORE di CERIGNOLA, o ad altro SANTO o alla VERGINE MARIA, oppure sta ad indicare l’anno della costruzione del TRANSETTO stesso.
Questa è l’ISCRIZIONE:
“. A. D. 1565” (“. A(NNO) . D(OMINI) . 1565”)
(Anno del Signore 1565)
Misure: la lastra: b x h: cm. 24,5 x 12,00
H. delle lettere: A: cm. 7,5; D: cm. 6,00
La data: cm. 7,00.(26).
L’ARCO CENTINATO ospita nella sua parete di fondo, più ampio dell’ingresso, l’ALTARE. L’osservatore attento non può non notare che l’antico ALTARE, in MARMI POLICROMI, di BELLA FATTURA, si discosta parecchio nello stile rispetto alla NICCHIA che lo sovrasta dato che è di epoca più vicina ai nostri tempi e con uno stile molto diverso.
L’ALTRARE in MARMI POLICROMI è in stile barocco, non risulta datato, ma, grazie allo stile, possiamo dare una datazione relativa al secolo XVII (27). La NICCHIA, invece, è stata costruita nel 1942. Sia la CAPPELLA che l’ALTARE, sin dall’origine, erano stati consacrati a SAN TRIFONE MARTIRE, PROTETTORE MINORE della CITTA’ di CERIGNOLA sin dal 1585-1595 (28).
LA BALAUSTRA
L’INGRESSO alla CAPPELLA era preceduto da una BALAUSTRA costituito da due corpi marmorei di MARMO GRIGIO CHIARO VENATO con cancello centrale in metallo (29), rimossa nei RESTAURI negli anni ‘70-‘80. L’intera BALAUSTRA poggiava sull’attuale antico AMPIO GRADINO in PIETRA VIVA CALCAREA di TRANI che reca i segni del tempo dell’utilizzo per chi accedeva nella CAPPELLA. Non conosciamo se la balaustra, riportante in descrizione la data del 1942, andava a sostituire una più antica marmorea conforme stilisticamente all’ALTARE. I due CORPI MARMOREI erano costituiti da una TRIFORA con tre ARCHI GOTICI che andavano a costituire un PANNELLO MARMOREO. Lo stesso poggiante su una base costituita dallo stesso materiale litico risultava sporgente di un centimetro. Il medesimo bordo, nella parte superiore, era in piano, dunque, comodo per i fedeli che inginocchiandosi potevano accostarsi alla COMUNIONE. Il CANCELLO, costituito da due ANTE in metallo, riportante una CROCE centrale con grosso CERCHIO che andava a perimetrare quattro elementi, non ben identificabili, due più piccoli sopra e due più grandi sotto.
La BASE MARMOREA della BALAUSTRA recava le ISCRIZIONI riguardante la COMMITTENZA e la DATA che qui si riportano pubblicate per la prima volta:
– corpo marmoreo di sinistra per chi guarda: “A DIV(OZIONE) PIETRO E / GRAZIA CIBELLI”
Misure: b x h cm. 17,00 x 9,00
H. delle lettere: cm. 2,00 (30)
– corpo marmoreo di destra per chi guarda: “A(NNO) D(OMINI) 1942
(Anno del Signore) 1942 (31)
LA PREDELLA
Nella CAPPELLA, poco distante dall’ingresso, troviamo la PREDELLA LITICA. Essa è costituita da una grande lastra litica, a forma quadrata, in MARMO GRIGIO VENATO. La lastra è giunta a noi integra nonostante il tempo trascorso e la sua utilizzazione dovuta dal “calpestio” dei CELEBRANTI per le SANTE MESSE. La LASTRA poggia su una piccola alzata, in più pezzi, realizzata dello stesso marmo e sporgente di pochi centimetri con il bordo alquanto arrotondato per agevolarne la salita. I due SPIGOLI anteriori risultano essere SMUSSATI. La LASTRA presenta, nella parte posteriore e a pochissima distanza dagli spigoli, due PILASTRINI con la funzione specifica di sorreggerne la MENSA.
I PILASTRINI
I due PILASTRINI MARMOREI, quello di destra e quello di sinistra, prendono origine dalla BASE dello stesso MARMO GRIGIO VENATO, su cui poggia un ulteriore elemento litico, dello stesso marmo, recante una lavorazione che definisce una MODANATURA e che, a sua volta, prosegue con una delicata e profonda GOLA. Sulla base di questo elemento litico poggia il PILASTRINO sempre in MARMO GRIGIO CHIARO VENATO, più stretto rispetto all’elemento di base. Il singolo PILASTRINO arriva fin sotto alla MENSA MARMOREA. La bellezza di questo elemento è la presenza di una DECORAZIONE ad INTARSIO; infatti, una FASCIA di MARMO BRECCIATO con CLASTI dal colore variante dal NOCCIOLA CHIARO allo SCURO e immersi in una bella MATRICE DI FONDO costituita da un DELICATISSIMO colore ROSSO SCURO AMARANTO. Nella parte inferiore, la LASTRA BRECCIATA reca un TAGLIO sul lato minore sino a formare una MEZZA LUNA rientrante. A seguire, verso il basso, vi è un altro elemento litico ad INTARSIO con lo stesso MARMO SCURO ROSSASTRO VINACCIA e dalle VENATURE BIANCHE, contraddistinta da una colorazione più scura e di FORMA OVOIDALE. La parte superiore della LASTRA BRECCIATA, sempre sul lato stretto, reca il taglio della MEZZA LUNA a rovescio, opposto a quello inferiore. I due PILASTRINI, distanziati e posti in ogni singolo lato, a destra e a sinistra, dal resto del FRONTE o parte ANTERIORE dell’ALTARE. Risultano collegati alla base, semplicemente, con un elemento litico di forma rettangolare in MARMO GRIGIO CHIARO VENATO.
LA MENSA
La bella e massiccia MENSA marmorea in MARMO GRIGIO CHIARO VENATO giunge a coprire i due PILASTRINI laterali fino a fermarsi al 2° CANTONALE dei due laterali, lasciando scoperto il 1° CANTONALE dei due lati. La MENSA sembrerebbe formata da due LASTRE sovrapposte, di cui più spessa quella sottostante rispetto alla superiore. La lastra posta alla base reca lo spigolo MODANATO e prosegue con una GOLA creando un delicato movimento che, nel complesso, sembra essere un aspetto DECORATIVO RAFFINATO e, allo stesso tempo, poco APPARISCENTE dato chenon viene visto e percepito dai fedeli che sostavano davanti all’ALTARE coperta dalle CANDIDE TOVAGLIE. La MENSA reca al CENTRO, incastonata in una cavità di forma quadrata, la PIETRA SANTA in MARMO GRIGIO CHIARO VENATO che custodisce una ulteriore PIETRA SANTA, molto più piccola, sempre di forma quadrata e di colore più scuro a protezione di alcune SACRE RELIQUIE di SANTI. Fatta salva la sacralità delle RELIQUIE, questa piccolissima lastra marmorea è di una IMPAGABILE PREGEVOLEZZA. È in MARMO di colore SCURO ROSSASTRO VINACCIA ed evidenzia una VENATURA CHIARA espansa, movimentata da forti chiazze chiari-oscurali sino a sembrare un UNIVERSO che evidenzia la VIA LATTEA. La SCELTA di questo “FRAMMENTO”, da una lastra molto più grande, ci fa intuire la esperta maestranza di marmorari che hanno lavorato per questo altare. E’ la parte più BELLA di tutti i marmi, utilizzati per questo ALTARE, per produrne una RARITA’ a protezione delle SACRE RELIQUIE.
I CANTONALI
QUATTRO sono i CANTONALI marmorei a forma di pilastrini frontali. Due per lato, posti all’estremità basale dell’ALTARE. Tutti poggiano, singolarmente, su una propria base di MARMO GRIGIO CHIARO VENATO. Il PRIMO,distanziato dalla parete di fondo e dalla muratura posta sulla sinistra, per chi guarda, poggia su una base di MARMO GRIGIO SCURO VENATO, mentre sulla parte superiore, di poco arretrato, poggia una ulteriore base di MARMO GRIGIO CHIARO VENATO dove origina una MODANATURA nella parte inferiore e uno SPIGOLO vivo nella parte superiore lavorata. La parte anteriore del 1° CANTONALE reca al centro una LASTRA a DECORAZIONE ad INTARSIO di forma rettangolare con gli SPIGOLI inferiori smussati, mentre la parte superiore si presenta con il lato minore CONCAVO. La TARSIA marmorea è composta da una ampia FASCIA CENTRALE che percorre quasi tutto il CANTONALE, mentre l’estremità è perimetrata, nella sua lunghezza, sino ad arrivare alla base stessa della TARSIA, tranne il lato minore, in alto, percorso da una FASCIA di altro marmo molto più stretta. I MARMI, che compongono le TARSIE, sono: per la FASCIA centrale, lo stesso marmo dei PILASTRINI ovvero un MARMO BRECCIATO color NOCCIOLA CHIARO e SCURO, immersi in una MATRICE di FONDO costituta da un DELICATISSIMO colore ROSSO SCURO AMARANTO; la FASCIA laterale, molto più stretta,è in MARMO SCURO ROSSASTRO VINACCIA con VENATURE BIANCHE. La parte superiore reca ad INTARSIO, a forma di una MANDORLA, lo stesso MARMO SCURO AMARANTO, leggermente VENATO di BIANCO. Il 2° CANTONALE, che fiancheggia il 1°, risulta di poco ARRETRATO e posto verso l’interno. È sempre di MARMO GRIGIO CHIARO VENATO con una DECORAZIONE ad INTARSIO, riprendente la tipica decorazione GEOMETRICA; la FASCIA interna della TARSIA è in MARMO ROSSO SCURO, leggermente VENATO, con la parte superiore a forma CENTINATA, mentre quella inferiore CONVESSA.
IL VANO ANTISTANTE IL PALIOTTO
Il VANO antistante il PALIOTTO dell’ALTARE sipresentaconuna forma molto particolare, il CUBICOLO, costruito in muratura e modellato con la precisa intenzione di ”riprodurre”, tenuto conto dello spazio disponibile, l’“ARCOSOLIO” e ciò lo affermiamo e lo scriviamo per la prima volta. Sono convinto che questa strutturazione è stata pensata e posta in essere in modo ingegnoso e culturalmente rispettosa dal colto Mons. GIOVANNI SODO, napoletano, Vescovo delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola (*Napoli 23.1.1862 †Portici (NA) 23.8.1930) (32), fra l’altro “[…] cultore di Archeologia e Storia Ecclesiastica[…]” (33). Altro importante particolare che voglio evidenziare è riconducibile al fatto che le PARETI sono a forma di CARENA-SCAFO di una nave, come una antica NAVATA. Esempio tipico, nella nostra Cerignola, è la unica navata della CHIESA-SANTUARIO di Maria SS.ma di RIPALTA (34). Un AMBIENTE molto SUGGESTIVO per i rimandi storici. L’ARCOSOLIO, tipico delle CATACOME CIMITERIALI, dove venivano seppelliti anche i MARTIRI CRISTIANI, è possibile rintracciarlo anche nelle TOMBE ipogee della Frigia edell’ Anatolia (Asia minore). Nell’intento di realizzare un “corpus” fotografico (24.2.2023) (35) e per verificare la presenza di eventuali “segni” rivelatori, ho guadagnato l’accesso a questo VANO e alzati gli occhi, ho subito notato l’ARCOSOLIO in MURATURA, molto rude e lasciato intenzionalmente in modo “grossolano”, tutto in un bianco molto LUMINOSO a seguito di contatto con una altra fonte di luce riflessa riverberata. Ho dovuto registrare una EMOZIONE INDESCRIVIBILE dato che, sinceramente, ciò era davvero INASPETTATO. All’ingresso e sui due lati iniziali vi è la presenza di due LASTRE rettangolari murate in verticale e in MARMO GRIGIO CHIARO VENATO che risultano decorate. L’ATTENTA OSSERVAZIONE e l’INTUITO mi hanno condotto un po’ lontano nel tempo, quando visitai (36) le CATACOMBE CRISTIANE a ROMA e in particolare quelle di SAN CALLISTO. Nella suddetta CATACOMBA mi affascinarono le caratteristiche TOMBE ad ARCOSOLIO. Stiamo descrivendo, non a caso, il pregevole ALTARE MARMOREO dedicato al nostro SANTO PROTETTORE MINORE di Cerignola, SAN TRIFONE MARTIRE ove era posta la PREGEVOLISSIMA MONUMENTALE URNA in BRONZO e VETRO con le OSSA del SANTO (37).
Il VANO antistante il PALIOTTO dell’ALTARE si presenta, così come si accennava poc’anzi, a costituire un CUBICOLO d’ingresso con una SUGGESTIVA volta ad ARCOSOLIO. L’interno reca una FASCIA costituita da più lastre in MARMO GRIGIO CHIARO VENATO che va a costituire una zoccolatura che continua per tutto il FRONTE del PALIOTTO. Appena varcato l’ingresso, sia a destra che a sinistra, risultano murate due LASTRE in MARMO GRIGIO CHIARO VENATO integre. Le stesse recano INCISE le seguenti DECORAZIONI simmetriche. La DECORAZIONE si presenta con una INCISIONE molto delicata e superficiale che va a disegnare un RETTANGOLO, mantenendo una minima distanza dal bordo esterno e ciò interessa tutta la LASTRA MARMOREA con sviluppo verticale. Sia sul lato stretto superiore che quello inferiore, la linea incisa scorre formando due CONCAVITA’ a distanza di qualche centimetro dai due bordi e, inoltre, una ulteriore ed espansa CONCAVITA’ parte sempre dai due bordi laterali superiori e racchiude le due precedenti. La stessa DECORAZIONE viene riproposta nella parte inferiore della LASTRA. Al centro vi è incisa una ROSETTA con QUATTRO PETALI posti a CROCE, mentre le estremità o BORDI degli stessi PETALI sono RIVOLTI verso l’interno, creando un BELL’EFFETTO VISIVO, due superiori e due inferiori. Ogni PETALO risulta formato, a partire dalla mezzeria, da due PETALI fusi tra di loro per metà sino a costituire la perfetta COROLLA, mentre si notano, anche se poco appariscenti, le punte dei SEPALI che risultano essere nello stesso numero di QUATTRO e posti a CROCE fino a costituire il CALICE del FIORE. Al centro si evidenzia il BOTTONE FIORALE, ben rappresentato dagli STAMI raggruppati in QUATTRO grandi ELEMENTI decorativi posti a CROCE, ovvero due centrali in VERITICALE e due in ORIZZONTALE, cioè a CROCE. Il tutto circondato da due CERCHI CONCENTRICI. Inoltre, simmetricamente, sia verso l’alto che verso il basso, una DECORAZIONE di raccordo consistente in due VOLUTE a doppia incisione che parte dai lati superiori del CERCHIO e terminanti con le due estremità che si AVVOLGONO delicatamenteverso l’ESTERNO risultano legate. Su queste vi è un’altra incisione a forma di LANCIA con la punta che va a lambire la CONCAVITA’ già descritta innanzi. Tutta questa delicatissima DECORAZIONE, tranne il FIORE, recano una DOPPIA INCISIONE che CORRE PARALLELA. Ancora BELLEZZA e RAFFINATEZZA CROMATICA stanno nella DELICATISSIMA COLORAZIONE NERA. La LASTRA del lato sinistro reca la identica DECORAZIONE. Mi piace aggiungere che, ingrandendo le IMMAGINI fotografiche a colori, servitemi per la DESCRIZIONE, ho subito notato che nella parte SUPERIORE delle due LASTRE LATERALI vi sono dei “GRAFFI” – “SEGNI”, quasi SISMOGRAFATI, prodotti dai vari movimenti subiti dalla imponente e pesante URNA di BRONZO e VETRO contenente le OSSA di SAN TRIFONE, quando veniva rimossa per solennizzare la FESTA del 1° FEBBRAIO per poi riporla nel suo ARCOSOLIO.
Cerignola, 22 maggio 2023 – Festa di Santa Rita da Cascia Matteo Stuppiello
Bibliografia e note
(1) – MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa di Cerignola dal sec. XII al sec. XIX, in SALVATORE DELVECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, A S.E. Mons. Vincenzo D’Addario Vescovo coadiutore delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola nel suo ingresso a Cerignola, 29 giugno 1986 Festa dei SS. Pietro e Paolo App., Cerignola – 1986, Tipolitografia “Miulli Francesco “ Via Nazionale, 68, San Ferdinando di Puglia (Fg), pp. 5-8; SALVATORE DELVECCHIO, La ex Chiesa Madre di Cerignola – Sita in loco e descrizione, in SALVATORE DELVECCHIO, Storia e Arte in Puglia con riferimenti alla nostra Città – Sette Lezioni tenute nell’Anno Accademico 1986-87, Cerignola – 1987, Tipolitografia “F. Miulli” – Via Nazionale, 68 San Ferdinando di Puglia (FG), p. 8-9; MATTEO STUPPIELLO, 5 dicembre 1982: un importante scoperta relativa alla Chiesa Madre – 8 novembre, 2014 – www.archeoclubcerignola.com; SALVATORE DELVECCHIO, Due tegole paleocristiane rinvenute dal prof. Stuppiello – Cerignola, 10 dicembre 2014 – www.archeoclubcerignola.com.
(2) – MATTEO STUPPIELLO, San Pietro Apostolo: note storiche, epigrafiche e iconografiche, in SALVATORE DELVECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, A S.E. Mons. Vincenzo D’Addario…, op. cit. pp. 9-10.
(3) – MATTEO STUPPIELLO, Un inedito documento del XVII secolo attesta che sulla Porta della Terra era “Pittata la Cicogna” – PRIMA PARTE – Cerignola, 24 Settembre 2020 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, Chiesa Madre – Altare del 1787 migrante – Madonna delle Grazie – Cerignola, 13 Dicembre 2016 – www.archeoclubcerignola.com.
(4) – TEODORO KIRIATTI, Memorie istoriche di Cerignola, Napoli MDCCLXXXV – Nella Stamperia di MICHELE MORELLI – Con Licenza de’ Superiori, p. 143.
(5) – ARCHIVIO DI STATO DI NAPOLI – Regia Camera Sommaria – Catasto Onciario – Vol. 7035 – Anno 1742 – CERIGNOLA, cc. 472-474.
(6) – ARCHIVIO DI STATO DI FOGGIA – Intendenza di Capitanata – Amministrazione Interna, b. 143, f. 84.
(7) – ibid, Fasc. 143, F. 82, F. 86, Fasc. 146, F. 18.
(8) – MONS. PASQUALE FORTAREZZA (*Cerignola (FG) 216.10.1864 †Cerignola (FG) 10.9.1912), figlio di Giuseppe e di Rosa D’Alessandro. Deceduto in Largo San Rocco, n. 32 (oggi Piazza Libertà). La FOTO già pubblicata, per la prima volta, in MATTEO STUPPIELLO, Don Antonio Palladino e il suo tempo, Cerignola – 1996 – Amministrazione Comunale – Assessorato Pubblica Istruzione e Cultura – Tipolito “Miulli Francesco”- Via Nazionale, 68 – San Ferdinando di Puglia (Fg), p. 121, Foto n. 193.
(9) – “CRONACA SACRA” in “L’APE” – Foglietto quindicinale – ANNO III, NUM. 11, Cerignola, 8 giugno 1911, fondato dal nostro concittadino, il Venerabile Mons. Antonio Palladino.
(10) – MONS. ANTONIO PALLADINO (*Cerignola (FG) 10.11.1881 †Cerignola (FG) 15.5.1926), figlio di Giuseppe e di Lucia Marinelli, si veda MATTEO STUPPIELLO, Don Antonio Palladino, op. cit. ), p. 13; pp. 17-18.
(11) – Le notizie sono tratte da www.santiebeati.it.
(12) – “Diario Sacro di Cerignola – Cattedrale” in “VITA NOSTRA” – Bollettino Mensile della Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola – Anno I – Num. 6, 1° giugno 1933, pp. 8-9 – Prem. Tip. Pescatore – Cerignola.
(13) – MONS.MICHELE FORTAREZZA ( *Cerignola 18.1.1825 (FG) †Cerignola (FG) 15.3.1917), figlio di Tobia e Rosa Antonacci, deceduto nella sua abitazione in Largo San Rocco, n. 12. La FOTO già pubblicata, per la prima volta, in MATTEO STUPPIELLO, Don Antonio Palladino…, op. cit., p. 121, Foto n. 193.
(14) – LUCREZIA FORTAREZZA (*Cerignola (FG) 23.12.1860 †Cerignola (29.12.1954), figlia di Giuseppe e di Rosa Dalessandro, deceduta nella sua abitazione in Piazza Libertà, n. 6. Lucrezia era sposata con Luigi Pagnelli di Noicattaro.
(15) – TOBIA FORTAREZZA (*Cerignola (FG) 31.8.1872 †Cerignola (FG) 26. 1. 1943), figlio di Giuseppe e Rosa Dalessandro, deceduto nella sua abitazione in Piazza Libertà, n. 22. Era sposato con Anna Maria Petrolla di Cerignola. Tobia Fortarezza era proprietario e affittuario della notissima “TAVERNA FORTAREZZA” a Cerignola, ubicata a Largo San Rocco, oggi Piazza Libertà, prospicente il PIANO DELLE FOSSE GRANARIE. Molti ambulanti vi stazionavano con i loro CARRETTI (“traj(e)n(e)”) provenienti dalle città limitrofe per vendere i loro prodotti agricoli quali verdure, ortaggi, frutta, e vari prodotti della terra, dal barese per quanto riguarda la vendita dei manufatti policromi di terracotta provenienti dalle FORNACI di Grottaglie e di Terlizzi e, infine, per la intensa attività di commercio del GRANO sul Piano delle Fosse Granarie. Aggiungiamo che nei giorni delle Feste Patronali, quale soprattutto quella di Settembre della Madonna di Ripalta, con la FIERA Zootecnica-Agricola-Artigianale, erano numerosi coloro che, come AMBULANTI espositori dei loro prodotti, si trattenevano più giorni a Cerignola, pernottando nella TAVERNA FORTAREZZA, così come anche nelle altre TAVERNE: De Gemmis, Dimatteo e Fanelli. Ancora oggi si può notare il PALAZZO FORTAREZZA con l’ingresso principale modificato posto in Piazza Libertà al n. 7. Le due strade laterali alla Taverna, per chi guarda frontalmente, corrispondono a “VICO II° / FORNACI SGARRO” a sinistra e “VICO III° / FORNACI SGARRO” a destra. La struttura dei laterali è rimasta grosso modo tale. La struttura, negli anni ’50, fu trasformata in una sala cinematografica, intitolata il “SUPERCINEMA” o più conosciuta con un nomignolo poco edificante “u p(e)dokkj(e)”, il pidocchio. Nomignolo dispregiativo perché si pagava molto poco dato che si entrava con lire 50 e perché lasciava molto a desiderare per la pulizia e per i frequentatori.
(16) – ANNA MARIA PETROLLA (*Cerignola 15.9.1869 †Cerignola (FG) 20.1.1939), figlia di Antonio e di Nunzia Filauro, deceduta nella sua abitazione in Piazza Libertà, n. 22.
(17) – GRAZIA FORTAREZZA (*Cerignola (FG) 7.10.1867 †Cerignola FG) †Cerignola (FG) 23.5.1952), figlia di Giuseppe e di Rosa Dalessandro, nubile, deceduta nella sua abitazione in Piazza Libertà, n. 6.
(18) – SAVINA FORTAREZZA (*Cerignola (FG) 14.11.1870 †Cerignola (FG) 15.11.1934), figlia di Giuseppe e di Rosa Dalessandro, nubile, deceduta nella sua abitazione in Piazza Libertà, n. 22.
(19) – ANNA FORTAREZZA, nubile. Non abbiamo i dati anagrafici.
(20) – ROSARIA FORTAREZZA (*Cerignola (FG)6.10.1859 †Cerignola (FG), figlia di Giuseppe e Rosa Dalessandro), nubile, deceduta a Cerignola in Vico II° Fornaci Sgarro , n. 4. Precedentemente abitava in Via Assunta, n° 32 con lo zio Mons. Vincenzo Macchiarulo.
(21) – MONS. VINCENZO MACCHIARULO (*Cerignola (FG) 14.8.1823 †Cerignola (FG) 15.2.1906), figlio di Oronzo e Anna Reibaldi, Vicario Generale e Arcidiacono della Cattedrale di Cerignola.
La ricerca anagrafica dei vari componenti la FAMIGLIA FORTAREZZA fu effettuata presso l’Ufficio di Sato Civile del Comune di Cerignola il 4 giugno 2019, per mio conto, dall’amico, Sig. NICOLA BORRELLI, che ringrazio.
Ringrazio, altresì, la Sig.ra ANNA CARDONE BANCONE per la sua piena collaborazione e disponibilità nell’indicarmi i nomi dei componenti della Famiglia Fortarezza e le utili notizie sugli stessi.
(22) – Il BENEFATTORE, Sig. TOBIA FORTAREZZA, fece dono della terza CAMPANA, la più grande, alla Chiesa Parrocchiale di Cristo Re e Maria SS. del Sabato, nel 1941. Riportiamo quanto segue: “Una nuova campana – Ed erano due le campane, che dal campanile della Chiesa Parrocchiale di Cristo Re e di M. SS. del Sabato, annunziavano i giorni festivi ed invitavano i fedeli alle sacre funzioni. Un tale suono però accontentava la pietà del fervente cristiano signor Tobia Fortarezza, il quale ha già supplito col donare, a devozione pure della sua degnissima famiglia, ed in memoria dei suoi cari estinti, la terza campana, più grande delle altre, realizzando così la sua promessa. Ed il giorno 10 c.m. Sua Eccellenza Mons. Vescovo (Fr. Vittorio Consigliere o.f.m., Vescovo delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola n.r.d.) … con tutta solennità consacrava la nuova campana in onore di Cristo Re, di M. SS. del Rosario e di S. Rita, in mezzo ad una folla devota di fedeli gaudenti, tutti commossi per le partole di circostanza […]” in “DIARIO RELIGIOSO – Cerignola – Parrocchia di Cristo Re – Una nuova campana”, in “VITA NOSTRA” Bollettino Mensile delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola, Anno IX – N. 105-106 – settembre-ottobre 1941 – XIX, Prem. Tipografia Editrice PESCATORE – Cerignola, III; MATTEO STUPPIELLO, Le Campane della Chiesa di Cristo Re, Cerignola, 27 gennaio 2016 – www.archeoclubcerignola.com.
(23) – Le sorelle BENEFATTRICI, Sig.ne LUCREZIA e GRAZIA FORTAREZZA, effettuarono una donazione alla medesima Parrocchia, infatti, leggiamo quanto segue: “DALLA DIOCESI DI CERIGNOLA “- Indirizzo di S.E il Vescovo nell’inaugurazione ufficiale della nuova chiesa di Cristo Re e S. Maria del Sabato – […] ha. 9.88.50 donati dalla defunta Lucrezia e Grazia Fortarezza alla Chiesa Parrocchiale di Cristo Re e di S. Maria del Sabato … Cerignola, 30-1-1966” in “VITA NOSTRA” – Bollettino Mensile delle Diocesi Unite di Ascoli Satriano e Cerignola, Anno VIII – Marzo-Aprile 1966 – N. 2 – Tip. Casa del S. Cuore – S. Agata di P. (Fg), pp. 21-23..
(24) – Del TRANSETTO è il Prof. Roberto Cipriani che scrive quanto segue: “[…]Una delle cupolette più piccole è stata con ogni probabilità abbattuta dopo che la chiesa venne trasformata nella pianta e allungata verso ovest: Di tale allungamento è testimonianza l’esistenza di un transetto che collega le due cupole maggiori originarie con un’altra cupola costruita posteriormente per dar luce alla parte aggiunta […]”- ROBERTO CIPRIANI, Primi elementi per una storia della Chiesa Madre, in AA.VV., Cerignola Antica, Atti del 1° Convegno della Società di studi storici ed archeologici della Daunia Sud (Cerignola – Piazza Matteotti, 6 – 7 settembre 1974), Ciclostilato in proprio [senza luogo, ma Cerignola], [senza data, ma 1975], p. 8.
(25) – LUIGI CONTE (Sac.), Memorie filologiche sull’antichità della Chiesa di Cerignola precedute da un breve cenno storico, topografico, genealogico della stessa Città, Napoli – Tipografia di Gaetano Cardamone, 1857, “APPENDICE”: ”Fra gli uomini illustri della nostra Patria è d’annoverarsi Gabriele Gabrielli da Cerignola egregio Predicatore dell’Ordine dei Cappuccini, autore della vita del glorioso Frigio S. Trifone da lui scritta, e dedicata all’Arciprete Nullius D. Giuseppe Bufo, ed al Reverendissimo Capitolo: Questi chiaramente stabilisce il tempo, e la cagione per cui Cerignola si trascelse per suo protettore il glorioso S. Trifone. Riduco in breve il pieno racconto. Nell’anno 1595, e seguenti , tutta questa regione sentiva il flagello, e la rovina dei Bruchi. Stando allora la cara nostra Patria trangosciata, vi capitò un venerando Prete Greco, e Religioso dell’Ordine di S. Basilio, o se mi fusse lecito, un Angelo di Paradiso, il quale persuase il Clero, e popolo a dover al Patrocinio di S. Trifone devotamente ricorrere, che stati ne sarebbero senza manco liberati. Infatti l’uomo di Dio di persona si recava per le campagne esorcizzando le locuste, e con la virtù del potentissimo nome di Dio Tetragrammaton, e con l’intercessione del glorioso S. Trifone le discacciava, e distruggeva, ripetendo ben spesso nel Greco idioma le parole dal Salmista Homines, et iumenta salvabis Domine etc. Salm. 35. Allora fu che il degnissimo Arciprete Gio: Giacomo de Martinis col clero, e popolo nello sperimentare efficace la potenza del Santo lo elesse di comune consenso a protettore di Cerignola. Si cominciò poscia a solennizzare la festa del Santo, conforme al rito Greco nel primo giorno del Febbraio. Il buon Prelato gli dedicò un altare portatile nella dietro Sagrestia, ove, mentre visse, fu solito di celebrare la sua Messa. Nell’anno 1623. Stabilmente dal Brigliero quivi fu eretto un altare per uso ancor delle sacre cerimonie”. Si veda “Vita et Martirio del Glorioso Frigio S. Trifone Protettore della Cirignola Descritta dal R.P.fra Gabriele Gabrielli della medesima Terra Predicatore Cappuccino della Pro.a di S. Angelo”, a cura di ANGELO GIUSEPPE DIBISCEGLIA – PROVINCIA DI FOGGIA – AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE, 2005, Tipografia Miulli Francesco, via Roma 52, San Ferdinando di Puglia (FG). .
(26) – La ISCRIZIONE venne portata alla luce durante i lavori di restauro nel 1977, effettuati dalla Ditta “GRIECO RUGGIERO” di Barletta per conto della Soprintendenza ai Monumenti di Bari. Ringrazio don NUNZIO GALANTINO, allora Parroco della CHIESA MADRE (Parrocchia “San Francesco d’Assisi), per avermi dato la possibilità di effettuare fotografie e rilievi metrici della menzionata ISCRIZIONE, il 5.12.1982.
(27) – L’ALTARE, oggi dedicato a SANTA RITA da CASCIA, in ORIGINE era dedicato al Protettore Minore di Cerignola SAN TRIFONE MARTIRE. “[…]L’Arciprete del tempo, D. Giacomo De Martinis, dedicò al Santo la Cappella, che sta dietro la sagrestia attuale del Rev.mo Capitolo Cattedrale, vi collocò un quadro su tela rappresentante S. Trifone che, posto in mezzo ai campi, con l’aspersorio in mano, mostra di benedirli e discacciarne le locuste e fintanto che visse celebrò sull’altare ivi eretto la S. Messa per favorire sempre più la devozione del popolo verso il Taumaturgo[…]” in “Compendio della Vita e Martirio del Glorioso Martire San Trifone Protettore di Cerignola – Da un manoscritto del sec. XVII del concittadino P. GABRIELE GABRIELLI PRE. Cappuccino” – Cerignola, Soc. Tip. Pescatore e Cibelli, 1917, pp. 21-22. Sappiamo che l’ALTARE era stato fatto costruire dall’ ARCIPRETE NULLIUS don FRANCESCO BRIGLIERO nel 1623 (vedi nota 24). Sempre a riguardo dell’ALTARE, il Prof. Angelo Giuseppe Dibisceglia scrive, a proposito della CHIESA MADRE quanto segue: “[…] Infatti in una relazione ad limina del 1819 si legge: Chiesa Collegiata è di struttura Gotica, ed ha di lunghezza 181. Palmi, e di larghezza 78. Sonovi 8 altari di marmo, con un bel coro a Levante, largo 40. Palmi. E lungo 48. Circondato di 3 ordini di stalli. La Sagrestia è lunga palmi 74, e larga 32. Con una Cappella in fondo dedicata a S. Trifone[…]” in “Vita et Martirio del Glorioso Frigio S. Trifone…, op. cit., p. 48; leggiamo anche in MATTEO FRACCACRETA, che scrive nel 1828, quanto segue: “[…] Sì gran vittoria (fa riferimento alla Battaglia di Cerignola del 28 aprile 1503 n.d.r.) illustrò più Cerignola, insigne qual centro del Procaccio, e Commercio delle vie rotabili delle pro. di Lecce, Bari e Potenza, per Collegiata di S. Pietro con 7 altari, 52 Canonici, e l’Arciprete nullius sino al 21 marzo 1818, che la rese Concattedrale con Ascoli […]” in MATTEO FRACCACRETA, Teatro topografico storico-poetico della Capitanata e degli altri luoghi più memorabili e limitrofi della Puglia, Napoli, 1828, Vol. III, p. 198. Sul numero degli ALTARI e sul fatto che fossero tutti di MARMO credo che vada fatta chiarezza. Oggi per chi entra dall’ingresso principale sulla destra vi è la CAPPELLA con l’ALTARE dedicato al SS.mo SALVATORE che non è di marmo, datato 1702, ma di Pietra tenera del Gargano; sulla sinistra sempre dell’ingresso vi è la CAPPELLA con l’ALTARE dedicato alla Madonna delle Grazie del 1619 che è in Pietra viva di Trani, privo di mensa e paliotto, probabilmente andato distrutto in quanto nel 1787 fu costruito, dai discendenti della Famiglia Martinelli, un artistico nuovo ALTARE in MARMI POLICROMI, che successivamente fu “migrato” nel CAPPELLONE dedicato alla VERGINE SS.MA di RIPALTA; proseguendo nella navata laterale minore di sinistra vi è la Cappella, che era dedicata al SS.mo Crocifisso del 1865, fatto realizzare dal Can. Saverio D’Eugenio, in MARMI POLICROMI che andava a sostituire un altro che non era di marmo ma in tufo e stucco; proseguendo, la navata termina con il CAPPELLONE, prima dedicato alla MADONNA di RIPALTA con l’altare in MARMI POLICROMI del 1787, quello “migrato” dalla CAPPELLA della MADONNA delle GRAZIE; nella navata maggiore troviamo la CAPPELLA con l’ALTARE, oggi dedicata a SANTA RITA da Cascia, a partire solo dal 1942, perché sin dalla fine del XVII secolo era dedicata a SAN TRIFONE MARTIRE, ed è in MARMI POLICROMI; segue la CAPPELLA della SACRA FAMILGLIA (del Presepe) con ricco ed artistico ALTARE in MARMI POLICROMI, datato 1794, fatto costruire da Saverio Cibelli, che andava a sostituire uno precedente, credo in tufi e decorato a stucco; segue la CAPPELLA della PIETA’ o DESOLATA (Cappella Caracciolo), datata 1565, dove l’altare è privo di mensa e paliotto di tufo e stucco, ornato poi, nel 1743, da Donato Novelli; quindi, in ultimo, l’ALTARE MAGGIORE in MARMI POLICROMI del XVIII secolo andato distrutto e del quale, oggi, restano pochissimi elementi. Da un documento del 1840 nel quale viene effettuata una descrizione abbastanza dettagliata delle CAPPELLE e degli ALTARI leggiamo quanto segue: “[…]Nel muro a sinistra di questa 2. Navata …. Si osserva una Cappella di palmi 12. Per 9. dedicata al SS. Crocifisso le di cui mura sono coverte di stucco ben lavorato, e nel mezzo è situato l’altare di tufo, anche coverto di stucco. In fondo …. si ascende al Cappellone dedicato a M. SS. di Ripalta …. Nel centro è situato l’altare anche rivestito di stucco scorniciato a riguardare nel di cui mezzo vi è la Custodia ov’è riposto il SS. Sagramento …. A Levante, vi sono due Cappelloni di egual dimensioni, della lunghezza di palmi 22. Per 26. Una dedicata a Santa Maria delle Grazie, con decente altre (altare n.d.r.) di marmo, e l’altro consimile con decente altare di pietre del Gargano, ornato di antico stucco, ed intornato dedicato al SS. Salvatore …. Nel muro a destra della divisata nave maggiore si veggono ricacciate tre altre Cappelle, la prima dedicata a S. Trifone, la seconda sottoposta ad un grande fregio … la Sagra Famiglia, e la 3 a Santa Maria della Pietà, con Altare di tufo rivestito con antico stucco fregiato[…] , da ARCHIVIO CAPITOLO CATTEDRALE – CERIGNOLA – L’Architetto Teodosio Dibisceglia riporta la descrizione della Cattedrale di Cerignola il 1 Febbraio 1840, in “STATO DIMOSTRATIVO dell’intera rendita del Capitolo, ed uso di esse trasmesso da Monsig. Vescovo”, Roma, 1840, Stamperia della RC.A., pp. 31-32. La citazione è incompleta in quanto del documento, che è a stampa, mi furono dati in fotocopia solo pochi fogli e senza titolo completo. Chi mi fece le fotocopie e me ne fece dono fu don Antonio Occhionegrelli, nel 1974, allora Cancelliere Vescovile. Possiamo ricavare altri dati sia dalle fotocopie che dai fogli trascritti da me circa il titolo della pubblicazione: “Sagra Congregazione del Concilio Erogationis Redditum Per Il Rmo Capitolo della Cattedrale di Cerignola Contro Monsignor Illmo, e Rmo Javarone / Vescovo di Ascoli e Cerignola / Rispettosa Memoria / Con Sommaria annessa / Per la Congregazione del giorno / 11 luglio 1840, Roma 1840. Nella Stamperia della RC.A. , pp. 30-31. Per una descrizione degli ALTARI si veda MATTEO STUPPIELLO, L’Altare del SS.mo Salvatore (anno 1702) nella Chiesa Madre – PRIMA PARTE – Cerignola, 30 maggio 2016 – www.archeoclucerignola. com; MATTEO STUPPIELLO, L’Altare del SS.mo Salvatore (anno 1702) nella Chiesa Madre – SECONDA PARTE – Cerignola, 2 giugno 2016 – www.archeoclubcerignola.com; SALVATORE DELVECCHIO, La Tela del SS.mo Salvatore nella Chiesa Madre – TERZA PARTE – Cerignola, 7 giugno 2016 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, La Cappella della Santa Croce o della Croce o del SS.mo Crocifisso nella Chiesa Madre – PRIMA PARTE – Cerignola, 12 settembre 2016 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, La storia della Cappella del SS.mo Crocifisso nella Chiesa Madre – SECONDA PARTE – Cerignola, 12 settembre 2016 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, L’artistico Crocifisso ligneo policromo del ‘400 ora nel Duomo – TERZA PARTE – Cerignola, 12 settembre 2016 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, Chiesa Madre – Altare del 1787 migrante – Originario della Cappella della Madonna delle Grazie – Cerignola, 13 dicembre 2016 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, La ridondante Cappella barocca di Santa Maria della Pietà 1743 della Famiglia Novelli nella Chiesa Madre – Cerignola, 9 gennaio 2017 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, Chiesa Madre – La Cappella dei nobili “Iacobus” ed “Hector” Caracciolo del 1565 – Cerignola, 1 marzo 2017 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, La cinquecentesca artistica Cappella del Presepe nella medievale Chiesa Madre sita nel Centro Storico Rione “Terravecchia” di Cerignola – PRIMA PARTE – Cerignola, 21 dicembre 2021 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, La cinquecentesca Cappella del Presepe nella medievale Chiesa Madre sita nel Centro Storico Rione “Terravecchia” di Cerignola – SECONDA PARTE – Cerignola, 28 dicembre 2021 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, La cinquecentesca Cappella del Presepe nella Chiesa Madre sita nel Centro Storico Rione “Terravecchia” di Cerignola – TERZA PARTE – Cerignola, 30 dicembre 2021 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, La cinquecentesca Cappella del Presepe nella medievale Chiesa Madre sita nel Centro Storico Rione “Terravecchia” di Cerignola – QUARTA PARTE – Cerignola, 4 gennaio 2022 – www.archeoclubcerignola.com.
(28) – Vengono riportate due date, 1585 e 1595, riferite al PROTETTORATO di SAN TRIFONE e della presenza del “Prete Greco, Religioso dell’Ordine di San Basilio”. Ravviso sicuramente un “errore” iniziale, forse un refuso tipografico, non voglio pensare sia stata anticipata di 10 anni, volutamente e artatamente confezionata per dare una più marcata antichità. Purtroppo, la data del 1585 viene ripresa più volte su documenti a stampa ufficiali della CHIESA come sulle immaginette e su alcuni opuscoli che raffigurano SAN TRIFONE Martire. Comunque, la data 1595 è quella riportata, per la prima volta, nel MANOSCRITTO del XVII secolo del nostro concittadino, P. GABRILE GABRIELLI, sulla vita di SAN TRIFONE MARTIRE e della venuta del Prete Greco Basiliano. Per la scientificità dell’articolo andava fatta questa precisazione. Non elenchiamo i vari documenti che riportano la data del 1585 e in egual misura per la data del 1595, che ritengo essere quella ufficiale.
(29) – La informazione sul tipo di cancello (metallico) della balaustra mi viene specificata dalla Sig.na FILOMENA BELLIFEMINA, che ringrazio.
(30-31) – Ringrazio don NUNZIO GALANTINO, allora Parroco della CHIESA MADRE (Parrocchia “San Francesco d’Assisi”), per avermi dato la possibilità di effettuare fotografie e rilievi metrici delle menzionate ISCRIZIONI, il 5.12.1982.
(32) – AA.VV., Cronotassi iconografica ed araldica dell’episcopato pugliese, Regione PUGLIA – assessorato alla Cultura – Realizzato dall’Unione Regionale dei Centri di Ricerche Storiche Artistiche Archeologiche e Speleologiche di Puglia – 1984 – Bari 1986 – EDIZIONI LEVANTE snc – BARI, Via Napoli 35 – SCHEDATURA dei VESCOVI: ASCOLI SATRIANO e CERIGNOLA – Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” – Cerignola (Matteo Stuppiello), pp. 98-103: p. 160; SALVATORE DELVECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, A S.E. Mons. Giovanni Battista Pichierri – La Diocesi di Cerignola – Ascoli Satriano nell’Araldica Episcopale (1819-1991), Cerignola – 1991 -Tipolito “Miulli Francesco”, via Nazionale, 68 – San Ferdinando di Puglia (FG), TAV. VII.
(33) – ”In Memoria di Mons. D. Giovanni Sodo Vescovo di Ascoli e Cerignola morto in Portici il 23 luglio 1930 – ELOGIO FUNEBRE recitato nella Chiesa del Purgatorio in Cerignola il 27 agosto 1930 dal Canonico Parroco ANTONIO GIORDANO” – Tip. Beniamino Abate – Cerignola – [1930], p. 10.
(34) – MATTEO STUPPIELLO, Una Chiesa campestre: il Santuario di Maria SS.ma di Ripalta, Cerignola – 1992, Tipolito “Miulli Francesco”, Via Nazionale, 68 – San Ferdinando di Puglia (FG), TAV VIII, foto nn.12-16.
(35) – Foto da me effettuate, in data 24.2.2023, con autorizzazione verbale a pubblicarle datami da don GIUSEPPE GAETA, PARROCO della Chiesa “San Francesco d’Assisi”. A lui vanno i mieiringraziamenti per la sua piena disponibilità.
(36) – Ho visitato le CATACOMBE di SAN CALLISTO, a Roma, il 18 maggio 1985.
(37) – Mons. SERGIO DI GIOIA scrive: ”[…] Ma il tempo e l’amara ingratitudine cercano di oscurare questo insigne favore del Cielo, quando un vescovo pio, Mons. Giovanni Sodo, si accorge che questa popolazione comincia a perdere il ricordo delle sante memorie e per richiamare i fedeli alle tradizioni religiose degli avi pensa di rimettere in onore il culto del Martire glorioso, di ridare a Cerignola il Patrono dei suoi campi. Pensa ed ardisce, cosa che sarebbe parsa impossibile, chiedere i resti sacri di quel corpo martoriato, perché dal silenzio della Chiesa di Roma ad essere venerato nella nostra vetusta cattedrale[…]” da Dott. SERGIO DI GIOIA, “Panegirico di S. Trifone Martire Patrono di Cerignola”, Recitato nella Cattedrale di Cerignola il 1° Febbraio 1925, in Dott. SERGIO DI GIOIA, Canonico Teologo della Cattedrale di Cerignola – Orazioni Panegiriche – CERIGNOLA – Tipografia Beniamino Abate – 1926 – IX , p. 46 . Infatti, MONS. GIOVANNI SODO, Vescovo delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola, fu l’artefice, nel 1917 a far trasportare le SACRE RELIQUIE di SAN TRIFONE MARTIRE da Roma a Cerignola nella CHIESA MADRE, allora CATTEDRALE. Ma trascriviamo quanto viene riportato dallo stesso Mons. GIOVANNI SODO nella Sua “Notificazione – Al Clero ed al Popolo delle due Diocesi”, Napoli – Tipografia Pontificia M. D’AURIA – Calata Trinita’ Maggiore, 52, 1919 a p. 8: “[…]Così San Trifone ritornò al suo posto d’onore nel Calendario Diocesano con l’ufficio e la Messa propria. Ma ciò che deve tenersi come solenne avvenimento del nostro tempo è che il S. Padre Benedetto XV da Noi supplicato, si benignò di concedere alla Diocesi di Cerignola il prezioso Tesoro delle Reliquie del Sacro Corpo di San Trifone Martire che dalla Chiesa di S. Spirito in Sassia di Roma furono da Noi solennemente trasportate in Diocesi il 16 Maggio 1917 ed accolte dal popolo intiero con entusiasmo indicibile ed indimenticabile. Tali Santissime Reliquie sono collocate sotto l’altare al Santo dedicato nella Chiesa Cattedrale e fra breve tempo saranno racchiuse in altra urna artistica che si va preparando per essere poi definitivamente esposte alla venerazione dei fedeli nell’ipogeo o confessione del nuovo Duomo Tonti[…]”. La MONUMENTALE ed ARTISTICA URNA di BRONZO e VETRO che racchiude a VISTA le SACRE OSSA del giovane SAN TRIFONE MARTIRE, come scrive, il Dott. SERGIO DI GIOIA: fu “[dono della Signora Clementina De Nittis Gatti[…]” in “Panegirico di S. Trifone Martire Patrono di Cerignola”…, op. cit., IX.; si veda: MATTEO STUPPIELLO, S. Trifone martire, SCHEDA riportata a tergo della LITOGRAFIA “San Trifone Martire – Protettore di Cerignola dal 1585”, edita dalla Parrocchia S. Pietro Apostolo – Duomo Tonti, Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, dall’ Archeoclub d’Italia Sede di Cerignola e dal Museo Etnografico Cerignolano (1979), graficamente realizzata dal Prof. Salvatore Delvecchio, 1992, stampata nella Tipolito “Miulli Francesco” Via Nazionale, 68 San Ferdinando di Puglia (Fg); MATTEO STUPPIELLO, San Trifone Martire Protettore Minore di Cerignola dal 1585 – Cerignola, 29 gennaio 2018 – www.archeoclubcerignola.com.
Mi piace aggiungere e pensare che Mons. Giovanni Sodo, napoletano e di profonda CULTURA, sia stato Lui a voler predisporre che l’URNA con le OSSA del MARTIRE SAN TRIFONE venisse esposta a vista, sotto il PREGEVOLISSIMO ALTARE MARMOREO POLICROMO, ma, soprattutto, nell’aver VOLUTO rappresentare, grazie alla Sua innata sensibilità verso la CHIESA UNIVERSALE e anche perché studioso di ARCHEOLOGIA, il CUBICOLO AD ARCOSOLIO in muratura, probabile tipo di TOMBA CIMITERIALE CATACOMBALE, che ha CUSTODITO per secoli le VENERATE OSSA del SANTO.