Molte volte intraprendere un percorso metodologico scientifico di ricerca su alcuni settori della storia locale diventa seriamente un’azione improba. Chi leggerà questo contributo culturale si renderà conto che sono stati “recuperati” dall’oblio solo pochi “frammenti” e che, proprio grazie a questi, arrivati fino a noi, si è potuto dar LUCE sul personaggio indicato.
Il lettore avrà modo di trasferire nel proprio personale bagaglio culturale le considerazioni che lo lasciano libero di pensare e dare il proprio giudizio.
Frutto di ricerche sistematiche ed intenzionali è l’acquisizione di un pregevole documento EPIGRAFICO litico del ‘700. Il documento, breccia calcarea di un bel rosa intenso, riguarda il nome e la memoria, di un nostro grande concittadino, PADRE PIETRO PAOLO CAPUTI (1)del quale, in questa occasione, si vuole dare una maggiore conoscenza, per aver mantenuto il FRATE un contegno esemplare per condotta MORALE e RELIGIOSA.
In questo contributo culturale si dà l’analisi di una LAPIDE presente nella CHIESA PARROCCHIALE “SAN POTITO MARTIRE” dei PADRI FRANCESCANI CONVENTUALI in Ascoli Satriano, il cui testo è realizzato ad intarsio in pietra nera nella breccia rosa carico.
L’ISCRIZIONE costituisce, nell’insieme, una “MONUMENTO FUNEBRE”. L’apparente sobrietà nelle linee artistiche e nel modellato costituisce una bella opera d’arte.
Esaminandolo più attentamente, nei dettagli, all’espressione della sobrietà francescana si unisce l’essenza espressiva dell’artista che ha ben saputo, pur mantenendo un modellato non esasperato in stile barocco, esprimere ed imprimere il suo lodevole pensiero artistico su PADRE PIETRO PAOLO CAPUTI di CERIGNOLA, PROCURATORE PROVINCIALE E COMMISSARIO GENERALE DEI PADRI MINORI RIFORMATI.
IL MONUMENTO EPIGRAFICO FUNEBRE
Il “monumento” epigrafico, posto a circa un metro d’altezza dal pavimento, è realizzato in una bella e delicata breccia carbonatica, dura e difficile da lavorare, compatta da un colore rosa carico molto delicato, dai clasti molto piccoli e ben distribuiti nella matrice di fondo. La realizzazione del monumento è dovuta all’abilità del Maestro SCALPELLINO di provata esperienza e soprattutto bravura.
LA CORONA
La CORONA è collocata nella zona mediana e in posizione apicale, costituendo un monolite unitamente allo stemma sottostante. I SIMBOLI ARALDICI della CORONA sono evidenziati dall’intarsio in marmo nero.
LO STEMMA
Lo STEMMA FRANCESCANO, posto a muro, sovrasta l’iscrizione. Al centro lo SCUDO ovale in verticale, bombato, con scolpiti i SIMBOLI dell’ORDINE FRANCESCANO: le due BRACCIA incrociate, quella del CRISTO, a sinistra di chi guarda e quella manicata del Serafico Padre FRANCESCO. Il braccio del Cristo poggia su quella del Santo d’Assisi. Sempre nello stesso scudo, nella zona mediana, sotto le BRACCIA, vi è scolpito un CUORE attraversato, trafiggendolo, da due CHIODI. Dal cuore, nella parte superiore, origina un gruppo di fiamme che vanno a lambire le due braccia incrociantesi nella parte sottostante. Lo STEMMA, inoltre, è perimetrato ai bordi da uno scudo più grande e più ampio dove nella parte superiore volge a morbida voluta risolventesi nella parte posteriore, mentre nella parte inferiore i due bordi si avvicinano per poi aprirsi ed avvolgersi in piccole volute verso l’alto con la base che poggia sulla LAPIDE. Lo stemma risulta impreziosito da un sottile nastro marmoreo, posto ad intarsio e di colore nero, che lo percorre interamente ed internamente fino a collegarsi con la sovrastante CORONA.
LA LASTRA EPIGRAFICA
Lo specchio epigrafico è sormontato da una cornice molto aggettante polimodanata. Agli estremi della cornice sono poggiati, quasi a costituire un elemento decorativo, due piccole PIRAMIDI a base quadrata, sovrastate da SFERE. Ai lati dello stesso specchio epigrafico, la decorazione si fa più intensa ed interessante, pur rimanendo inalterata, come si diceva, la sobrietà francescana. Due belle ed articolate VOLUTE in stile barocco, difatti, vanno a lambire i lati. Le stesse, a partire dalla base, si presentano più larghe e man mano che procedono verso l’alto si ammorbidiscono, restringendosi, fino a terminare a piccolo ricciolo verso l’interno. Le due VOLUTE sono impreziosite da un sottile FILO di PIETRA NERA, collocata ad INTARSIO nella BRECCIA, che percorrono nella parte interna della VOLUTA, distanziata dalla base fino a lambire la parte alta. Arricchisce la lastra epigrafica la tecnica ad intarsio con la stretta fascia nera che va ad interessare le lettere iniziali. A chiusura ed in posizione mediana notiamo un elemento decorativo vegetale: due FOGLIE a lamina larga pluriseghettata che si arrotolano all’estremità verso l’interno mentre la parte centrale di esse sono dorsalmente avvicinate e strette da un anello, sempre vegetale, recando sulla parte centrale un BOCCIOLO che affiora pronto a SBOCCIARE. Questo elemento decorativo è bello da osservare e va ad impreziosire tutto lo specchio epigrafico presentando, ancora una volta, la difficile tecnica dell’intarsio, realizzata con la pietra nera.
La lastra epigrafica risulta poggiante su una mensola decisamente aggettante polimodanata che va a concludersi nella funzione di basamento sulla quale poggia l’intero MONUMENTO FUNEBRE a muro.
LO SPECCHIO EPIGRAFICO
Lo SPECCHIO EPIGRAFICO, di pregiatissima fattura, è perimetrato da una MODANATURA molto ampia e a seguire una più piccola, costituendo, nell’insieme, un’esemplare fattura plastica.
Il testo si sviluppa in 12 Righe. La INCISIONE è perfetta. Le lettere risultano ben incise pur presentando, nella IV, nella VI e nella IX linea, l’ultima lettera incisa sulla modanatura piccola interna, a motivo di una non precisa considerazione distanziale delle lettere.
Nell’estate del 1973 il compianto, amico e collaboratore CAN. ALFREDO CANNONE (2) mi segnalava l’esistenza di una epigrafe murata sulla parete della zona presbiteriale, sul lato destro e appena superata la balaustra, della Chiesa di S. Potito dei Padri Francescani Conventuali Minori ad ASCOLI SATRIANO.
La “pietra”, pregevole per fattura e materia, oltre a conservare in latino la memoria del Religioso, ci rende la testimonianza di affettuosa gratitudine espressa dai cittadini ascolani in onore di un uomo di alta levatura morale e religiosa.
Si riporta l’ISCRIZIONE in latino:
D(EO) O(PTIMO) M(AXIMO)
HOC SUB PAVIMENTO JACET R(EVERENDISSI)MUS P(ATE)R P(ET)R(US) PA(UL)US A CIRIGNOLA
QUI SUA PROBITATE, INTEGRITARE, AC DOCTRINA;
PRIMO’ AD HUJUS PROVINCIAE GUBERNIUM INASPECTATE, EVECTUS
A S(ANCTISSIMO) D(OMI)NO CLEMENTE XII, NUNC REGNANTE, SIMILI MODO
PROCURATORIBUS, ET VICE COMMISSARII GENERALIS AD MUNUS PROMOTUS EST
AT DUM COM(MU)NI PLAUSU, NIMIOVE DECORE
AD HANC URBEM, ET COENOBIU(M) SIBI JUCUNDUM SE RECEPIT
INCOGNITO MORBO CORREPTUS, DURUM TERMINU(M) VITAE SUAE
OMNIUM LACRYMIS HABUIT
TERTIO NONAS FEBRUARII, AETATIS SUAE LIII;
A(N)NO REP(ARAT(AE) SALUTIS, MDCCXXXVIII
(“A DIO OTTIMO MASSIMO. SOTTO QUESTO PAVIMENTO GIACE IL REVERENDISSIMO PADRE PIETRO PAOLO DA CERIGNOLA, IL QUALE, PER LA SUA ONESTA’ INTEGRITA’ E SAPIENZA, DA PRIMA INASPETTATAMENTE INNALZATO AL GOVERNO DI QUESTA PROVINCIA DA SUA SANTITA’ CLEMENTE XII, ANCORA REGNANTE, FU IN MODO SIMILE PROMOSSO ALL’INCARICO DI PROCURATORE E VICE COMMISSARIO GENERALE. Ma, DOPO ESSERSI RECATO A QUESTO CONVENTO, PER LUI GRADEVOLE, CON IL CONSENSO GENERALE E GRANDE DIGNITA’; STRAPPATO DA UNA MALATTIA SCONOSCIUTA, CONOBBE IL DOLOROSO TERMINE DELLA SUA VITA FRA IL COMPIANTO GENERALE, IL 3 FEBBRAIO, ALL’ETA’ DI 53 ANNI, NELL’ANNO DELLA SALVEZZA RITROVATA 1738”) (3).
Le misure della ISCRIZIONE, compresa della cornice polimodanata, sono: b. cm. 82 x h. cm. 59. Lo SPECCHIO EPIGRAFICO misura: b. cm. 75 x h. cm. 52. Tutte le lettere iniziali misurano cm. 3, mentre tutte le altre cm. 2.
Anche noi qui, come gli ascolani nel 1738 e per la prima volta, vogliamo esprimere la nostra gioia per aver acquisito alla Storia Cerignolana la memoria di chi ha portato altrove PROBITAS, INTEGRITAS, DOCTRINA.
Sempre nel 1973, appena avuta la notizia dal caro DON ALFREDO CANNONE, effettuai la ricerca bibliografica presso la Biblioteca Nazionale “Sagarriga Visconti-Volpi” di Bari sita nel Palazzo Ateneo, che frequentavo per gli studi universitari. Trovai la seguente pubblicazione: Fr. ARCANGELO DA MOMTESARCHIO, Cronistoria della Riformata Provincia di S. Nicola in Puglia divisa in tre parti, Napoli – Nella Stamperia di Felice Mosca, MDCCXXXII. Leggendo la pubblicazione ebbi modo di trovare altre notizie su Padre Pietro Paolo Caputi e su altri due nostri concittadini Padre DIEGO da Cerignola e Padre DANIELE da Cerignola, appartenenti allo stesso ORDINE RELIGIOSO dei PADRI FRANCESCANI MINORI RIFORMATI, ricoprenti, anch’essi, alte cariche nello stesso ORDINE.
Riporto i riferimenti: “PARTE I – CAP. VIII / Ministri riformati Provinciali” (4):
– “Nel 1721, a 28. Di Maggio, celebrossi il Capitolo nel Convento di S. Antonio di Montecalvo; e fu eletto Ministro Provinciale il P. Pietropaolo da Cirignola, Lettore Teologo, e Uomo di gran maneggio”.
– “Nell’anno 1724. A dì 14. Di Luglio, coll’assistenza di Mons. Fini, Vescovo di Avellino, in qualità di Vice Delegato Apostolico, costituito da Nostro Signore Benedetto XIII Sommo Pontefice, si celebrò il Capitolo nel Convento della SS. Annunziata di Sangiorgio e fu eletto Ministro Provinciale il P. Diego da Cirignola Lettore emerito, e Diffinitore, e Custode”.
Altra notizia interessante riportata nella suddetta pubblicazione a proposito di P. Diego da Cerignola è la seguente:
–CAP. II – “Vita della Ven. Serva di Dio Suor Chiara, e Giacinta de Pirellis Terziarie Francescane (native di Ariano Irpino). “[…] Suor Chiara avendo digiunato in pane, ed acqua ne i trè giorni della Settimana Santa; e sebbene conosceasi estremamente travagliatada dolori di viscere, e di petto, male non conosciuto da’ Medici, occupavasi in continove, e divote orazioni. La mattina del Giovedì Santo si comunicò, e disse alle sorelle, che già doveansi separare, essendo vicina l’ora della sua morte. La sera del Sabato Santo andò in sua casa il P. Diego da Cirignola, allora Guardiano del Convento di S. Francesco, e suo Confessore, e la suddetta Suor Chiara volle confessarsi. A ristesso dell’ora troppo tarda, le disse il detto Confessore, che potrà confessarsi la mattina seguente, ma ella replicò. Chi sa, se vi sarà tal tempo. A tale favellare, giudicò il Confessore, che fosse stato dal Signore rivelato il giorno della sua morte, e già udì la sua lunga, e divota confessione generale di tutto il corso di sua vita, e nella mattina vegnente, a 5. Di Aprile dell’anno 1722. Con oponione di perfetta Religiosa, volò al godimento del Cielo, come si spera, e fu il suo corpo aseppellito nella suddetta Chiesa di S. Francesco […]” (5 ).
Consultando su internet la voce “Biblioteca del Santuario di S. Matteo sul Gargano” (6) ho trovato che fu pubblicata una seconda edizione della sopra citata pubblicazione, stampata ad “Avellino – Tipografia di Sandulli e Guerriero – 1842” dove a pag. 55 riporta:
– “[…] Nell’anno 1736 a dì 31 di maggio si celebrò il capitolo nel convento di S. Spirito di Castello, e con l’assistenza del R. Com. generale Pietrafitta, e del Procuratore generale P. Pietropaolo da Cirignola sortì provinciale il P. Tommaso da Vallata padre di provincia per grazia, già diffinitore, predicatore egregio e lettore teologo.
– Nell’anno 1739 il dì I di giugno si celebrò il capitolo nel convento del SS. Salvatore di Lucera, e sortì provinciale il P. Daniele della Cirignola predicatore lettore teologo, già reiterato diffinitore, e P. di Provincia per autorità Apostolica […]”.
LA RICERCA
L’estate del 1973, come si è già detto, l’amico, collaboratore e studioso della storia di Cerignola in particolare sui personaggi locali, mi segnalò la presenza di una ISCRIZIONE murata nella Chiesa di S. Potito ad Ascoli Satriano. Alla segnalazione verbale mi consegnò un biglietto (foglietto riciclato) (7), che conservo, sul quale lui stesso aveva trascritto, con la biro, il testo in latino della iscrizione riguardante P. Pietro Paolo Caputi, datata 1738, anno del decesso del Frate dei Minori Francescani Riformati, invitandomi ad effettuare ulteriori ricerche.
– Il 27 novembre 1974, accompagnato da mio padre Michele, mi recai presso la Chiesa di S. Potito ad Ascoli Satriano per effettuare un primo sopralluogo. Chiedo il permesso di effettuare delle fotografie all’ISCRIZIONE ed effettuare la trascrizione del testo ad un Frate Francescano presente in Chiesa, fornendo le dovute spiegazioni. Tale richiesta mi fu concessa.
– L’11 dicembre 1979, dopo aver visitato con i miei genitori la Cattedrale di Ascoli Satriano, alle 11:15 mi recai presso la Chiesa di S. Potito dei Padri Conventuali annessa al loro Convento. Riesco a parlare con il Parroco del nostro concittadino, chiedendogli se avesse maggiori informazioni da potermi fornire. Mi risponde che, stando da soli due mesi ad Ascoli Satriano, nulla sapeva della storia e non conosceva il contenuto della iscrizione. Comunque gli chiedo il permesso di effettuare delle diapositive della LAPIDE e i dovuti rilievi metrici della iscrizione e dello specchio epigrafico. Arriva un Sacerdote (Don Leonardo Cautillo) (8) al quale chiedevo dove fossero i Registri di Morte del ‘700, per effettuare la ricerca. Mi informa che gli antichi Registri della Cattedrale si trovano nella Chiesa Parrocchiale dell’Incoronata, conosciuta sotto il nome di Santa Maria, della quale il Parroco è proprio lui. Restiamo d’intesa di vederci all’incirca dopo mezz’ora. Purtroppo per un prolungato ritardo, da parte mia, non fu possibile incontrarci.
– Il 22 dicembre 1979, verso le 16:30, con Don Mimmo Carbone (9), amico di famiglia e vicino di casa, andiamo, con la sua auto ad Ascoli Satriano. Aggiungo che a Don Mimmo avevo già da tempo parlato della ISCRIZIONE e di tutto il seguito. Don Mimmo, essendo Canonico della Cattedrale di Ascoli Satriano, si recava ivi, ogni sabato e nei giorni di festa, per assolvere agli impegni religiosi. Ci rechiamo nella Chiesa di S. Potito, parliamo con un Frate circa eventuali notizie su P. Pietro Paolo Caputi, purtroppo nulla. Il Frate, comunque, ci dà delle informazioni interessanti in modo indiretto. Ci informa che alcuni anni addietro nel rifare il pavimento ai lati dei muri per interrare le tubature dei termosifoni, nel punto in cui si trova la lapide e che indica che il P. Pietro Paolo era sepolto sotto il pavimento, non è stato trovato niente.
Sempre con Don Mimmo ci rechiamo presso la Parrocchia della Natività di Maria SS.ma per parlare con il Parroco, Don Leonardo Cautillo. Con Don Leonardo mi ero già incontrato nella precedente visita ad Ascoli Satriano, al quale accennai delle ricerche in essere. Ripeto la richiesta di consultare i Registri di Morte del 1738 e se, in data 3 febbraio, risultasse l’atto di morte del P. Pietro Paolo Caputi da Cerignola. Tutti i REGISTRI di Nascita, di Matrimonio, di Cresima e di Morte della Cattedrale si trovavano nell’Archivio della Parrocchia della Natività di Maria SS.ma. Mentre Don Mimmo Carbone si reca nella Cattedrale per i suoi impegni, in un locale posto dietro l’altare maggiore in alto, consultai i Registri di Morte e, purtroppo, con grande rammarico non trovo alla succitata data, la registrazione di morte del Padre Pietro Paolo. Controllo diversi anni precedenti e seguenti, nulla. Rilevavo, invece, sempre dagli stessi Registri di Morte che sono parecchi i nativi di Cerignola che avevano sposato cittadini di Ascoli e che erano stati sepolti nelle Chiese di detta città. Ringrazio Don Leonardo e raggiungo la Cattedrale per incontrarmi con Don Mimmo. Terminata la Santa Messa con Don Mimmo facciamo ritorno a Cerignola.
A questo punto se è vero che alla base della lapide, sotto il pavimento, non fu trovato nessun resto umano e sui Registri di Morte non risulta riportato l’Atto di Morte è probabile che P. Pietro Paolo non sia morto ad Ascoli Satriano, ma in altra città e che probabilmente dal 1738 e a seguire, ci saranno stati rifacimenti nella zona presbiteriale compreso il o i pavimenti e che le ossa del Padre CAPUTI siano state collocate in altra zona, forse nella CRIPTA.
– Agli inizi degli anni ’80 iniziai ad effettuare una ricerca sui Registri di Matrimonio, di Battesimo, di Cresima, di Morte sulla Canonica annessa alla Cattedrale “San Pietro Apostolo” – Duomo “Tonti” con piena autorizzazione del Parroco, Don Pio Cialdella (10), che ringrazio con doverosa gratitudine. Facendo i dovuti calcoli sulle date, molto semplici, il P. Pietro Paolo Caputi, morto nel 1783 e a 53 anni, dovrebbe essere nato nel 1685. Consulto i Registri di NASCITA. Consulto il volume “Libro dei Nati 1677” e purtroppo con profonda delusione non risulta registrato nessun neonato con il cognome CAPUTI. Mi meraviglia il fatto che anche consultando gli anni precedenti e anni successivi nulla risultava. Non ho trovato alcun riferimento al cognome CAPUTI.
Il giorno 25 giugno 2018, su invito di GIANCARLO STRAFEZZA , mi recai presso la sua abitazione per vedere ed ammirare la sua pregevolissima “raccolta” iconografica, stampe su carta, sulla Vergine Santissima Maria di Ripalta risalente al sec. XIX, unitamente ad altro materiale illustrativo come CARTOLINE su CERIGNOLA. A carpire la mia attenzione, tra i LIBRI custoditi, fu un testo sul quale avevo intravisto il nome di Fr. PIETRO PAOLO da CIRIGNOLA del 1737, rivestito in cartapecora. Un raro libro, sicuramente. Mi ero ripromesso che ne avrei chieste le foto, a Giancarlo, e il permesso con sua piena autorizzazione a pubblicarne le prime pagine.
Nel pomeriggio del 3 giugno 2020, occasionalmente mi incontro, nel tardo pomeriggio, con Giancarlo e gli accenno sia dell’articolo sia sulla possibilità di poter pubblicare le foto del volume in questione. La risposta è perentoria e decisa: SI’. E di tanto lo ringrazio. Il 4 giugno, come promesso, sono giunte le foto mediante Facebook.
-il 27 giugno 2020 sono ancora una volta ad Ascoli Satriano per un ulteriore sopralluogo, presso la Chiesa Parrocchiale, “SAN POTITO m.”. dei Padri Conventuali. Chiedo a, P. PASQUALE GALLO (11), Parroco della suddetta Chiesa e Guardiano del Convento, nostro concittadino, di poter effettuare delle foto della ISCRIZIONE, mettendolo a conoscenza delle motivazioni; il Sacerdote manifesta la sua piena disponibilità aiutandomi anche spostare alcuni ostacoli mobili.
Dall’analisi e considerazione del testo latino si evince che il nostro concittadino, Fr. PIETRO PAOLO da CIRIGNOLA, in virtù del suo incarico come Commissario Generale della comunità dei Riformati, notifica il consenso, concesso dall’autorità ecclesiastica, a custodire e a pubblicare lo scritto. Il manuale “DIRETTORIO DELLA CONFESSIONE GENERALE”, a cui le foto rimandano, è opera del FRATE MINORE LEONARDO DA PORTO MAURIZIO, lettore e oratore della famiglia riformata francescana della provincia romana. Leonardo da Porto Maurizio, al secolo Paolo Girolamo Casanova nasce a Porto Maurizio, oggi Imperia, il 20 dicembre del 1676 e muore a Roma il 26 novembre del 1751. Ideatore e propagatore della pratica della Via Crucis; è stato proclamato santo da papa Pio IX nel 1867 (12).
Alla luce delle difficoltà riscontrate circa il luogo sepolcrale del nostro concittadino e considerato l’Imprimatur al testo sopra descritto, dato a ROMA dal CONVENTO DI SAN FRANCESCO a RIPA, il 15 MAGGIO 1737, meno di un anno prima rispetto alla data di decesso (3.2.1738), possiamo tranquillamente ipotizzare che il decesso del Fr. PIETRO PAOLO da CERIGNOLA sia avvenuto a Roma nel Convento di San Francesco a Ripa, situato nel rione Trastevere di Roma. La Chiesa conventuale di San Francesco a Ripa è il primo edificio francescano di Roma, luogo in cui soggiornò il Poverello d’Assisi in occasione della sua visita al papa nel 1219. La chiesa, ancora oggi, custodisce la cella e alcune reliquie del SERAFICO PADRE SAN FRANCESCO D’ASSISI, come un Crocifisso e un sasso dove, si dice, pose il capo (13).
Devo ancora aggiungere che grazie al LIBRO ricevuto fotograficamente da Giancarlo Strafezza il 4 giugno 2020, veniamo a conoscenza che vi è un altro Francescano menzionato, nostro concittadino, si tratta di “Fr. Franciscus Antonius à Cirignola Secretarius Generalis”.
L’erudito storico, scrittore dei Frati Minori Francescani Conventuali, il compianto P. DOROTEO FORTE scrive (14) su “La “riforma” nella Provincia di S. Angelo”, nei secoli XVII-XVIII, tra l’altro: “[…] Nel seno stesso della “Regolare Osservanza”, il fenomeno d’irrequietezza si configurò nel pullulare di varie riforme che presero il nome di Riformati, di Cappuccini e di Alcantarini (o Discalceati), per accennare a quelle che ebbero un certo sviluppo nelle Province meridionali … Nel 1596 i Riformati, con sei conventi ottennero la Custodia riformata di S. Angelo, che in forza della bolla “Iniuncti nobis” del 1639, venne elevata a Provincia Riformata di S. Angelo […]. Nel 1640 contava 18 Conventi. “[…] La provincia Riformata di S. Angelo si estese, per lo più, nell’Irpinia e nel Sannio, pochi Conventi aveva nel Molise e in Capitanata. Al momento della soppressione del 1866, essa contava vent’otto conventi, di cui sedici nell’Irpinia e nel Sannio, sette nel Molise, e cinque in Provincia di Foggia, e cioè: S. Carlo a S. Agata di Puglia, SS. Salvatore a Lucera, S. Potito ad Ascoli Satriano, S. Maria delle Grazie a Cagnano, S. Maria delle Grazie a S. Nicandro Garganico … […]”.
Scrive ancora P. DOROTEO FORTE (15) sulla enorme espansione dei conventi e la quantità dei Francescani: “[…] Nei secoli XVII e XVIII, conventi e frati erano un po’ dovunque. Una statistica del 1700 presenta dati significativi: la Provincia Osservante di S. Angelo contava 32 conventi e 320 frati. Quella Riformata di S. Angelo: 20 conventi e 220 frati. Se si aggiungono i dati della Provincia di S. Angelo dei minori Conventuali, 20 conventi e 200 frati (nel 1654), e queli della Provincia di S. Angelo dei Minori Cappuccini, 25 conventi e 229 frati (nel 1625), si ha un’idiea della straordinaria quantità di conventi e di frati. Particolarmente numerosi erano i fratelli laici.
Il Convento S. Potito ad Ascoli Satriano fu costruito nel 1623 (16) e ciò è visibile, ancora oggi, nella pietra scolpita costituente il punto di chiave dell’arco litico dell’ingresso del CONVENTO.
Del nostro Padre Pietro Paolo CAPUTI ne scrive lo storico concittadino Can. LUIGI CONTE per la prima volta nel 1853 (17): “Personaggi illustri. Fra gli uomini illustri per dignità, ricorda Cerignola di ver avuto … Nel ramo teologico letterario e legale … Fra Pietro Paolo Caputi, Maestro in Sacra Teologia, benemerito Provinciale dei Riformati, che fu egregio quaresimalista: i suoi scritti si conservano nel Monistero di S. Potito in Ascoli … […]”. Ed è proprio da lui che veniamo a conoscenza del cognome CAPUTI attribuito al Padre Francescano, nostro concittadino.
Ci duole, non essere riusciti a trovare un documento iconografico: un dipinto, una stampa di P. PIETRO PAOLO CAPUTI, spero possa conservarsi in uno dei CONVENTI dei SUO ORDINE RELIGIOSO.
Cerignola, 21 Luglio 2020 Matteo Stuppiello
Bibliografia e Note
(1) – Si veda: MATTEO STUPPIELLO, Padre Pietro Paolo Caputi, in “LA CICOGNA” – Quindicinale di vita cerignolana – Anno III – N° 4, 20 ottobre 1980, p. 12.
(2) – Mons. ALFREDO CANNONE (*Patrasso (Grecia) 16.1.1903 † Cerignola29.10.1977), Canonico del Capitolo Cattedrale “San Pietro Apostolo” – Cerignola. Un SACERDOTE “dimenticato”. Devo al compianto Mons. Alfredo Cannone l’avermi portato a conoscenza di alcuni personaggi, nostri concittadini poco noti o del tutto sconosciuti. Un esempio per tutti la nostra concittadina Suor. MARIA LEONILDE di San Pietro d’Alcantara, al secolo MARIA LUIGIA CARAVELLA (*Cerignola 5.9.1874 † Manoppello (PE) 27.10.1958), morta in concetto di santità, Suora Francescana Alcantarina. “La Suora che parlava con il Volto Santo di Manoppello” , si veda: MATTEO STUPPIELLO, Suor Leonilde Caravella nella luce del Volto Santo, San Ferdinando di Puglia, 2010.
(3) – Si ringrazia la cara compianta Prof.ssa GIUSTINA SPECCHIO per la trascrizione del testo in latino, l’analisi e la traduzione del testo in italiano.
(4) – Fr. ARCANGELO da MONTESARCHIO, Cronistoria della Riformata Provincia di S. Nicola in Puglia divisa in tre parti, Nella Stamperia di Felice Mosca, MDCCXXXII, Napoli, p 43.
(5) – ibid. pp. 235-238.
(6) – Fr. ARCANGELO da MONTESARCHIO , Cronistoria della Riformata Provincia di S. Nicola in Puglia divisa in tre parti, raccolta e compilata dal Padre F. ARCANGELO DA MONTESARCHIO della stessa Provincia all’invittissimo, e gloriosissimo principe delle celesti milizie S. Michele Arcangelo dato alla luce nel tempo del serenissimo governo del M.R.P. F. Angiolo da S. Giorgio Ministro Provinciale – Seconda Edizione, Avellino – Tipografia di Sandulli e Guerriero, 1842, p. 55. – www.bibliotecasanmatteo.eu
(7) – “Foglietto volante” che conservo nel mio ARCHIVIO PRIVATO insieme ad altre testimonianze cartacee e fotografiche.
(8-9-10-11) – I miei doverosi ringraziamenti a Don LEONARDO CAUTILLO, a Don Domenico CARBONE, a Don PIO CIALEDELLA e a PADRE PASQUALE GALLO.
(12) – Wikipedia
(13) – Wikipedia
(14) – P. DOROTEO FORTE, Testimonianze francescane nella Puglia Dauna, Seconda Edizione Riveduta – CURIA PROVINCIALE FRATI MINORI , Foggia, 1985, p. 131; pp-134-135.
(15) – ibid., pp. 142-143.
(16) – ibid., p. 136. La data di fondazione del CONVENTO (1623) risulta incisa nella pietra, nel punto di chiave dell’arco d’ingresso al CONVENTO.
(17) – LUIGI CONTE (Sac), Cerignola, in “Il Regno delle Due Sicilie descritto ed illustrato, Napoli, 1853, a cura di FILIPPO CIRELLI, vol. VIII, fs. 1° (Capitanata), p. 82.
Consulta anche: