Lo sconfinato agro di Cerignola è disseminato di notevoli ed interessanti emergenze architettoniche; tra queste si annoverano numerosi TRULLI. E’ la prima volta che se ne parla e si descrive nella storiografia locale, ma soprattutto si presentano in dettaglio le belle immagini fotografiche scattate dallo scrivente a partire da luglio 1976.
Con la inseparabile tasca di tela, tipo militare color verde, a tracolla con dentro la macchina fotografica ed in sella alla GILERA 125 di mio padre Michele, che custodisco ancora, giravo per le contrade agricole di Cerignola, soprattutto, nei periodi estivi con il sole e il caldo per scoprire e riscoprire testimonianze e panorami già visti da bambino. In parte li ricordavo, sin da quando non ero io che guidavo la moto ma mio padre, ed io, bambino, ero seduto sul sellino posteriore, mentre mio padre, Vigile Urbano, distribuiva certificati e documenti del Comune ai tanti abitanti residenti nelle zone agricole.
Ci sono delle CONTRADE, di cui è preferibile non indicare il nome, ma lasciare il fascino della scoperta a chi vuole cimentarsi in questa avventura campestre, con la riservatezza di evitare il forsennato saccheggio culturale. Panorami e testimonianza architettoniche, che ti lasciano basito nel vederli, vanno fotografati e studiati per la loro bellezza, nella loro struttura agro-pastorale e nella loro interezza. Credo che purtroppo molti di questi TRULLI sono stati distrutti e spianati perché è venuta meno la loro funzione, quella di RICOVERO temporaneo, perché ritenuti ormai ingombranti. Uno spettacolo della natura e dell’uomo. Si stagliano tra i biondi campi di grano maturo; tra gli oliveti sempre verdi e i vigneti dai tralci carichi di uva variamente colorata, ma anche con solo tralci spogli, che, una volta, quando la forma di allevamento della vite era il tradizionale ALBERELLO PUGLIESE, oggi in disuso, soppiantato dal TENDONE.
Il TRULLO era quasi sempre una “oasi” ristoratrice bella da vedere e da usare per chi ne era proprietario. Lambito da alberi da frutta, quasi sempre da fichi, da piante di Fico d’india, etc. a volte anche con la presenza di una cisterna che raccoglieva l’acqua piovana proveniente da una minima ma adeguata canalizzazione del trullo.
Avvicinandosi a queste COSTRUZIONI campestri si resta affascinati per la messa in opera della PIETRA utilizzata e per la varietà morfologiche che vanno ad arricchire, insieme alle altre emergenze architettoniche il nostro vasto AGRO.
Il materiale litico utilizzato sono le “Scaglie” di pietra “crosta”, comunemente conosciuta come CRUSTA formata da Carbonato di Calcio e di Magnesio, di cui il nostro sottosuolo è ricchissimo. E’ la nostra pietra locale. Generalmente si trova ad un metro o metro e mezzo di profondità. L’estrazione veniva effettuata con pesanti picconi. Vi erano le cave che da sempre veniva estratta la crusta utilizzata per costruire le case in città, in campagna, utilizzando la tecnica ad “insaccato”. Nella seconda metà dell’800 – inizi ‘900, con la trasformazione agraria di estesi campi a seminato in vigneti ed oliveti, i grossi latifondisti quali ad esempio la Casa Pavoncelli e quella del Duca de La Rochefoucauld, ma anche di tanti altri ricchi proprietari terrieri, ingaggiavano tantissimi contadini a scavare i “fossi” per la messa a dimora di decine e decine di migliaia di viti e olivi. Un durissimo lavoro per questi contadini che rimanevano segnati per sempre nella vita in quanto anchilosati nella schiena. La crusta portata a giorno veniva recuperata (lo spietramento) e utilizzata per la costruzione dei MURI a secco (le antiche MACERE) che lambivano i tratturi o costituivano i RECINTI per gli ovini soprattutto. Utilizzato questo materiale litico per la costruzione dei TRULLI. Architettura contadina molto semplice ma, soprattutto funzionale. Sicuramente vi erano delle maestranze specializzate per la loro costruzione cosi come per i muri di cinta.
I nostri TRULLI non erano certamente idonei per abitarvi stabilmente, ma erano per RICOVERO durante l’inverno o soprattutto nell’estate per i pastori.
A guardarli da vicino o in fotografia, a colori, si resta ammirati e stupefatti. Come se il tempo si fosse fermato, tutto cristallizzato in un lontano passato. I colori della pietra crosta, indurita dal tempo. I colori, si diceva, è un effetto donatoci dalla generosa natura in quanto rivenienti da uno strato pellicolare che copre come un tappeto tutto il TRULLO in ogni dove. E’ un tappeto cromatico, una tavolozza naturale di colonie di LICHENI dai tanti colori, forme e sfumature. Belli d’inverno perché imbevuti d’acqua o di umidità, ancora più belli d’estate “secchi”, si fa per dire, che riverberano i raggi solari e mostrano le loro “chiazze” colorate in giallo, arancione, rosso, vinaccia, grigio, bianco opaco, verde e tutte le varie sfumature. Per dare delle indicazioni i LICHENI li troviamo a colonizzare le tegole o coppi che coprono le nostre case da sempre fino a quelle ottocentesche.
Abbiamo essenzialmente due tipologie: a TRULLO e a CAPANNA. Il TRULLO costruito a più livello. La BASE, circolare e due livelli successivi a diametro inferiore, rientranti. Termina con una calotta a forma di cono con un pinnacolo superiore a forma diversa. Con unico ingresso che può essere realizzato da conci in pietra o tufo o anche in crusta con architrave piatto o a tetto a spioventi. Un particolare: sin dalla base risultano vi è costruita una scalinata che gira intorno ad ogni singolo livello consistente in lastre piatte di crusta inserite, durante la messa in opera del trullo stesso. Il tipo a CAPANNA può a sua volta essere costruito ad unica soluzione ad unico ingresso o più esteso a due ingressi. La base a pianta rettangolare avente sul lato lungo o uno o due ingressi. La copertura sempre in crusta coperta da malta di terra che con il tempo è stato coperto da un fitto manto di erba, verde in inverno, beige-giallo, secca d’estate, costituisce una delle belle parti cromatiche del TRULLO stesso. Come si può notare dalle foto in allegato, la tecnica costruttiva è opera di saggezza e maestria dei costruttori. Varcato l’ingresso si nota un ampio arco lanceolato realizzato da conci in tufo, possono essere, anche, più archi di sostegno. Le pareti tutte in pietra crosta e la volta è la parte più interessante nella messa in opera perfetta a resistere nel tempo. Dentro si possono individuare i vari “angoli”: la mangiatoia per gli animali, il focolare per riscaldarsi e per cucinare, per riposare, diverse nicchie. Sono tutte introflesse e realizzate durante la messo in opera del TRULLO. Non c’è malta. E’ tutta muratura a secco. In qualcuno, nell’interno si notano tracce di malta sulle pareti sono interventi successivi. Naturalmente freschi d’estate e caldi di inverno.
Cerignola, 19 giugno 2017 Matteo Stuppiello
Cerignola – Agro – Il caratteristico Trullo campestre – Foto Matteo Stuppiello agosto 1976.
Cerignola – Agro – Particolare dell’interno di un Trullo – Foto Matteo Stuppiello 11.7.1977.
Cerignola – Agro – Particolare dell’interno di un Trullo – Foto Matteo Stuppiello 11.7.1977.
Cerignola – Agro – Particolare dell’interno di un Trullo – Foto Matteo Stuppiello 11.7.1977.
Cerignola – Agro – Il caratteristico Trullo campestre a Capanna con due ingressi – Foto Matteo Stuppiello agosto 1976.
Cerignola – Agro – Il caratteristico Trullo campestre a Capanna con un solo ingresso – Foto Matteo Stuppiello agosto 1976.