Il giovane VALERIO CALVIO, diplomato in DECORAZIONE PITTORICA, durante l’anno scolastico 2013-2014, presso l’Istituto Statale d’Arte “Sacro Cuore” di Cerignola (ultimo anno scolastico del vecchio ordinamento prima che entrasse in vigore la Riforma Gelmini e, dunque, la nuova denominazione Liceo Artistico “Sacro Cuore”),originariamente FONDATO, nel 1961, dalla INDIMENTICABILE compianta EDUCATRICE, Sig.na ANTONIETTA ROSATI (*Cerignola (FG) 1.3.1920 †Cerignola (FG) 18.2.1990) (1), è stato mio alunno.
Valerio ha avuto,sin dall’adolescenza, un innato AMORE, SENSIBILITA’ e ATTENZIONE per i BENI CULTURALI LOCALI. Tutto questo è riveniente anche dall’essere cresciuto nell’ANTICO BORGO MEDIEVALE – RIONE “TERRAVECCHIA”, così come lo stesso padre, Paolo Calvio, e la sua Famiglia d’origine.
La BELLA e ARTISTICA CHIESA MADRE (secc. XI-XII), da tempo immemorabile dedicata a San Pietro Apostolo, Protettore Principale della CITTA’ di Cerignola (2), governata da sempre, dall’ARCIPRETE NULLIUS (3), va a costituire la parte più ANTICA, ARTISTICA e STORICA di Cerignola, ricca di TESTIMONIANZE del passato. Nell’ artistica SALA CAPITOLARE (4) della CHIESA MADRE si riuniva il REVERENDISSIMO CAPITOLO “SAN PIETRO APOSTOLO”. Nel 1819 la Città di Cerignola viene elevata a sede VESCOVILE unita all’antica sede di ASCOLI SATRIANO. (5). La CATTEDRALE ebbe il primo VESCOVO, Mons. ANTONIO MARIA NAPPI, nativo di Livardi di Nola (6). Dal 1934, in seguito al trasferimento della PARROCCHIA e del CAPITOLO “San Pietro Apostolo” nella nuova CATTEDRALE – DUOMO “TONTI”, la CHIESA MADRE cambierà la denominazione in Parrocchia “San Francesco d’Assisi”(7).
Nel giovane VALERIO CALVIO, ancora oggi, continua ad essere presente questo AMORE per la CITTA’ e per lo STORICO RIONE,in ragione per cui continua ad essereresidente proprio nell’arteria principale viaria dell’antico borgo, via PIAZZA VECCHIA, dove si affacciavano antichi PALAZZI di FAMIGLIE FACOLTOSE, fino a terminare vicino la CHIESA MADRE. Trattasi di un percorso VIARIO ricco di storia con ISCRIZIONI LITICHE e PALAZZI, superstiti dopo il catastrofico terremoto del 20 marzo 1731 (8). VALERIO è conoscitore del BORGO MEDIEVALE nelle sue “PIEGHE” CULTURALI, anche quelle più recondite. In maniera analitica, lo è, soprattutto, per la CHIESA MADRE.
Importante punto fermo è stato, per Valerio, il felice e determinante APPRODO culturale nelle nostre Istituzioni Culturali, su mio specifico invito a voler far parte del Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna” e dell’Archeoclub d’Italia APS Sede di Cerignola. Nelle succitate Istituzioni riveste l’incarico di “Tesoriere” e, presso il Museo Etnografico Cerignolano (1979), di GUIDA ufficiale per i VISITATORI. Il giovane VALERIO ha fatto propri i tre PUNTI di FORZA che ANIMANO le suddette Istituzioni Culturali: CONOSCENZA – TUTELA – VALORIZZAZIONE dei BENI CULTURALI.
Negli anni, frequentandoci con assiduità e partecipando e aderendo in prima persona, in modo tenace e con propria convinzione, alle finalità statutarie e morali, ha acquisito una conoscenza di “dati” storico – culturali, nonché una coscienza morale riveniente dalle numerose ATTIVITA’ CULTURALI svolte negli anni, attraverso le quali ha avuto concrete possibilità di maturare ancora di più l’interesse per i BENI CULTURALI della CITTA’,tanto da raggiungere un alto grado di consapevolezza sullo spirito concreto dei TRE PUNTI DI FORZA inalienabili, finalizzati a CUSTODIRE, PRESERVARE per TRAMANDARLI alle future generazioni.
Sotto l’egida delle nostre ISTITUZIONI CULTURALI, il Socio VALERIO ha effettuato una indagine sulla esistenza di numerosi IPOGEI, già conosciuti dal padre PAOLO e da lui, che si dipanano nel “VENTRE” sommerso della “TERRAVECCHIA”, sottostanti i PALAZZI e presenti per interi isolati. Erano stati utilizzati come CANTINE, MAGAZZINI e STALLE e non come camminamenti inesistenti, smentendo categoricamente gli assertori di tali strutture. Questi IPOGEI, ancora oggi esistenti, denominati CELLARI, GROTTE e GROTTONCELLI, hanno condotto VALERIO a pubblicare gli esiti della sua indagine: VALERIO CALVIO, La Cantina della “Ducal Camera” in Via Piazza Vecchia, – Cerignola 2016 – Tipolitografia “Imprimatur Group srl”, via Barletta, i Traversa C.da S. Tommaso, sn – San Ferdinando di Puglia (Bt).
Ma veniamo ora al concreto SALVATAGGIO e RECUPERO dei 12 ORCI contenitori di acqua, in TERRACOTTA, provenienti dalla demolizione dell’ex PASTIFICO “TAMMA” di Cerignola nel maggio del 2023 (9).
Durante le operazioni di DEMOLIZIONE del complesso murario dell’ex PASTIFICIO “TAMMA” e dei più antichi fabbricati facenti parte del precedente Molino “FURBATTO”, poi acquistato dal Sig. Raffaele TAMMA nel 1933 (10), affidate all’IMPRESA EDILE “EUROCOSTRUZIONI 2013 s.r.l. di Cerignola” del Sig. Michele Calvio, TITOLARE della stessa, gli operai si sono imbattuti, nel mentre azionavano il braccio mobile della ruspa, all’altezza della volta tra il piano terra e il primo piano, nella presenza di una ricca serie di MANUFATTI in TERRACOTTA ACROMI: ORCI per l’acqua, cantari, figuli e tanti altri aventi forme diverse.
Molti sono stati recuperati e presi dagli operai. Dodici reperti sono stati recuperati e “salvati” da Michele Calvio che, prontamente, li ha trasportati nel deposito della Ditta.
In seguito, il Sig. Michele Calvio fa menzione del ritrovamento a suo cugino Paolo, papà di Valerio e anch’esso interessato all’“antico”, il quale volge al suo congiunto l’esplicita richiesta di poterli ottenere per sé, ricevendo una pronta e decisa risposta positiva. Così Valerio, il 18 novembre, ebbe modo di trasportare i reperti presso il suo domicilio. Mi informava del RECUPERO e, nello stesso momento, espresse il desiderio di volerne far DONO al MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO (1979). Ho accettato la donazione di questi dodici ORCI di cui undici in discrete condizioni e uno “malandato” (in più ‘frammenti’ in tutto 9 dei quali 5 grandi e 4 molto più piccoli ). Per l’atto di donazione, RINGRAZIO SENTITAMENTE VALERIO, il padre PAOLO e suo cugino, MICHELE CALVIO.
Il 29 novembre 2023, nel primo pomeriggio, con l’ausilio dell’auto, i MANUFATTI in ARGILLA sono giunti sul MUSEO e il primo punto di appoggio degli stessi, scelto da Valerio, è stata la CASSAPANCA, posta davanti al letto, il “SACCONE” (ricostruzione) della CASA del BRACCIANTE. Una volta giunto all’interno del Museomi ritrovai davanti ad una scena INASPETTATA, SPETTACOLARE, INCONSUETA ed emotivamente SUGGESTIVA tanto da far scattare nella mia mente delle lontane RIMEMBRAZE,ormai indelebili. I ricordi si ricongiungevano a circa 50 anni fa, ai 13 mesi di LEVA MILITARE svolti a FORLI’, dal 14 gennaio 1975 al 13 marzo 1976, nella Caserma “De Gennaro” con l’incarico 18/A (AUTIERE). A tal proposito, il Maresciallo VENTRELLA, originario di Taranto, preposto all’addestramento per il conseguimento della patente, mi comunicava che il mio incarico definitivo, dopo l’addestramento, non sarebbe stata quello di autista ma di ARMIERE; tale decisione era stata presa dai vertici e, per tale ragione, diventavo l’unico responsabile dell’ARMERIA COMPAGNIA COMANDO della CASERMA, incarico espletato fino all’ultimo giorno di militare con alto senso di responsabilità. Nel vedere quegli UNDICI ORCI – “i c(e)c(e)n(e) c(e)r(e)gnul(e)n(e)” – poggiati sul coperchio della CASSAPANCA lignea, ben “inquadrati” e ordinati, in “FILA”, CINQUE da un lato e SEI dall’altro, mi ritornava in mente, dunque, il periodo trascorso al militare, quando durante i 40 giorni di ADDESTRAMENTO, sull’esteso piazzale, il graduato di turno, stando noi fermi, comandava, ad alta voce, la fatidica frase: “TUTTI ALLINEATI E COPERTI”. A tale comando si eseguiva l’ordine. Gli ORCI erano stati posti “ORDINATAMENTE” ed “INQUADRATI”, posti in “FILA“ da VALERIO, proprio come l’allineamento dei soldati. VALERIO ha svolto il servizio militare come V.F.P.1 dal 5 dicembre 2018 al 4 dicembre 2021, con l’incarico 1/A (FUCILIERE), prima a Surbo e poi a Bolzano. Anche a lui, sicuramente, nelle fasi di addestramento gli sarà stato ordinato, insieme agli altri commilitoni, di porsi “TUTTI ALLINEATI E COPERTI”. Sfruttando ancora il gergo militare, possiamo affermare che gli UNDICI ORCI sembravano SENTINELLE malconce, con vistose “AMMACCATURE” e un po’ “MUTILE”, viste le numerose “FERITE”. La DODICESIMA è in pessime condizioni, perché “atterrata”, ridotta in FRAMMENTI.
Gli ORCI presentano vistosi segni di SCHEGGIATURE, PARTI e ANSE MANCANTI. Le scheggiature risultano in ordine sparso e variamente diffuse. I reperti in questione sono di produzione locale. Le nostre FORNACI erano rinomate ed apprezzate oltre i confini cittadini, non solo in Capitanata e Gargano, ma anche nel barese.
Come mai gli ORCI sono stati rinvenuti nel corpo di fabbrica dall’antica costruzione dell’ex MULINO FURBATTO, poi acquistato nel 1933 da Raffaele TAMMA e dal maggio 2023 (11), demolito per far posto alla edificazione di un complesso residenziale.
Questa la spiegazione. Nel XIX secolo, non so prima, nelle costruzioni si usavano, come materiali di costruzione, il TUFO o CALCARENITE (roccia di origine marina, fossilifera e sedimentaria) proveniente dalle cave della vicina Canosa di Puglia, e la pietra CROSTA, meglio conosciuta come “CRUSTA”, sotto forma di grosse “SCAGLIE” corrispondenti ad una roccia CARBONATICA, cavata nel nostro vasto AGRO, utilizzata nella costruzione e costituzione dei muri portanti.
Una volta arrivati alla sommità, dopo aver realizzato la VOLTA (”la lami(e)”) in MURATURA CENTINATA, si proseguiva nella costruzione del PIANO SUPERIORE col riempimento dei VUOTI LATERALI mediante la sistemazione di materiale in TERRACOTTA.Tutto ciò avveniva attraverso l’“arte” e la “maestria” degli esperti MASTRI MURATORI che usavano la nota tecnica dell’”INCOCCIATURA”, così come mi viene indicato dall’amico VINCENZO MICCOLI, classe 1936, già nostro MASTRO MURATORE di fiducia (12). Il 7 gennaio 2024, infatti, nell’incontro da me chiesto ed ottenuto presso il suo domicilio, per avere ulteriori informazioni sull’argomento, riveniente dalla sua ricca esperienza nel settore, mi indicava che l’INCOCCIATURA si effettuava utilizzando del materiale fittile, il “ROTTAME”. Questo materiale in TERRACOTTA veniva acquistato presso le FORNACI di Cerignola e custodito in appositi DEPOSITI dei diversi proprietari delle FORNACI stesse. È proprio il caso di dire: nulla veniva SPRECATO, tutto si RICICLAVA.
La “INCOCCIATURA” richiedeva professionalità dato che i vari singoli ELEMENTI, grandi o piccoli che fossero, dovevano essere collocati in modo tale da creare specifici VUOTI per non appesantire le murature SOTTOSTANTI.
Alla fine dell’OTTOCENTO, le FORNACI furono trasferite in una ulteriore ubicazione, dove oggi è il PARCO DELLA RIMEMBRANZA (13) della VILLA COMUNALE. È probabile che lo stesso materiale fittile, i “ROTTAMI”, siano stati acquistati proprio da quelle fornaci per essere utilizzati nel vicinissimo MULINO FURBATTO, costruito alla fine del XIX secolo.
I nostri FORNACIAI producevano i seguenti MANUFATTI CERAMICI ACROMI (14):
– laterizi: COPPI (tegole) –“i ki(e)ngh(e)” , “i ki(e)ngh(e) dr(e)tt(e)”, “ i kanal(e)n(e), “i tubb(e)”; FIGULI: “i karusidd(e)”; , MATTONI quadrati – “i matt(e)n(e)”, MATTONI rettangolari – “i mattunacc(e)”;
– orci per contenere acqua di varie misure e utilizzo: “la rasol(e)”, “la mezza rasol(e)”, “la ras(e)lekkj(e)”, “u c(e)c(e)n(e) c(e)r(e)gnul(e)n(e)”, “u c(e)c(e)n(e) muntagnul(e), “u c(e)c(e)n(e) mart(e)n(e)s(e), “c(e)c(e)n(e) tre ssol(e)d(e)”, “u c(e)c(e)n(e) m(e)zz(e)in(e)”, “u c(e)c(e)n(e) tre kkuar(e)t(e), “u c(e)c(e)nidd(e);
– bacinelle: ”i kufanidd(e)”, “u kof(e)n(e)”, “u mizz(e) kufanidd(e)” “u funn(e) kiatt(e)”, “la kantaredd(e)”, “u kantaridd(e)”;
– per bere: “la ggiarr(e)”, “la ggiarr(e)ttedd(e)”, “u vuk(e)l(e)”, “u vukalett(e)”; , “la quart(e)r(e)”;
– orci per animali da cortile: “i palumm(e)r(e) (15);
– salvadanai: “i karusidd(e)”;
– doccioni di displuvio delle acque piovane dai fabbricati: “i kanaloun(e)”;
– vasi da fiori e piante: “i ggrast(e)”, “la grast(e) a quatt(e)”, “la grasta lisc(e)”, “la grasta rizz(e)”, “la grast(e) a ttrè”, “la grasta m(e)zz(e)n(e)”, “la grast(e)tedd(e)”, “la grast(e) ki mman(e)k(e)”, “u grastoun(e)” (da 50 a 100 cm. di diametro) … e tanto altro.
Di tutta questa varietà di manufatti, presentanti “PANCIA”, “CONVESSITA’- CONCAVITA’”, grandi o piccole che fossero, quali potevano essere le RASOLE o le piccole GIARE o altro, venivano riutilizzati, riciclati e sistemati in modo da creare leggerezza con il vuoto. Il nostro fiduciario di famiglia, MAESTRO “mest(e)” VINCENZO MICCOLI, aggiungeva, nel narrarmi su come si procedeva nella messa in opera della tanto rinomata “INCOCCIATURA”, che si utilizzavano anche i COPPI (tegole curve –“ i ki(e)n(e)gh(e)”),andando a costituire una specie di CAPANNA, naturalmente vuota nell’interno.
Abbiamo scritto in precedenza che i “ROTTAMI” di TERRACOTTA si acquistavano presso le nostre fornitissime FORNACI. Proprio così! Non si acquistavano i MANUFATTI INTEGRI, ma quelli ROTTI e quelli INTERI “venuti male”, durante la delicatissima fase di COTTURA. In un singolo FORNO potevano essere stivati alcune centinaia di ORCI per l’acqua – “i c(e)c(e)n(e)”. Capitava che vi fosse presente, anche se in minima percentuale, lo “sfrido” (“u sfridd(e)”). I risultati “negativi erano dovuti ai seguenti aspetti: ANSE che si erano staccate, LESIONI più o meno profonde sul manufatto, il FONDO PIATTO completamente distaccato, SCHEGGIATURE a seguito del recupero dal forno, la presenza di PICCOLISSIMI NODULI DI CARBONATO DI CALCIO, che sfuggiti durante la fase di SETACCIATURA DELL’ARGILLA, durante la cottura tendono a sfarinarsi lasciando un foro, anche minimo, che va da una parte all’altro di un ORCIO. Ma c’è anche, aggiungeva VINCENZO MICCOLI, e ricordo anche le testimonianze del carissimo compianto MASTRO FORNACIAIO POTITO FERRARO, tra le cause dello scarto la cattiva COTTURA a seguito delle vampate di FIAMMA improvvise,che faceva innalzare la temperatura e si correva ai ripari gettando con forza e tempestività la SANSA di olive sulle fiamme, fascine di frasche di olivo “i paddutt(e) d(e) frask(e)” affinché agissero da MODERATORI TERMICI, abbassando la temperatura di botto. Ad alta voce il fornaciaio, prevendendo il pericolo, urlava “i c(e)c(e)n(e) stann(e) kulann(e)” e gli operai lanciavano nel forno, tempestivamente, palate di SANSA (16). A volte, la tempestività non serviva a nulla e molti oggetti subivano la CATASTROFICA COLATURA dell’ARGILLA. I MANUFATTI, a raffreddamento avvenuto, presentavano le parti colpite fuse tra di loro. Capitavano con i COPPI, i quali stivati uno sull’atro, si presentavano FUSI tra di loro e, soprattutto, dal colore VERDE giallo-scuro. VINCENZO MICCOLI chiamava questi “pezzi” di MANUFATTI “COLATI”: ”skium(e)t(e)”, indicante la parte verde. Aggiungo che questi grossi e piccoli agglomerati di coppi mal cotti e fusi tra di loro e, soprattutto, caratterizzati dal colore verdastri e giallastri sono presenti in maniera diffusa nel mio oliveto, in contrada “S. MARCO”, dove probabilmente vi era un insediamento archeologico industriale (17).
Sono stato, altresì, un TESTIMONE OCULARE della “INCOCCIATURA”, all’età di undici anni, presso la casa sita a piano terra, di proprietà di mia madre Lucia Russo, dove era nata, costruita dal padre, mio nonno Matteo, in CORSO ROMA n. 113, oggi Via ALDO MORO 89, da diversi anni adibita dalla nostra famiglia ad attività commerciale – BAR – con la denominazione “BAR POSILLIPO”. Nel 1959, mio padre Michele decise di sopraelevare una quartino. La costruzione originaria del fabbricato fu opera della “Ditta MAGGESE” del MAESTRO MURATORE VINCENZO MAGGESE, nativo di Andria,ma residente a Cerignola. Ricordo molto bene il compianto e caro Vincenzo quando con i suoi operai iniziò il lavoro con la rimozione delle TEGOLE (COPPI), riutilizzandoli nei due VUOTI della VOLTA CENTINATA. Questi manufatti fittili furono RICICLATI, sistemandoli con arte e precisione con altri vari e numerosi ORCI di TERRACOTTA. Il materiale di SCARTO fu acquistato, sena dubbio, da mio padre Michele presso le nostre FORNACI. Da bambino, dunque, fui attento osservatore delle varie fasi della costruzione del fabbricato, salendo con mio padre o con Vincenzo Maggese sulla impalcatura (ponteggio) LIGNEA,realizzata dai carpentieri, per poter assistere ed osservare tutto quello che si andava a realizzare fino al completamento. Tutto ricordo: il massetto a costituire il solaio basale, la “crescita” delle pareti, il solaio soprastante, la intonacatura con la divisione delle piccole stanze, il terrazzo e tanto altro. Ma la cosa che mi resterà indelebile era l’arrivo del materiale EDILIZIO. Arrivava la CAROVANA FACCHINI “CASTELLO” i quali, a torso nudo in estate, con una fascia molto spessa credo di una stoffa particolare posta a tracolla, consegnavano con fatica tutto il materiale. Da ragazzino, osservavo con quanta forza e sudore svolgevano il loro duro e quotidiano lavoro.
Un ulteriore esempio di materiale sistemato con la tecnica della “INCOCCIATURA”, avvenuta sicuramente più di un secolo fa, è venuto alla luce in modo molto più vistoso in seguito al drammatico crollo avvenuto il 10 e l’11 febbraio 2023 (18) di alcuni ambienti del vecchio MUNICIPIO, interessando il prospetto che si affaccia su Via Vittorio Veneto. E’ possibile notare che tra un piano e l’altro, tra il sottostante pavimento e il solaio, vi è una enorme intercapedine piena di ORICI, FIGULI e ROTTAMI di TERRACOTTA. La foto che pubblichiamo rende più che mai esplicito ciò che è stato descritto.
Cerignola, 19 febbraio 2024 Matteo Stuppiello
Bibliografia e note
(1) – MATTEO STUPPIELLO, Antonietta Rosati – Cerignola, 1° marzo 2023 – www.archeoclubcerignola.com;
(2) – MATTEO STUPPIELLO, San Pietro Apostolo: note storiche, Epigrafiche e iconografiche, in SALVATORE DELVECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, A S. E. Mons. Vincenzo D’Addario Vescovo Coadiutore delle Diocesi di Ascoli Satriano e Cerignola nel Suo Ingresso a Cerignola, 29 giugno 1986 Festa dei SS. Pietro e Paolo App., – Cerignola 1986, Tipolitografia “Miulli Francesco” Via Nazionale, 68 – San Ferdinando di Puglia (Fg), pp. 9-10;
(3) – MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa di Cerignola dal sec. XIII al sec. XIX, in SALVATORE DELVECCHIO – MATTEO STUPPIELLO, A S. E. …, op. cit. pp. 5-6.
(4) – MATTEO STUPPIELLO, La rinascimentale Sacrestia della Chiesa Madre – Cerignola 12 settembre 2018 – www.archeoclubcerignola.com;
(5) – MATTEO STUPPIELLO, La Chiesa di Cerignola…, op. cit., p. 6;
(6) – ibid.; MATTEO STUPPIELLO, 1819-2019 – Atto di possesso di Mons. Nappi nell’erezione della nostra Cattedrale con quella di Ascoli Aeque Principaliter – Cerignola 2 settembre 2019 – www.archeoclubcerignola.com.
(7) – MATTEO STUPPIELLO, Un inedito documento del XVII secolo attesta che sulla Porta della Terra era “Pittata la Cicogna” – PRIMA PARTE – Cerignola, 24 settembre 2020 – www.archeoclubcerignola.com;
(8) – MATTEO STUPPIELLO, Storia di Tressanti, Cerignola – 2015 – Tipolitografia “Imprimatur Group srl”, via Barletta, i Traversa C. da S. Tommaso, sn – San Ferdinando di Puglia (Bt), pp. 16-20;
(9) – (10) “Cominciata la demolizione dell’ex Pastificio Tamma a Cerignola – Al suo posto verrà edificato un complesso residenziale” – www.cerignolaviva.it, 26 maggio 2023;
(11) – NATALE LABIA, “Via alla demolizione dell’ex Mulino Tamma: Cerignola perde uno dei suoi simboli, sorgerà un complesso residenziale” – “ledicoladelsud.it”, 26 maggio 2023.
(12) – MATTEO STUPPIELLO, La “rasola” – Orcio per l’acqua – Donata il 20 ottobre 1987 dal Maestro Muratore Vincenzo Miccoli – La sua storia – Cerignola, 15 settembre 2021 – www.archeoclubcerignola.com.
(13) – MATTEO STUPPIELLO, I mestieri artigianali, in AA.VV., Processi lavorativi e vita sociale nel Basso Tavoliere – Introduzione al Museo Etnografico Cerignolano, REGIONE PUGLIA- ASSESSORATO P.I. e CULTURA – Istituto di Storia delle Tradizioni Popolari Università degli Studi di Bari – Centro Studi e Ricerche “torre Alemanna” Cerignola – Cerignola Centro Regionale di Servizi Educativi e Culturali 1989 – , Foggia – stabilimenti grafico editoriale LEONE Grafiche – Foggia, p. 110. Si veda MATTEO STUPPIELLO, Settore Fornaci – Cerignola, 11 Gennaio 2018 – www.archeoclubcerignola.com; MATTEO STUPPIELLO, Nel ricco settore delle fornaci del Museo Etnografico Cerignolano (19799 è stato esposto l’ultimo manufatto prodotto dalle antiche fornaci, prima dello scempio – 26 Marzo 1976 – Cerignola, 20 Ottobre 2023 – www.archeoclubcerignola.com;
(14) – ibid. p.111;
(15) – MATTEO STUPPIELLO, Un curioso orcio da acqua utilizzato per dissetare gli animali da cortile e i volatili – Cerignola, 19 novembre 2023 – www.archeoclubcerignola.com;
(16) – MATTEO STUPPIELLO, I mestieri artigianali…, op. cit. , p. 114;
(17) – MATTEO STUPPIELLO, Probabile quartiere artigianale nella vasta zona archeologica “S. Marco” scoperto agli inizi anni ’70 – Cerignola, 21 marzo 2019 – www.archeoclubcerignola.com;
(18) – MARIA GRAZIA FRISALDI, “Un forte boato e poi le macerie: il crollo a Cerignola”- www.foggiatoday.it – 10 febbraio 2023.
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