Ricerca, Tutela e Valorizzazione dei Beni Culturali dagli anni 60
 

UN SACERDOTE LIBERALE SI IDENTIFICA NEL MUSEO ETNOGRAFICO CERIGNOLANO CON LA SUA MATTONELLA MAIOLICATA (SEC. XIX INIZI) CON LO STEMMA

Il Museo Etnografico Cerignolano (1979) è uno SCRIGNO di oggetti,  di reperti, di manufatti, di date, di dati, di “fatti”, di personaggi, di storie, di avvenimenti…tutti “racchiusi” nelle diverse SALE espositive. Tutto ciò che è presente o in ARCHIVIO o in “deposito”: È LA STORIA DI CERIGNOLA, della quale una esigua parte è stata narrata, tantissima da narrare.

Nella ricchissima SALA-LITOTECA, tra le MATTONELLE MAIOLICATE, del Settecento e dell’Ottocento vi è quella appartenuta al DON SAVERIO CAMPANELLI, Sacerdote del Clero cerignolano.

Il manufatto, di notevole interesse storico-artistico-documentale, risulta essere una MATTONELLA  MAIOLICATA policroma dai toni molto caldi. Le misure: cm. 21 x 21 x 2 in ottimo stato di conservazione. Il reperto mi fu gentilmente donato in data 20.10.1987 dalla Sig.ra LINDA FAYER (1), vedova dell’Ins. MICHELE GIULIANO, abitante in Vico IV Addolorata n. 36.

La MATTONELLA in oggetto venne segnalata dal Centro Studi e Ricerche “Torre Alemanna”, il 4 maggio 1988, prot. n. 843, trasmessa tramite Raccomandata con Ricevuta di Ritorno, all’Arch. RICCARDO MOLA, Soprintendente per i Beni Ambientali Architettonici Artistici e Storici della Puglia (Bari) (2).

La MATTONELLA reca decorazioni su ambe le facce:

a) Maiolica bianca di fondo con motivi geometrici e floreali sovradipinti. Un’ampia fascia perimetrale (color crema), distanziata di poco dal bordo, è delimitata da una sottile linea nero; al vertice reca un quadrato (color crema-rossastro). L’ampia fascia risulta dipinta nella zona mediana da una lunga linea sottile nera, interrotta al centro da una corolla con quattro petali (blu cobalto) e bottone centrale (color crema rossastro) e nella zona terminante nei vertici con il motivo a triangolo (bleu cobalto). L’interno reca ai quattro angoli altrettante connotazioni: in alto a destra una N: (in nero, la linea di unione è dipinta a rovescio); a sinistra una II: (in nero, indica il numero 11); in basso a destra una piccola, ma articolata, CELLA CAMPANARIA composta da due colonnine, sormontate da un architrave (color crema); agli estremi di quest’ultimo due pinnacoli (bleu cobalto), sopra una prorompente cupola (color crema, si evidenziano le pennellate più cariche a macchia a voler significare il tipo di copertura a scaglie) sormontata da due sfere una sull’altra e sopra una piccola croce; al centro una piccola CAMPANA con battaglio legato all’architrave tramite il mozzo; tutti gli elementi della piccola cella campanaria risultano bordati da una tenue linea dipinta in marrone; alla base della colonnina di destra prorompe un fiore, la CAMPANULA con stelo e corolla a tre petali (bleu cobalto) avente due foglie (verde pastello intenso) picciolate, originantesi dalla base; sulla destra, in basso, allo spigolo ancora un fiore, forse un’altra varietà di CAMPANULA, questa volta, un fiore composto con sette piccole CAMPANULE (bleu  cobalto)  con stelo con due foglie (verde pastello intenso) picciolate, anche queste originantesi dalla base. Questi due motivi floreali recano la bordura degli elementi anatomici vegetali a linee sottili (nero). Nella zona mediana una ISCRIZIONE dipinta (nero) snodantesi su due linee a partire dalla cupola della cella CAMPANARIA:

D. SAVERIO / CAMPANELLI

b) il lato B della MATTONELLA si presenta in argilla color rossastro chiaro e reca come decorazione una triplice fascia perimetrale a righe distanziate; la prima più larga a partire dal bordo (viola chiaro), l’altra più stretta (rosso mattone) e, quindi sempre a scalare, una più stretta (viola chiaro). Nella zona mediana, ad interessare la prima metà della MATTONELLA e a grossi caratteri due lettere G., sotto, la data 1876; le lettere e la data sono dipinte a fascia larga in color rosso mattone.

Senz’altro una MATTONELLA di notevole pregio artistico, un manufatto pieno di luce e di colori che, distribuiti sapientemente a riempire gli spazi, creano un vivace accostamento cromatico. Il gusto e il sentimento rispecchiano i canoni del Settecento  anche se la MATTONELLA  è stata realizzata agli inizi della seconda metà del XIX secolo.

La presenza di decorazione sui due lati evidenzia un doppio utilizzo della MATTONELLA assolvendo la stessa funzione: murate infatti al disopra dell’architrave dell’ingresso di abitazioni di privati,  di istituzioni laiche ed ecclesiastiche, ne attestavano la proprietà.

Nel nostro caso il primo proprietario, committente del manufatto, risulta essere “D. SAVERIO CAMPANELLI”, che attesta il numero progressivo della Strada dove possedeva proprietà immobiliari (case). Questi, oltre che far dipingere per se stesso il suo nome e cognome, definisce la sua condizione sociale facendo precedere ad esso la D.  che sta per Don; si tratta quindi di un ecclesiastico che sviluppa in simboli il suo cognome con la CAMPANELLA nella sua CELLA CAMPANARIA con BATTAGLIO, che sta ad indicare anche lo stato religioso, con le CAMPANULE.

DON SAVERIO CAMPANIELLO (CAMPANELLI)  (*Cerignola 31.6.1810 †Cerignola 13.7.1889). Su questo Sacerdote cerignolano abbiamo acquisito delle notizie interessanti.

L’Ufficio di Stato Civile del Comune di Cerignola (3), nei Registri dei Nati, risulta che “Giuseppe Campaniello di anni trentatrè, panettiere, marito di Donata Monaciello  di Cerignola ha presentato un bambino di sesso mascolino nato alle ore nove del giorno trentuno del mese di giugno del 1810 ed ha imposto i seguenti nomi: Saverio, Pasquale Michele”. Per la morte, ovviamente nei Registri di Morte, risulta che “Campaniello Saverio Pasquale Michele è deceduto a Cerignola il 13 luglio 1889 alle ore antimeridiane una e minuti 10 nella casa posta in via Santa Maria n. 19. Di anni Settantanove – Sacerdote – nato dal fu Giuseppe e dalla fu Monaciello Donata”.  Ho rintracciato l’Atto di Morte nell’Archivio Parrocchiale della  Beata Vergine Maria Addolorata, Parrocchia del decesso di Don Saverio Campanelli, luogo dove abitava. Questo il documento: “p. 90 + Xaverius Campaniello q(u)o(nda)m Iosefi et Donatae  Monaciello  sacerdos, annorum 79 die 13 Julii 1889 obiit” (4). La data 31 giugno nel primo documento va corretta con 30 (va considerato un mero errore di trascrizione).

Per tornare alla MATTONELLA. Nel successivo utilizzo, il secondo proprietario Michele Giuliano (nonno del marito della Signora Linda Fayer), nel 1876 fa rimuovere la medesima mattonella, la gira per farla murare nuovamente nello stesso posto, attestando in tal modo una sua proprietà, acquisita dopo avervi fatto dipingere le sue iniziali M. G. e la data.

I committenti erano membri di due famiglie indubbiamente benestanti e note a Cerignola fra il Sette e l’Ottocento abitanti nei pressi della Chiesa dell’Addolorata: diversi componenti delle stesse, infatti, risultavano aver ricoperte cariche religiose e civili; li troviamo molto spesso tra i confratelli di congregazioni laicali come quella di Maria SS.ma Addolorata o seppelliti nelle Chiese delle medesime come  nell’Arciconfraternita della Orazione Morte o del Purgatorio. Non è inoltre da escludere che le due Famiglie quella di Campaniello e di Giuliano potessero essere imparentate fra loro; si sa che avevano ambedue costruito le loro case sui suoli dell’ex Orto Nicolardi, non molto distante dalle MURA della TERRA.

 

Ma ora fermiamo l’attenzione sul COGNOME del SACERDOTE. Dai documenti ufficiali veniamo a conoscenza che il cognome non è quello “registrato” sulla MATTONELLA cioè CAMPANELLI ma CAMPANIELLO ed è un cognome molto comune a tutt’oggi.  Ma nel passato molti nomi e cognomi erano noti e ampiamente diffusi in città nelle loro denominazioni più immediate italianizzando la parola in dialetto.

Il dato più interessante è ben altro. Era un Sacerdote che evidentemente aveva abbracciato la causa liberale, massonica, quella del 1848 che propagandava gli ideali di libertà, che si concretizzava nella CARBONERIA,  oppressa dai Borboni di Napoli.  Cioè da Re Ferdinando II  Re di Napoli. Cerignola balza alla ribalta già nei moti del 1820 con il Re di Napoli Francesco I.

E’ il periodo che va sotto il nome del “decennio francese” quando al potere del Regno di Napoli vi sono i NAPOLEONIDI1806-1815. Infatti il 14 gennaio 1806 viene proclamato Re di Napoli Giuseppe Buonaparte, fratello di Napoleone, gli successe Gioacchino Murat , cognato di Napoleone, con decreto del 15 luglio 1808 al posto di Giuseppe Buonaparte, passato al trono di Spagna. La restaurazione borbonica avvenne “con il trattato di Casalanza del 20 maggio 1815, Napoli fu restituita a Ferdinando IV, il quale, per disposizione del Trattato di Vienna del 1816 assunse il titolo di Ferdinando I re delle Due Sicilie” (5).

Abbiamo a tal riguardo un prezioso elenco riportato da TOMMASO PEDIO (6) di  “EFFERVESCENTI e RISCALDATI LIBERALI“ della Provincia di Foggia  si tratta di “ATTENDIBILI”. Nell’elenco redatto per Cerignola, compilato in ordine alfabetico  ne vengono registrati ben 134, affiliati alla CARBONERIA e che erano sotto stretta vigilanza della POLIZIA BORBONICA. Ci piace riportare i nomi, costretti ad omettere le motivazioni e le note che risultano molto interessanti, per motivo di brevità del testo. Solo per il nostro SACERDOTE che viene a trovarsi registrato in ordine alfabetico al numero 13 ne riportiamo le indicazioni risultava un “effervescente liberale” insieme ai numeri 10-11-12. Passiamo ora all’elenco: ACQUAVIVA Francesco di a. 32, sarto. ALBANESE Elia di a. 37, salassatore. ANGRISANI don Giuseppe di Gravina di a. 35, civile. ARGENTINO Vincenzo di a. 42, bastaio. [L]ATTARULO Pasquale di a. 39, calzolaio. BATTAGLINO Giuseppe di a. 34, calzolaio. BIANCARDI don Carlo di a. 44, maestro di ballo. BIANCARDI don Giuseppe di a. 46, proprietario. BRUNO Pasquale di a. 46, orologiaio.  CALVIO Antonio di a. 56, beccaio. CAMPANELLI don Saverio  di a. 47, sacerdote. CANNONE Antonio di a. 59, proprietario. CANNONE Giuseppe Savino di a. 32, guardiano. CANONICO Angelo di a. 36, sarto. CAPOLUONGO don Felice di a. 50, prenditore di lotti. CAPOTORTO don Francesco di a. 32, negoziante. CAPOTORTO don Giuseppe di a. 36, farmacista. CAPOTORTO do Pasquale di a. 54, negoziante. CAVALLI don Raimondo di a. 51, proprietario. CHIOMENTI don Francesco di a. 52, proprietario. CHIOMENTI don Luigi di a. 53, proprietario.  CHIRICO Giuseppe di a. 30, contadino. CIANCI don Giovanni di a. 56, proprietario. CIANCI  Pietro di a. 47, caffettiere. CIBELLI Domenico di a. 46, fattore. CIBELLI don Pietro di a. 43, proprietario.  CICOLELLA Luca di a. 40, guardiano. COLUCCI Francesco dei a. 52, proprietario. COLUCCI Ludovico di a. 49, guardiano. CONTE Giuseppe di a. 49, sarto. CORVO Nicola di a. 54, armiere. CROCE Savino di a. 33, civile. D’ALO’ Teodoro di a. 40, caffettiere. D’AMATI  Francesco di a. 41, falegname. D’AMATI Giuseppe di a. 35, falegname.  DE FINIS don Francesco , mansionario. DE FINIS don Vincenzo di a. 50, canonico. DELL’ETERA  Gaetano di a. 51, calzolaio. DE MARINIS  don Achille di a. 56, legale. DE MARINIS don Carlo di a.  52, legale. DE MARINIS  don Giovanni di a. 29, proprietario.  DE MARINIS  don Luigi di a. 37, ex scolopio.  DE MARINIS  Primerio di a. 33, civile. D’ERRICO Pasquale di a. 40, contadino. D’ERRICO don Pasquale di Napoli di a. 45, calligrafo. FARES Giovanni di a. 45, falegname. FESTA Antonio di a. 60, orefice. FESTA Liborio di a. 26, orefice. FIORETTI Savino di a. 46, contadino. GALA don Orazio di a. 36, proprietario. GALA  don Ottavio di a. 40, proprietario. GALLO Antonio di a. 55, civile.   GALLO Giuseppe di a. 31, guardiano. GIOVINALE don Giuseppe di a. 29, legale. LEONE don Antonio di a. 34, proprietario. LIMONCELLI Michele di a. 30, maccaronaro. LIONETTI  Michele  di a. 36, ciarlantino. MARGIOTTA Domenico di a. 56, sellaio. MAROTTA don Raffaele di a. 54, farmacista. MASTROGIACOMO Giovanni Battista di a. 49, proprietario. MASTROGIACOMO Lorenzo di a. 29, proprietario. MENNUNI Giacomo di a. 40, calzolaio . MONTINGELLI Pietro di a. 50, ciarlantino. MORRA Antonio di a. 52, carpentiere. MORRA don Donato di a. 35, proprietario. MORRA Francesco  Paolo di a. 35, proprietario. MORRA don Luigi di a. 54, proprietario. NOE’ don Nicola di a. 41, proprietario. PAGLIA Ermenegildo di a. 45, caffettiere. PALIERI don Domenico di a. 52, legale. PALLOTTA  don Errico da Ascoli di a. 47, farmacista. PASCARELLA Vincenzo di a. 34. scribente.  PECE don Francesco di a. 60, proprietario. PECE don Giuseppe di a.  36, proprietario. PECE don Luigi di a. 50, legale. PECE don Pietrantonio di a. 58, proprietario. PECE don Vincenzo di a. 50, proprietario. PEPE don Raimondo di a. 56, proprietario. PERRECA don Domenico di a. 59, notaio. PERRECA don Giuseppe di a. 42, scribente. PERRELLI Achille di a. 50, civile. PETROLLA Matteo di a. 47, proprietario.  PETRONE don Michele di a. 60, maestro di scuola. PETTI Pasquale di a. 52, calzolaio. PREZIUSO Francesco di a. 28, macellaio. PUGLIESE Filippo di Orta Nova di a. 36, scribente. ROSATI don Luca di a. 36, scribente. ROSATI don Silvestro, agrimensore. RUOCCO don Luigi di a. 50, medico. RUOCCO don Pietro di a. 47, proprietario. RUSSO Giovanni di a. 60, barbiere. RUSSO Giuseppe di a. 40, calzolaio. RUSSO Vincenzo di a. 41, calzolaio. SAMELE Agostino di a. 55, ferraro. SAMELE Nicola di a. 54,  sarto. SAMELE Pasquale di a. 56, venditore di frutta. SAMELE don Salvatore di a. 59, canonico. SAMELE Vincenzo di a. 51, venditore di frutta. SANITATE don Domenico di a. 48, civile. SCARONE don Donato di a. 51, proprietario. SECCHIA (credo sia SECCIA n.d.r.) Leonardo, di a. 51, calzolaio. SGARRO Giuseppe di a. 47, falegname. SGARRO Pasquale  di a. 65, fornaro. SGARRO Vincenzo di a. 41, proprietario. SINISCALCHI don Giuseppe di a. 56, civile. SINISCALCHI don Luigi di a. 30, scribente. SINISCALCHI don Michele di a. 61, legale. SINISCALCHI don Pietro di a. 39, civile. SINISCALCHI Vincenzo di a. 68, civile.  SORBO Vincenzo di a. 52, barilaio. STASI don Belisario di a. 54, proprietario. STASI don Felice di a. 55, proprietario.  STRAFILE don Domenico di a. 60, negoziante.  STRAFILE don Giuseppe di Savino a. 30, agrimensore. STRAFILE don Salvatore di Savino di a. 49, architetto. TANNOJA don Francesco di a. 39, legale.  TANNOJA  don Michele di a. 40, farmacista. TERLIZZI don Francesco di a. 41, proprietario. TORTORA don Andrea di a. 43, proprietario. TORTORA don Donato di a. 40, proprietario. TORTORA don Pasquale fu Andrea di a. 17 (sicuramente c’è un errore n.d.r.), legale. TORTORA  Pasquale fu Michele di a. 46, civile. TOTARO Giuseppe di a. 50, ciarlantino. TOZZI don Alessandro di a. 47, medico. TROISI Mauro di a. 39, ferraro. TURITTO don Saverio di a. 51, notaio. [V]URCHIO Giuseppe di a. 40, falegname. [V]URCHIO Leonardo di a. 43, falegname. VALENTE Savino di a. 51, ciarlantino. ZAULI don Giuseppe di a. 43, scribente.  ZOLLA Raffaele di a. 51, sarto”. Riteniamo di rettificare il cognome DE MARINIS con DE MARTINIS.

Ancora, TOMMASO PEDIO, scrive a proposito del dopo, in merito ai moti Carbonari del 1820-21 quanto segue: “[…] Dopo la reazione seguita alla repressione dei moti carbonari del 1820-21 in cui notevole è stata la partecipazione  delle popolazioni daune, in questa provincia le antiche forze carbonare non sono in grado di riprendersi e di organizzarsi…Nonostante  l’attenta vigilanza esercitata  sui sospettati politici, intorno a lui  (GIUSEPPE TORTORA n.d.r.) si raccolgono gli antichi carbonari e molti elementi della borghesia locale che non nascondevano le loro simpatie per il movimento liberale. Anche se non sono costituiti in società segrete, costoro si incontrano nella farmacia dei Pallotta che, con il Tortora, sono stati nel 1820 tra i più alti dignitari delle Vendite carbonare che hanno operato a Cerignola, in quelle del Tannoia e del Marotta, nelle botteghe dei Capotorto e nei caffè di Pietro Cianci, di Teodoro d’Alò e di Ermenegildo Paglia. Altri incontri partecipavano i Chiomenti, i de Marinis, i Gala, i Pece, i Ruocco, i Siniscalchi, gli Strafile, i canonici Vincenzo de Finis e Salvatore Samele, il vecchio maestro di scuola Michele Petrone e, tra gli altri, i due Biancardi, Carlo, maestro di ballo, e Giuseppe  Antonio chi tiene scuola di matematica […]” (7).

Noi andiamo oltre riportando i NOMI di dieci nostri Concittadini, già sopra riportati, i quali furono i  più compromessi, per i loro ideali di Libertà e furono condannati a parecchi anni “di ferri” il 24 gennaio 1852 dalla “Gran Corte Speciale di Lucera” sotto la voce “Causa per i fatti di Cerignola” (8). La Scheda per ognuno è molto interessante ricca di dati ma purtroppo siamo costretti, per brevità di pagine, a riportare i dati essenziali. Iniziamo con: – “CANONICO Angelo, di Raffaele e di Eugenia Samele, nato a Cerignola nel 1822, sarto. Condannato a 19 anni di ferri […];  – DE MARTINIS Luigi, di Primerio, di anni 52, proprietario, condannato anche a 19 anni di ferri. E’ forse Luigi De Martino, di Cerignola che M. D’Ayala, allista fra i morti di Procida; – MASTROGIACOMO Battista, di Battista e Domenica Maggio, nato a Cerignola nel 1813, ottonaio. Condannato a 19 anni di ferri[…]; – SECCIA Leonardo, di Giacinto e Maria Romagnuolo, nato nel 1820 a Cerignola, calzolaio. Condannato a 24 anni di ferri […]: – SGARRO Giuseppe, di Natale e Angiola Giordano, nato a Cerignola nel 1817, calzolaio. Condannato a 19 anni di ferri[…]; – SINISCALCHI Giuseppe, di Michele e Serafina Stasi, nato a Cerignola nel 1807. Condannato a 24 anni di ferri[…]; SINISCALCHI Michele,  nato a Cerignola nel 1779. Condannato a 13 anni di ferri […]; – SINISCALCHI Vincenzo, di Pietro, di 70 anni, proprietario, cieco. La pena residuale dei 19 anni di ferri gli fu condonata solo il 2 ottobre 1859; – TORTORA Pasquale, di Michele e Angiola Noè, nato a Cerignola nel 1818, sarto. Condannato a 19 anni di ferri[…]; VALENTE Savino, di Domenico e Maria Manra (probabilmente un errore di trascrizione dell’A. dal documento in originale – n.d.r.), nato a Cerignola nel 1806, scribente. Condannato a 19 anni di ferri[…]” . Precisiamo che le Schede riportano per quasi tutti la stessa imputazione nei seguenti termini: “ […] come complice in attacco e resistenza con violenze e vie di fatto contro la guardia di pubblica sicurezza, – impugnazione di arma propria, – e violazione di luogo di pubblica custodia con pubblica violenza […]”.  Tutti ebbero come primo luogo di pena il duro Carcere del Carmine, a Napoli. Poi successivamente i trasferimenti: chi al “Bagno di Nisida”, chi nel Castello di Capurso e successivamente in quello di Castellaneta e poi ultimo Carcere quello di Foggia. Comunque i detenuti non scontarono interamente la pena, perché furono oggetto, nel tempo da indulti e di sconti di pena. Ma certamente la loro vita fu segnata per sempre.

A chiusura del contributo culturale, voglio ricordare la incomparabile FIGURA di un nostro CONCITTADINO che fu il FARO illuminante della LIBERTA’ che si contrappose con tutte le forze fino all’ultimo alito di vita combattendo contro l’assolutismo e dispotismo BORBONICO. Parliamo di GIUSEPPE TORTORA (*Cerignola  12.12.1779 †Cerignola 26.6.1852) (9). L’ avv. GIUSEPPE TORTORA fu un esemplare PATRIOTA. Ricoprì incarichi prestigiosi: fu Sindaco di Cerignola nel 1818; fu Gran Segretario del Senato della Daunia, con sede a Foggia; fu Sottointendente a Sansevero (10).  Scrive ancora Giuseppe Tortora che: “[…] I Carbonari di Cerignola avevano a capo Giuseppe Stasi loro Gran Maestro, eletto Sindaco di Cerignola[…]” (11). Lo storico SAVERIO LA SORSA a proposito dei LIBERALI cerignolani, scrive quanto segue: “[…] Fra i più ardenti liberali spiccavano il Dottor Raffaele Pallotta, ingegno agile e colto, il nipote Giuseppe Tortora, patriota di fede indiscussa e di grande ardire; Andrea Tortora, Giuseppe Stasi, Francesco Palieri, Giuseppe  Chiomenti, Casimiro Rosato, tutti carbonari convinti e disposti ad ogni sacrificio per il trionfo delle loro idee[…]” (12). Gli stessi personaggi occupavano cariche pubbliche ragguardevoli ed erano aggregati nelle Congregazioni laicali più prestigiose della Città (13).

Altro nostro concittadino che a giusto merito va posto in risalto in questo contesto è GIUSEPPE CANNONE (*Cerignola 1.11.1826  †Cerignola 16.4.1906) (14). Una bella Figura “[…]di spirito patriottico e generosità di sangue giovanile, dimostrò nel portentoso 1848[…] (15). Studente a Napoli nei moti del 1848 “[…] Giovane a venti anni, pieno di vita e di sdegno, nell’epica giornata del 15 Maggio 48, che tante nobili esistenze tolse all’Italia, era tra i combattenti in Napoli , sulla barriera di Santa Brigida dove maggiore fu il pericolo ed il fuoco. Eppoi che la reazione vinse, arrestato con molti altri, aspettò su di un brigantino la sua sorte, la quale gli fu benigna, e venne relegato nella terra natia. Quivi non ristette. E non poche fatiche e sacrifizii ebbe a sopportare come Maggiore della Guardia Nazionale, poiché in questo nostro paradiso del Mezzoggiorno erano tristi tempi e dominava tutto l’inferno – il tiranno Borbone – il prete – ed il brigantaggio[…]” (16). Ricoprì prestigiose cariche cittadine “[…] Sindaco e Consigliere Provinciale per 20 anni, Presidente di questa Banca dell’Associazione Agraria e del Circolo Ofanto, componente il Consiglio Amministrativo di questa R. Scuola Agraria e socio Benemerito ed Onorario della Società Operaia di Previdenza[…]” (17).

Cerignola, 25 ottobre 2017                                 Matteo Stuppiello

Bibliografia e Note

  • LINDA FAYER (*Juan – San Paolo – Brasile 2.10.1904 †Cerignola 20.11.1988) figlia di Carlo e Dionigio Anna, casalinga. Sposata con Giuliano Michele nel Comune dell’Aquila il 31 agosto 1942, vedovata in Cerignola 5.5.1957. Iscritta nel Comune di Cerignola in data 9.9.1942 proveniente dal Comune dell’Aquila.  Ringrazio l’amico fraterno NICOLA BORRELLI per aver effettuato la ricerca anagrafica presso l’UFFICIO ANAGRAFE DEL COMUNE DI CERIGNOLA.
  • ARCHIVIO CENTRO STUDI E RICERCHE “TORRE ALEMANNA” – Fascicolo – Anno 1988.
  • Anche per l’ATTO DI NASCITA di DON SAVERIO CAMPANELLI è stata effettuata la ricerca da NICOLA BORRELLI presso l’ UFFICIO DI STATO CIVILE del COMUNE di Cerignola.
  • ARCHIVIO PARROCCHIA BEATA VERGINE MARIA ADDOLORATA – CERIGNOLA“Libro 5° / dei Morti / dal 1876 al 1900”, p. 90. Ringrazio Don Franco Dimunno, già Parroco della Chiesa della B.V. Maria Addolorata, che mi autorizzò , il 18.9.1989, ad effettuare la ricerca nel suddetto ARCHIVIO.
  • MARIO FURNARI, Cronologia dinastica del Reame di Napoli, Arpino (CE), 1978, pp. 71-79. Si veda: VITTORIO GLEIJESES, Il Regno dei Borboni a Napoli, Edizioni del Giglio, Napoli, 1981.
  • TOMMASO PEDIO, Il 1848 in Capitanata, Società Dauna di Cultura – Foggia 1981, Napoli, 1981, pp. 178-187.
  • , p. 39.
  • ATTILIO MONACO, I galeotti politici napoletani dopo il Quarantotto, Volume II, Libreria Internazionale TREVES – TRECCANI – TUMMINELLI, Roma, 1932, pp. 800-805. Libro rintracciato a Napoli il 27.7.2006.
  • GIUSEPPE TORTORA, Giuseppe Tortora – Cenni biografici, Dalla Tipografia di F. Conti, Faenza, MDCCCLXXXI, pp. 11; 66.
  • , pp. 29-30; 46.
  • , p.28.
  • SAVERIO LA SORSA, La Città di Cerignola nel Secolo XIX con prefazione di NICOLA ZINGARELLI, Bari-Roma F. CASINI e FIGLIO – Editori, 1931, p.53.
  • MATTEO STUPPIELLO, MATTEO STUPPIELLOLa realtà confraternale a Cerignola (secc. XVI – XX), in , Le Confraternite Pugliesi in Età moderna 2, a cura di LIANA BERTOLDI LENOCI , ATTI DEL SEMINARIO INTERNAZIONALE DI STUDI(27-28-29 Aprile 1989 – Bari, del CENTRO RICERCHE DI STORIA RELIGIOSA IN PUGLIA, Casa Editrice schena, Fasano (Br.), 1990, p. 488.
  • VV., Giuseppe Cannone, Tip. Edit. Dello “SCIENZA e DILETTO”, Cerignola, 1906, p. 7.
  • NICOLA PESCATORE, Per Giuseppe Cannone, in VV., Giuseppe Cannone…, op. cit., p. 12.
  • LELIO SINISCALCHI (Dott.), Parole pronunziate sul feretro, in VV., Giuseppe Cannone…, op. cit., p. 17.
  • NICOLA PESCATORE, Per Giuseppe Cannone…, cit., p.12.

 

Echi di Stampa:

  • SALVATORE DELVECCHIO, Molti i reperti che lo stanno arricchendo – il museo etnografico di Cerignola sta crescendo, in “PUGLIA”, 24 maggio 1988, p. 15.
  • MATTEO STUPPIELLO, Si arricchisce il Museo Cerignolano – Una Mattonella che fa parlare, in “MERIDIANO 16” – Mensile di dibattito culturale e politico – Anno III, n. 6, 16 giugno 1988, p. 8.
  • MICHELE CIANCI, Un manufatto in maiolica – Ancora una donazione al museo etnografico, in “LA GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO”, 21 Giugno 1988, p. I.

 

Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Sala Litoteca – Lato A: Mattonella in Maiolica smaltata (inizi seconda metà sec. XIX) di produzione napoletana, raffigurante lo STEMMA di DON SAVERIO CAMPANELLI (CAMPANIELLO) –  Sacerdote del Clero di Cerignola – Foto Matteo Stuppiello 23.3.2017.

 

Cerignola – Museo Etnografico Cerignolano (1979) – Sala Litoteca – Lato B:  Mattonella in cotto di produzione napoletana – Risulta dipinto in rosso M (MICHELE) G (GIULIANO) – 1876 – Foto Matteo Stuppiello 23.3.2017.